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Che cosa sta succedendo in Crimea?

La Russia accusa l’Ucraina di tramare per compiere “azioni terroristiche” in Crimea: è l’ultimo capitolo di una situazione – la cosiddetta “crisi ucraina” – che prosegue praticamente ininterrotta, anche se a tratti lontana dai riflettori delle cronaca, dal 2014, quando la Russia ha approfittato dell’instabilità creata dall’insurrezione popolare contro l’allora presidente ucraino per annettere la penisola filorussa crimeana.

INCURSORI, SABOTATORI, TERRORISTI

Mosca accusa Kiev di incursioni armate nella penisola del Mar Nero, avvenute nell’ultimo fine settimana. L’agenzia di intelligence russa FSB ha detto che due tentativi di incursioni, operati da reparti di forze speciali ucraine, avevano avuto luogo durante il fine settimana e un soldato russo e un agente dei servizi erano stati uccisi; il militare sarebbe stato ucciso dal fuoco di artiglieria sparato dagli ucraini per coprire gli incursori, l’agente durante le operazioni di cattura. L’intelligence russa dice di aver anche sgominato un rete dei servizi segreti ucraini (SZR) in Crimea e arrestato una decina di persone, incluso un cittadino ucraino di nome Yevhen Panov, descritto da fonti governative russe alla BBC come un ufficiale dell’intelligence di Kiev; pare in realtà fosse un attivista di un’associazione caritatevole. Le Tv di stato russe hanno mostrato immagini di agenti dei servizi con in mano zaini imbottiti di esplosivo, spiegando che il piano degli ucraini era di utilizzarli per “sabotaggi in Crimea”. La corrispondente del network di informazione inglese, Sarah Rainsford, nella sua analisi ha scritto: “L’incidente verrà utilizzato [dalla Russia], o è stato progettato, a seconda del vostro punto di vista, per far naufragare il complesso processo di pace in Ucraina”.

LA RETORICA DI PUTIN

Il presidente russo Vladimir Putin, ha definito “inutili” i colloqui di pace a fronte di quanto sarebbe successo, mettendo di nuovo in stallo gli accordi di Minsk, che sono il protocollo accettato da entrambe le parti per avviare i negoziati e su cui si regge un fantomatico, in quanto spesso violato, cessate il fuoco temporaneo. Putin ha promesso di aumentare la presenza militare in Crimea durante una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza: il livello di allarme alle frontiere terrestri e marittime con l’Ucraina, annuncia il sito del Cremlino, è stato alzato. Il presidente definito questi atti “stupidi e criminali” e ha annunciato che “non passerà sopra” all’uccisione di due russi. Il 18 settembre ci saranno le elezioni parlamentari, e Putin cerca di tenere alto il filo retorico nazionalista che lo ancora al consenso, inoltre, annunciando di aver sventato un complotto terroristico, cerca di dimostrare propagandisticamente che in Crimea si vive meglio, più sicuri sotto il controllo russo. Sul filo retorico: Sergej Aksënov, presidente crimeano Russia-backed, alla Tv locale ha accusato il dipartimento di Stato degli Stati Uniti per aver pianificato le incursioni ucraine.

Il suo omologo ucraino Petro Poroshenko ha replicato che certe accuse sono “assurde”. Kiev ha schierato al confine ucraino con la Crimea mezzi militari in assetto da combattimento.

#Ukraine has put its armed forces near #Crimean border on full combat alert pic.twitter.com/AclqxViaXz

— Warfare Worldwide (@WarfareWW) 11 agosto 2016

Poroshenko ha definito queste denunce un tentativo per fare ulteriori pressioni militari contro l’Ucraina, dove, chiusa la pratica dell’occupazione della Crimea, Mosca sta appoggiando nemmeno troppo clandestinamente le azioni dei separatisti del Donbass, la regione orientale filorussa che confina con la Russia. Kiev accusa la Russia di aver già iniziato da giorni ad ammassare truppe nelle zone di confine, spostando anche forze per la copertura aerea, sia in Crimea che nell’Est.

ADDIO COLLOQUI

A fronte della situazione, i colloqui sulla crisi che doveva svolgersi a margine del G20 in programma in Cina il prossimo mese sono stati decalendarizzati. In un editoriale, il quotidiano russo Vedomosti ha scritto che questo genere di escalation sono una comprovata tattica del Cremlino in vista del riaprirsi dei negoziati (“Putin nella sua retorica è tornato al punto di partenza del 2014. Ancora una volta, egli non ritiene le autorità ucraine legittime”). In programma per giovedì 11 agosto una riunione straordinaria e a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniti per discutere della situazione. I colloqui di Minsk hanno un’importanza centrale per Mosca, perché l’Unione Europea ha sempre vincolato l’abbassamento delle sanzioni alla definizione del processo di pace da questi intavolato. La frustrazione russa sui negoziati è però cresciuta con il passare del tempo: se l’Ucraina fosse accusata di tentativi di sabotaggio si potrebbe aprire una via per nuovi percorsi, più favorevoli a Putin.

(Foto: en.Kremlin.ru., Vladimir Putin al consiglio di Sicurezza dell’11 agosto)

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