I media americani hanno dato piuttosto risalto a una notizia avuta da Yahoo! News: Carter Page, consigliere del candidato repubblicano alla Casa Bianca, sarebbe nei radar dall’intelligence che vuole capirci di più su una sua rete di collegamenti in Russia. Secondo i funzionari dei servizi americani, Page avrebbe avuto contatti con notabili di alto livello del Cremlino, ai quali avrebbe promesso l’abolizione delle sanzioni qualora il suo candidato vincesse la corsa elettorale.
I TIMORI
Washington tiene altissima la guardia su possibili interferenze nelle elezioni ormai prossime (la data è l’8 novembre): gli attacchi informatici al Partito Democratico, quelli alle banche dati elettorali di Arizona e Illinois, la pubblicazione di un’immagine, forse non autentica, del passaporto della first lady, l’aumento nell’ultimo anno di operazioni di hacking contro enti, società, uffici governativi americani, sono segnali. La chiamano “October Surprise”, una sorpresa come “botto finale”che il mese prossimo potrebbe alterare la percezione dell’opinione pubblica e interferire col voto: per esempio, la rivelazione di qualche particolare scottante su Hillary Clinton, magari uscito da uno dei set di informazioni sottratte in queste settimane dagli attacchi hacker. Gli americani temono che dietro a queste azioni possa esserci lo zampino russo, con Mosca non tanto direttamente interessata alla vittoria di uno dei due contender, quanto intenzionata a interferire, creare caos, alterare il voto.
LE ACCUSE
È in questo scenario che le attività del consulente di Trump sarebbero state discusse dalle intelligence con membri di alto livello del Congresso negli ultimi briefing sui sospetti sforzi di Mosca per influenzare le elezioni presidenziali. Ed è dopo uno di questi briefing che il leader della minoranza democratica al Senato Harry Reid ha scritto al direttore dell’FBI James Comey, citando notizie di incontri tra “un consulente di Trump” (Page) e “soggetti sanzionati di alto rango” di Mosca avvenuti durante l’estate: una prova del “significativo e preoccupante legame “tra la campagna Trump e il Cremlino” il quale “ha bisogno di essere esaminato dall’ufficio di presidenza”. Altri due elementi politici di spicco, dopo il briefing dell’intell hanno alzato ulteriormente il tiro: Dianne Feinstein e Adam Schiff, rispettivamente a capo delle sottomissioni Intelligence e Sicurezza interna di Senato e Camera, hanno redatto una dichiarazione congiunta con cui hanno accusato apertamente Vladimir Putin di voler alterare le elezioni.
DEFENSE! DEFENSE!
È in atto un’azione difensiva con cui gli Stati Uniti stanno prendendo le contromisure a quello che credono sia una sorta di attacco strategici su ampia scala, che si muove sul campo cyber (diventato ormai terreno di battaglia semi-convenzionale) e su quello delle influenze dirette. Per esempio: i russi potrebbero avere usato i propri hacker militarizzati per ottenere informazioni scottanti da passare alla campagna Trump in cambio delle promesse di Page, ma siamo nel campo delle speculazioni.
CHI È PAGE?
Trump ha fatto la prima volta il nome di Page durante un’intervista al Washington Post a marzo: i membri dell’Editorial Board del giornale hanno ammesso di aver dovuto googolare quel nome per saperne di più, era quasi sconosciuto (strano per un advisor di alto livello inserito nel ristretto gruppo di addetti a curare le relazioni estere di un candidato alla presidenza). Page è un ex funzionario della banca d’investimento Merrill Lynch a Mosca: ora dirige una società di consulenza, la Global Energy Capital, con sede a New York a due passi dalla Trump Tower (dettaglio non probatorio, ndr). La GE Capital è specializzata in offerte di petrolio e gas in Russia e in altri paesi dell’Asia centrale, con rapporti col gigante governativo Gazprom.
GLI INCONTRI
Tra i possibili incontri di Page, Igor Sechin, intimo di Putin, guida della petrolifera statale Rosneft, sanzionato nel 2014 dal dipartimento di Stato per le responsabilità sulla crisi ucraina e l’annessione della Crimea: è un “componente chiave per l’attuale posizione” del presidente dice la nota del Dipartimento. Altro personaggio con cui Page avrebbe avuto collegamenti è Igor Diveykin, altro elemento dell’inner circle putiniano, che i funzionari dell’intelligence che hanno parlato con Yahoo! News descrivono come il referente per le operazioni di interferenza russe nelle elezioni americane.
UN PARVENU?
Julia Ioffe, che per Politico segue gli affari di Mosca (è nata là), ha per certi versi ridimensionato l’intera vicenda: secondo le due ricostruzione e i suoi contatti, Page è una sorta di parvenu della politica, un Bel Ami che per crearsi spazi spaccia contatti e collegamenti con cerchie più ristrette rispetto a quelle che può raggiungere; sarà l’intelligence a chiarire.