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Due consigli non richiesti a Matteo Renzi per eccitare il Pil

Un paese surreale! L’Istat certifica: crescita zero. Il governo è imbarazzato: “E’ colpa della congiuntura estera”. In parte è vero, in parte no. Lo hanno detto tutti i governi degli ultimi 20 anni di fronte ai dati (sempre uguali) dell’Istat: “E’  colpa dell’estero”. Ora è anche più facile dirlo: c’è la Brexit; c’è il terrorismo. Tutto vero. Ma la Germania, la Spagna e altri crescono un filino. Noi siamo a zero (con i francesi). Quindi farebbe bene il governo a dire la verità: c’è del nostro nella crescita zero del paese.

Il governo si para dicendo: “E’ vero non cresciamo in Pil ma l’occupazione cresce”. E’ vero. E’ l’unica cosa azzeccata di questi anni: il Jobs act e gli sgravi per le assunzioni hanno pagato. Per tutto il resto, però, è buio. La più grande scommessa di Renzi – sfondare nel 2016/17 sul lato della crescita e dei consumi – è persa. E questo, purtroppo, conterà nei consensi elettorali più che gli strepiti delle opposizioni sulle nomine Rai, sull’elezione dei senatori, sui rifiuti, sul reddito di cittadinanza, sull’accoglienza dei migranti ecc.

Sì. La mancata crescita, l’economia conta’ più di tutto il surreale dibattito italiano. Ma la gente vota guardando le sue tasche e qui si parla d’altro. Però, spiace dirlo, il governo non può nicchiare. Renzi non può autoasssolversi dalle colpe della crescita zero. Dopo il Jobs act le altre riforme, in economia, si sono fermate. Su produttività e debito pubblico non è cambiato niente (anzi il debito aumenta).

Il governo ha affidato tutte le aspettative di crescita ai due strumenti cui hanno fatto ricorso tutti i governi degli ultimi 20 anni: il traino estero e la trattativa con Bruxelles sulle flessibilità di bilancio. Il tutto condito da ottimismo eccessivo. Ora c’è la delusione. Insomma Renzi ora rischia davvero.

Il No, con un’economia diversa, sarebbe solo una tigre di carta. Con la crescita zero anche queste opposizioni scervellate che parlano d’altro, si avvantaggiano. Parassitariamente. Attento Renzi. Se fra qualche mese al governo potranno essere imputate la crescita zero e le mancate riforme si metterà male. Occorre una svolta. Ma sull’economia. Non sulle amenità che oggi baloccano politici inconcludenti.

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