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A cosa serve la riforma costituzionale firmata Boschi

Maria Elena Boschi

La riforma costituzionale ha lo scopo generale di semplificare il nostro modello costituzionale, rendendolo più efficiente e funzionale alle sfide (europee e globali) di questa fase storica, agendo in particolare su: Parlamento (composizione, funzioni, prevalenza Camera, riduzione componenti), rapporti Stato-Regioni (più potere allo Stato), abolizione di enti non necessari (province, Cnel).

Più precisamente si tratta di superare lo strano doppio monocameralismo (due Camere con stessi poteri e stessa valenza rappresentativa ad elezione diretta) ereditato dai costituenti e adattato negli anni dal 1948 al 1963, entrato in crisi definitiva con la caduta del vecchio sistema dei partiti e il passaggio alla democrazia maggioritaria; di rafforzare il governo (possibilmente investito del potere per decisione periodica del corpo elettorale); di ridurre costi superflui; di evitare eccessiva conflittualità fra Stato centrale, Regioni ed enti locali (chiarendo la supremazia – in ultimo – delle istituzioni centrali).

E nel contempo si tratta di mantenere le fondamentali garanzie costituzionali, rafforzando – se mai – alcuni istituti di partecipazione (iniziativa legislativa, referendum popolari).

Sesto di una serie di approfondimenti. Qui si può leggere il primo, qui il secondo, qui il terzo, qui il quarto, qui il quinto. Qui si può leggere il testo completo.



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