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C’è una fronda dentro Comunione e liberazione?

Carron

Prima i mal di pancia interni, sottaciuti, discussi soltanto tra amici, dopo la morte del fondatore don Luigi Giussani, avvenuta nel 2005. Poi, col passare degli anni, l’insofferenza verso il nuovo leader di Comunione e liberazione e i suoi più stretti collaboratori ha preso una piega sempre più pubblica, con accesi dibattiti nelle piazze virtuali, i primi incontri più o meno ‘carbonari’, i primi articoli. Il tutto alimentato sui social-network da alcuni opinion leader, che hanno contribuito a creare una rete di ciellini critici verso il nuovo corso del Movimento portato avanti dal sacerdote spagnolo don Julián Carrón.

Il Meeting di Rimini ha fatto da detonatore di queste divisioni, rendendo plastica una certa discontinuità rispetto al passato. Se n’è accorto Dario Di Vico e l’ha scritto sul Corriere della Sera, analisi in parte confermata dallo stesso don Carrón in un’intervista che ha fatto infuriare molti storici ciellini.

IL DISSENSO DIVENTA PUBBLICO

La componente ciellina contraria alla guida di don Carrón da tempo ha deciso di non rimanere in silenzio; ad esempio, si è fatta sentire in occasione delle mancate adesioni ufficiali del Movimento agli ultimi due Family Day. Mai però si era arrivati alla convocazione di un’assemblea pubblica dove a tema ci fosse proprio la critica ai vertici di Cl.

L’anno scorso, ai primi di ottobre, la prima avvisaglia: un’assemblea in zona Firenze, condotta da uno dei leader storici del Movimento come Giancarlo Cesana, da tempo esautorato da ogni ruolo. Con lui il giornalista irlandese John Waters, che fino a qualche anno fa riempiva i padiglioni del Meeting ma da quando s’è schierato apertamente contro i matrimoni gay nel suo Paese, è finito ai margini. Tuttavia, in quell’occasione non c’era ufficialmente a tema la critica alla linea tenuta da don Carrón. Adesso invece sì. Quest’anno infatti, per la prima volta, è stata convocata una giornata comunitaria con un momento di confronto pubblico nel quale discutere proprio di questo disagio nei confronti dei vertici, di questo nuovo corso del Movimento che non si condivide. L’appuntamento è per domenica 25 settembre al Santuario della Madonna di San Luca, a Bologna, con Santa Messa, pranzo al sacco e assemblea.

I MOTIVI DELL’ASSEMBLEA DI BOLOGNA

“Caro amico, chi ti scrive è un gruppo di persone che ha avuto la grazia di incontrare Giussani e i suoi collaboratori più stretti e che, da questo incontro, ha avuto la vita cambiata, come molto probabilmente sarà accaduto anche a te”. Inizia così la lettera firmata da 28 ciellini e diffusa via web e social network (qui la versione integrale pubblicata sul blog di Antonio Socci), con la quale si annuncia l’assemblea del 25 settembre a Bologna e se ne forniscono le ragioni. Tra citazioni di don Giussani e San Paolo, i promotori scrivono: “Vediamo con preoccupazione e non ci riconosciamo in quella riduzione intimistica e tutta emozionale che viene proposta recentemente dai responsabili di CL come ripresa delle origini del movimento. Non condividiamo la loro spasmodica ricerca del consenso dei media”, “non accettiamo che la nostra storia sia ridotta a una lettura superficiale che la squalifica e la degrada a ricerca di ‘briciole di potere’ o di egemonia”. E ancora: “Rifiutiamo la contrapposizione tra militanza e testimonianza, quasi fossimo un partito, perché, al contrario, la massima espansione missionaria del Movimento è avvenuta proprio nel periodo di presunta militanza”. Sono evidenti i riferimenti alla recente intervista al Corriere della Sera di don Carrón.

L’accusa mossa al leader spagnolo è quella di voler ridurre l’esperienza generata da don Giussani a una riedizione della scelta religiosa che, scrivono, “produsse e che produce oggi una fede disincarnata e ridotta a opinione”. “Ci vogliamo incontrare – si conclude la lettera – per riconoscerci con tutti coloro che hanno la nostra stessa esigenza di vivere integralmente la sequela al carisma di don Giussani e che hanno a cuore la verità della propria esistenza personale e comunitaria. L’incontro vuole essere un inizio, se e come Dio vorrà, di un rapporto stabile di aiuto concreto a seguire il carisma nelle circostanze in cui ci troviamo, rapporto di cui decideremo liberamente assieme le dovute forme”.

CHI SONO I PROTAGONISTI

Tra i 28 firmatari piccano alcuni personaggi piuttosto noti dentro e fuori Cl: dallo stesso Socci, giornalista cattolico molto critico nei confronti di Papa Francesco, ad un altro giornalista come Giampaolo Cerri, dall’editorialista di Avvenire Assuntina Morresi, docente di Chimica all’Università di Perugia, membro del Comitato nazionale per la Bioetica e già consulente del ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, al vicesegretario di Palazzo Chigi Raffaele Tiscar (qui un suo ritratto di ItaliaOggi), fino al docente bocconiano Paolo Preti e al riminese Giuseppe Argelli, che si è già distinto in iniziative di protesta.


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