La legge di revisione è stata approvata – come la Costituzione stessa vuole – sia dalla Camera sia dal Senato per due volte a distanza di tre mesi nello stesso identico testo. La seconda votazione è avvenuta a maggioranza assoluta (cioè della metà più uno dei componenti cioè 316 deputati almeno e 161 senatori). Se la seconda votazione fosse avvenuta con una maggioranza più alta (i due terzi: 421 deputati e 214 senatori) tutto sarebbe finito. Così non è stato: perciò in base alla Costituzione, 500.000 elettori oppure cinque consigli regionali oppure un quinto dei componenti della Camera o del Senato possono chiedere che siano gli elettori ad avere la parola finale in un apposito referendum.
Perciò, quando il Parlamento ha votato la legge di revisione definitivamente, essa è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale al solo scopo di informare i cittadini: e sono scattati i tre mesi entro i quali possono essere raccolte le firme (da parte dei cittadini o da parte dei senatori o da parte dei deputati) o deliberate le richieste (da parte dei consigli regionali) per il referendum. La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è avvenuta il 15 aprile 2016 (G.U., n° 88).
In realtà sia gli oppositori della riforma sia i fautori della riforma – questi ultimi, come avevano sempre detto sin dall’inizio il presidente del Consiglio Renzi e il ministro per le riforme Boschi, hanno chiesto che sia il corpo elettorale a pronunciarsi. La data del referendum sarà stabilita alla scadenza dei tre mesi; e il referendum si terrà in autunno, probabilmente nel mese di ottobre del 2016.
Attenzione 1: il referendum costituzionale non prevede quorum: in altre parole esso è valido quale che sia il numero dei partecipanti. L’astensione è neutra. I fautori del sì, dunque, devono andare a votare, altrimenti il rischio è che una minoranza militante di contrari prevalga grazie all’assenteismo.
Attenzione 2: grazie alla nuova legge elettorale (legge 52/2015), adesso anche i cittadini temporaneamente all’estero per motivi di studio, lavoro, cure mediche possono chiedere di votare per corrispondenza (inclusi ovviamente i referendum). Apposito modulo si trova nel sito del ministero degli affari esteri (www.esteri.it e poi >italiani nel mondo > servizi consolari > voto all’estero).
Secondo di una serie di approfondimenti. Qui si può leggere il primo, qui si può leggere il testo completo.