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Italia Unica di Corrado Passera confluirà nel movimento di Stefano Parisi

Stefano Parisi e Corrado Passera

Italia Unica di Corrado Passera confluirà nel nascente movimento liberal-popolare di Stefano Parisi? È quello che si stanno chiedendo da giorni molti militanti del partito fondato dall’ex capo azienda di Poste e Intesa. Ed è una prospettiva che si giudica naturale nell’entourage di Stefano Parisi, al lavoro dopo le elezioni comunali a Milano per rilanciare il centrodestra con una nuova offerta politica. E chi ancora aveva dubbi sulle reali intenzioni dell’ex manager di Fastweb ad essere il candidato premier per lo schieramento anti Pd alle prossime politiche si sta ricredendo: in queste ore sui social spuntano account e profili con Parisi leader. Leader e candidato premier? Si vedrà.

(QUANDO PASSERA FONDO’ ITALIA UNICA. TUTTE LE FOTO DI PIZZI)

La confluenza del partito fondato da Passera nel movimento in fieri di Parisi era ritenuta inevitabile dopo la decisione dell’ex ministro dello Sviluppo economico nel governo Monti di accantonare le ambizioni da sindaco di Milano quando ha deciso di sostenere la candidatura di Parisi per Palazzo Marino. Già in quel momento molti in Italia Unica, specie al Nord, considerarono quello di Passera un passo indietro, anzi una vera e propria retromarcia, rispetto ai dichiarati obiettivi di essere l’anti Renzi a livello nazionale, ovvero il candidato premier di uno schieramento moderato. Troppe le difficoltà per Passera a realizzare questo fine: i pessimi rapporti con Matteo Salvini, le idiosincrasie con gran parte dei dirigenti di Forza Italia (sovente criticati da Passera) e una scarsa empatia dell’ex banchiere con il popolo: nei primi giorni di campagna elettorale a Milano si ricordano video e foto piuttosto tristi che ritraevano l’ex ministro piuttosto spaesato in riunioni di quartiere e assemblee pubbliche.

Ai passerotti è parsa chiara la ritirata politica di Passera quando hanno appreso dai giornali che l’ex banchiere era tornato a occuparsi in pianta stabile di finanza e affari visto che aveva approntato un piano industriale per il Monte dei Paschi di Siena alternativo a quello di Jp Morgan e Mediobanca messo a punto con i vertici di Mps e benedetto pure dalla Bce. Una sortita finanziaria che, come aveva raccontato Formiche.net, aveva indotto a molti nei palazzi della politica e della finanza a chiedersi: ma Passera è ancora un politico?

(PASSERA E SALZA PIZZICATI DA PIZZI A EVENTI POLITICI E MONDANI)

La risposta era evidentemente no. E oggi lo certifica un articolo di Repubblica che con Carmelo Lopapa scrive: “Italia Unica, tra metà e fine luglio, ha chiuso su due piedi i rapporti di lavoro con dodici tra contratti a termine e a tempo indeterminato (formula Jobs act). Che poi erano i dipendenti-dirigenti che reggevano un po’ tutta quella strana baracca dal quartier generale della prestigiosa sede di via di Santa Teresa nel centro di Roma, 250 metri quadri rimasti ora deserti. Ma con un contratto in quel caso da onorare fino a dicembre. Restano ancora un po’ in vita per l’ordinaria amministrazione i quattro contratti dei vertici di Italia Unica, tra i quali il portavoce Lelio Alfonso”.

Ma Italia Unica – con circa 5 mila iscritti, una rete territoriale non proprio virtuale seppure non ramificatissima e 100 amministratori comunali – non si scioglierà. Piuttosto, secondo quanto si vocifera, negli ambienti vicini sia a Passera che a Parisi, confluirà nel progetto politico in cantiere dell’ex fondatore di Fastweb ed ex direttore di generale di Confindustria. D’altronde la stima fra Passera e Parisi è reciproca e di lunga data, i riferimenti politico-culturali liberali e popolari sono identici, le consonanze fra i due movimenti si rintracciano anche nella lettera di Parisi ieri a Repubblica (i dirigenti di Italia Unica hanno intravisto molte delle tesi di Passera in materia istituzionale). E anche se tra i passerotti si dice che il movimento fondato da Passera non smobiliterà (tanto che con Idea di Gaetano Quagliariello si darà vita a Matera l’8 e 9 settembre alla prima vera festa per il No al referendum costituzionale), il futuro di Passera è chiaro: addio alla politica, avanti tutta verso la finanza e gli affari. I passerotti – se vogliono – possono e devono fare una mano alla leadership in fieri di Parisi.

(TUTTE LE PASSIONI DI PIZZI PER GIOVANNA SALZA. LE FOTO)

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