Italia 5 Stelle in versione siciliana è alle spalle. Ciò che rimane della kermesse grillina – al di là dei beceri insulti e spintoni ai giornalisti conditi dal balletto della sindaca romana Virginia Raggi (qui il video) – è il ritorno al centro della scena di Beppe Grillo. Non che il fondatore avesse lasciato il palco, per carità, un animale da palcoscenico come lui non se lo sogna nemmeno; aveva però azzardato quel famoso “passo di lato” che si è rivelato fallimentare. Tuttavia, anche questo nuovo tentativo di Grillo è “destinato a fallire”. Lo sostiene Marco Canestrari, uno che le dinamiche interne ai 5 Stelle le conosce bene dato che è stato per anni collaboratore di Gianroberto Casaleggio e dello stesso Grillo alla Casaleggio Associati (qui un suo ritratto) e ha scritto il libro Supernova sostenuto tramite crowfunding per svelare alcuni altarini pentastellati.
Grillo da Palermo ha lanciato un messaggio chiaro: il capo sono io. Lei che ha conosciuto bene il Movimento dall’interno, come giudica questa mossa del fondatore?
Il direttorio imposto ai garanti ha evidentemente fallito, com’era prevedibile. E credo che Grillo si sia reso conto che più di uno, nel MoVimento, non gli racconta e spiega del tutto quello che dovrebbe sapere, e sta tentando di riprendere il controllo. Ma quello di Grillo è un tentativo destinato a fallire.
La kermesse a 5 Stelle ha messo ulteriormente in luce alcune divisioni interne, tra l’asse Di Maio e Di Battista da una parte e un’area più critica che serpeggia tra i vari Fico, Taverna, Ruocco e altri ancora. E’ una frattura destinata a diventare insanabile?
Credo lo sia già. Io già ad aprile avevo previsto che sarebbe scoppiata una guerra per bande dopo le amministrative, cosa che è puntualmente avvenuta. Ormai sono in Parlamento da tre anni, si frequentano tutti i giorni e si conoscono bene: se hanno permesso che, per il loro conflitti, fosse messo in pericolo il governo di Roma significa che l’unico esito possibile è che uno, o un gruppo, prevalga e gli altri perdano.
Grillo però ha annunciato un nuovo regolamento, soprattutto per comparsate in tv. Cosa dobbiamo attenderci?
Vedremo se questo regolamento risolverà il conflitto di interessi di Davide Casaleggio, che è politicamente il punto più rilevante: Davide, e i parlamentari più vicini a lui, hanno accesso ai dati del portale Rousseau, sanno come votano davvero iscritti e parlamentari. Il nodo per controllare il MoVimento è quello, come spieghiamo nel nuovo capitolo di Supernova, a disposizione di chi sostiene il progetto su www.supernova5stelle.it.
Il Direttorio sembra ormai esautorato. Ci sarà guida più collegiale oppure verrà ulteriormente accentrata su Grillo?
Se la guida verrà accentrata sarà un fallimento. Non importa chi sta al centro, se Grillo o altri: tutti vorranno comunque stare vicini al centro, innescando le stesse dinamiche tipiche delle organizzazioni che hanno vertici o organi direttivi. Non lo dico io, lo dice Davide nel suo libro Tu sei Rete. Se l’organizzazione sarà questa, il progetto è fallito.
Italia 5 Stelle di Palermo è stato anche l’esordio pubblico di Davide Casaleggio, che ha detto di non voler sostituire il padre Gianroberto. Che ruolo avrà Casaleggio jr nel Movimento?
Davide ha un’azienda in perdita di 123.000 euro, nell’ultimo bilancio, e un patrimonio di dati contenuti nel portale Rousseau che sono potenzialmente monetizzabili. Intanto ha già fondato l’associazione Rousseau, tenendo fuori Grillo e chiamando a sé, invece, due fedelissimi. E spostando un dipendente di Casaleggio Associati all’Associazione finanziata dalle donazioni.
Lei ha lavorato per diverso tempo con Gianroberto Casaleggio e l’ha potuto conoscere da vicino. Dove si fa sentire maggiormente la sua assenza?
Nella visione. Roberto aveva chiari la direzione e l’obiettivo come nessun altro.
Nel suo libro Supernova, lei racconta della deriva e del tradimento del progetto originario a 5 Stelle. C’è possibilità di invertire la rotta? Ci sono esponenti politici di primo piano che ancora incarnano lo spirito delle origini?
L’Italia ha bisogno del MoVimento, ma non di questo MoVimento. Ci sono alcune persone che c’erano fin dall’inizio, ma sono molto cambiate. I Palazzi hanno vinto, mi pare.
Ieri è stato anche il giorno di Virginia Raggi a Palermo. Le tensioni su Roma sono l’emblema delle difficoltà interne ai 5 Stelle?
Roma è stato il campo di battaglia del primo scontro pubblico, mentre prima bene o male tutto era relegato agli uffici di Montecitorio, da cui infatti non è mai più stata trasmessa una riunione in streaming. Credo che un buon indicatore di quello che possiamo aspettarci sia una frase di Roberto Fico di pochi giorni fa: “Le rivoluzioni a metà sono peggio dei partiti”. A me pare una dichiarazione di guerra.