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Renzi a Bari, ecco cosa sta succedendo alla Fiera del Levante

Ciriaco De Mita e Michele Emiliano

L’anno scorso il premier disertò all’ultimo momento l’appuntamento barese per correre a New York ad assistere alla finale tutta italiana degli Us Open di tennis femminile, vinta da Flavia Pennetta contro Roberta Vinci. Un vero e proprio smacco per il governatore pugliese Michele Emiliano e il sindaco di Bari Antonio Decaro, che si trovarono a inaugurare la Fiera del Levante con il forfait dato in zona Cesarini da Matteo Renzi. Pesavano, e non poco, le tensioni tra il presidente di Regione e il capo del Governo, divisi su molti fronti. Un anno dopo le frizioni tra i due non sono tramontate, ma il premier oggi non ha fatto mancare la sua presenza.

TENSIONI RENZI-EMILIANO

C’è un motivo ben preciso per il quale la presenza di Renzi oggi a Bari è così importante: la firma del Patto per la Puglia che porta in dote alla Regione un gruzzoletto da 2,7 miliardi di euro per investimenti infrastrutturali. La giunta di Emiliano ne avesse chiesti inizialmente 6, per questo non sono mancate le polemiche lungo la direttrice Bari-Roma e la firma dell’accordo è slittata; a maggio c’è stata la firma del Patto per la Città Metropolitana di Bari e in quell’occasione il premier scherzò dicendo che si era recato a Bari per i panzerotti e non per stipulare accordi con Emiliano.
Le tensioni tra governatore e premier rimangono tutte sul tavolo, con il primo che fatica a mantenere la sua esuberanza politica e non frena le critiche verso un Governo ritenuto troppo lontano dai bisogni del Mezzogiorno. Va però detto che negli ultimi tempi Emiliano ha adottato una strategia più attendista, a partire dal referendum costituzionale.

FIERE, BOLOGNA IN SOCCORSO DI BARI

A tenere banco c’è poi un altro argomento: il futuro della Fiera del Levante. Quella inaugurata oggi da Renzi è infatti con ogni probabilità l’ultima edizione di una Campionaria a trazione pubblica, seppure sotto la guida dei commissari Antonella Bisceglia e Mario D’Amelio nominati dal governatore Emiliano dopo le dimissioni dell’ex presidente Ugo Patroni Griffi. Il futuro guarda verso la privatizzazione e soprattutto verso Bologna; è attesa entro un paio di settimane la firma per la costituzione di una newco che per 60 anni avrà garantita la gestione della Fiera del Levante. Protagonista di quest’operazione sarà innanzitutto la Camera di Commercio di Bari, con il presidente Alessandro Ambrosi fresco di riconferma e tra i più strenui sostenitore del patto con gli emiliani (secondo i rumors, dovrebbe essere lui il presidente della newco). Entrano poi nella gestione con un ruolo decisivo il gruppo Bologna Fiere, Ferrara Congressi e Sogecos spa. Il direttore generale della nuova società, sempre stando alle indiscrezioni di stampa rilanciate tra Bologna e Bari, sarà molto probabilmente Nicola Zanardi, emissario di BolognaFiere per quest’operazione e già ad di Ferrara Congressi.

I DUBBI E LE CRITICHE IN PUGLIA

L’operazione fieristica tra Bologna e Bari, che sancirebbe un asse tra i due governatori del Pd Emiliano e Stefano Bonaccini, non convince affatto il Movimento 5 Stelle, tra i più attivi nell’opporsi all’accordo in entrambe le Regioni. E’ di qualche giorno fa un’interrogazione della consigliera grillina emiliana Silvia Piccinini tesa a smontare questo progetto sin dai suoi presupposti, con l’accusa ai vertici di BolognaFiere di andare a fare shopping a Bari mentre la società è in forte difficoltà finanziaria (persi 8 milioni sul fatturato globale negli 4 anni), ha appena avuto un brusco cambio alla guida (è arrivato Franco Boni da Fiere di Parma al posto del dimissionario Duccio Campagnoli, ex assessore regionale) e sta vivendo un momento di tensione interna sull’opportunità dell’aumento di capitale che divide i soci pubblici da quelli privati. Non bastasse, rischia di perdere una delle sue manifestazioni più importanti come l’Eima (rassegna internazionale delle macchine agricole) se non mette mano a un serio progetto di restyling dell’intero salone. I 5 Stelle fanno notare come in questa situazione Bologna vada a mettere le mani su una Fiera come quella del Levante che non gode di ottima salute, tanto per usare un eufemismo. Anzi, l’apporto dei bolognesi dovrebbe ridare nuova linfa vitale ed è atteso da molti esponenti del mondo barese come una concreta possibilità per risollevare le sorti del gruppo. Ciliegina sulla torta, BolognaFiere ha di recente firmato una lettera di intenti con Fiere di Parma e Rimini Fiera per arrivare a una maggiore aggregazione e alla creazione di un polo fieristico emiliano-romagnolo (fortemente auspicato da Bonaccini) che ponga fine ad anni di schermaglie tra saloni “cugini”. Che c’azzecca in tutto questo il soccorso bolognese a Bari, si chiedono i grillini?
Anche nel capoluogo pugliese non mancano i dubbi e le polemiche su questa operazione. C’è chi parla di “finta privatizzazione”, di eccessivo ruolo della Camera di Commercio di Bari (peraltro in controtendenza rispetto alle riforme del Governo sul ruolo degli enti camerali), con forti dubbi avanzati sulle procedure seguite per l’individuazione del partner. Ma senza ila nuova linfa (si parla di 2 milioni) che l’accordo con gli emiliani dovrebbe portargli in dote, la Fiera del Levante non ha molto futuro. In tutto questo, chi segue con viva preoccupazione il succedersi degli eventi sono i 40 lavoratori dell’ente fieristico barese e i 120 dipendenti che BolognaFiere aveva dichiarato in esubero, il cui destino è ancora in bilico.

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