Skip to main content

Mps, cosa succede tra Marco Morelli, Vittorio Grilli e Corrado Passera?

Non c’è pace per il Monte dei Paschi di Siena. Mentre si è appena insediato a Siena il neo amministratore delegato, Marco Morelli, che per certi aspetti a sorpresa nei giorni scorsi ha sostituito Fabrizio Viola, nella seduta di Borsa del 20 settembre è accaduta una cosa mai successa: per la prima volta, le azioni dell’istituto di credito toscano sono scese sotto i 20 centesimi l’una con una capitalizzazione che a fine giornata risultava ormai scesa a ridosso dei 550 milioni di euro.

IL MOTIVO DEL CROLLO

La pressione sul titolo si fa quindi sempre più schiacciante. Il motivo, questa volta, sono le indiscrezioni di stampa per le quali potrebbe slittare l’approvazione del piano industriale. Per capire di cosa si tratti bisogna fare un passo indietro: dopo la bocciatura agli stress test europei di luglio, l’ormai ex ad Viola, insieme con i consulenti di Jp Morgan e Mediobanca, stava lavorando all’implementazione di un complesso piano di salvataggio. Il progetto sarebbe dovuto passare per la vendita di un maxi pacchetto di sofferenze e per un aumento di capitale da un massimo di 5 miliardi. Ebbene, tra le motivazioni dell’uscita di Viola, secondo indiscrezioni, ci sarebbero anche alcune divergenze sulle modifiche da apportare a questo piano, soprattutto per quel che riguarda la ricapitalizzazione, il cui ammontare – è ormai sempre più probabile – dovrebbe scendere per via della conversione delle obbligazioni subordinate (i cui dettagli sono ancora da stabilire). Modifiche o meno, il disegno prevedeva anche la presentazione di un piano industriale che Viola avrebbe dovuto presentare a settembre e di cui erano già uscite indiscrezioni (per esempio qualcuno aveva parlato del ritorno del dividendo).

TUTTO SLITTA

Ma l’uscita dell’ad ha rimescolato le carte e il nuovo arrivato Morelli, a questo punto, si prenderà un po’ più di tempo prima di presentare il progetto industriale da lui firmato. Del resto, lo stesso aumento di capitale, per la gioia dei consulenti che temevano l’incertezza del referendum costituzionale, è slittato all’inizio del 2017. Così come alla fine dell’anno, secondo quanto appreso da Formiche.net, dovrebbe essere stata rinviata l’assemblea degli azionisti che non solo dovrà dare il via libera alla ricapitalizzazione ma anche nominare il nuovo presidente della banca senese dopo le recenti dimissioni a sorpresa (verosimilmente collegate a quelle di Viola) del presidente Massimo Tononi.

L’INCONTRO CON I SINDACATI

Nel giorno del suo insediamento a Rocca Salimbeni, il neo ad Morelli ha incontrato i sindacati bancari. Al termine dell’incontro, il segretario responsabile coordinamento Uilca del gruppo senese, Carlo Magni, in una nota, ha fatto sapere che Morelli ha “preso un impegno specifico sul capitolo del contenimento delle retribuzioni del management, a partire dalla propria, impegno che verrà reso noto nelle prossime settimane”. I sindacati, aggiunge la nota, hanno auspicato “un intervento decisivo da parte dell’Esecutivo, teso ad occuparsi esclusivamente della messa in sicurezza del terzo gruppo bancario domestico e del sistema creditizio generale, abbandonando quindi qualsiasi ingerenza nelle scelte del management. L’ad – conclude il comunicato – ha assicurato la massima trasparenza nelle decisioni, livelli comunicativi immediati e ha affermato il pieno coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nelle tematiche riguardanti il piano industriale”, il cui slittamento, come detto, potrebbe proprio essere alla base del nuovo crollo di Borsa delle azioni del Monte.

L’INCOGNITA CORRADO PASSERA

Intanto, mentre il neo ad Morelli si insedia a Siena, intorno al salvataggio della banca tornano a circolare voci di un possibile coinvolgimento di Corrado Passera. L’ex ad di Intesa Sanpaolo e di Poste Italiane, oltre che ex ministro dello Sviluppo economico del governo di Mario Monti, già a luglio aveva presentato un piano per mettere in sicurezza e rilanciare la banca, che, tra le altre cose, prevedeva l’ingresso nel capitale di operatori statunitensi e la conversione volontaria in azione delle obbligazioni subordinate. Questo suo progetto, tuttavia, fino a oggi non è stato preso in considerazione. Qualcuno dice per via di Vittorio Grilli, ex ministro dell’Economia del governo Monti e quindi ex “collega” di Passera, e oggi presidente del Corporate & Investment Bank per l’area Europa, Medio Oriente e Africa di Jp Morgan, ma c’è chi attribuisce un ruolo nel siluramento del progetto di Passera anche a Viola. Che però ora non c’è più ed è stato sostituito da Morelli, che sotto Passera ha lavorato in Intesa ai tempi della Banca dei territori. E anche a Siena c’è chi nota come molte delle osservazioni critiche che l’ex capo azienda di Intesa e Poste aveva sollevato si siano poi rivelate vere.



×

Iscriviti alla newsletter