Quella stagione non si perse neppure una partita allo stadio Gasómetro, e andò anche a vedere una trasferta, vittoriosa. Nel 1946 l’entusiasmo del piccolo Jorge Mario Bergoglio, 10 anni ancora da compiere, era tutto per il San Lorenzo de Almagro, la squadra fondata dal padre salesiano Lorenzo Massa, di origini piemontesi come lui.
LA PARTITA DELLA SQUADRA DI BERGOGLIO
Settanta anni dopo il Ciclón, come è soprannominata la squadra di Boedo, rende omaggio a Papa Francesco, in un’amichevole con la Roma preparata da mesi ma che diventa uno strumento per contribuire, per quanto possibile, al sostegno economico verso le popolazioni colpite dal terremoto.
La partita si giocherà sabato 3 settembre allo stadio Olimpico, al termine di una giornata che vedrà l’incontro tra i club di tifosi del San Lorenzo in arrivo da mezza Europa. A fare gli onori di casa – nel pomeriggio, in un pub in zona Colosseo – saranno i ragazzi di RomAzulgrana, romani contagiati dalla passione per il Ciclón, che a partita conclusa continueranno la festa con i giocatori argentini.
IL LIBRO SU RENÈ PONTONI…
Venerdì, vigilia della partita, sarà invece presentato il libro “René Pontoni – Il calciatore preferito di Papa Bergoglio”, scritto dal giornalista bolognese Lorenzo Galliani ed edito da Minerva. Alle 18, in via Labicana 122 (sempre zona Colosseo), saranno presenti Roberto Álvarez e Miguel Mastrosimone, rispettivamente vicepresidente e segretario generale del San Lorenzo de Almagro. Prenderanno la parola anche Roberto Rizzo, di RomAzulgrana, e il vaticanista del Tg2 Enzo Romeo.
IL CALCIATORE PREFERITO DAL PAPA
Pontoni (neanche a farlo apposta, pure lui di origini piemontesi, della provincia di Cuneo) fu il fuoriclasse proprio di quel San Lorenzo del 1946, e assieme a Farro e Martino – quest’ultimo giocò anche nella Juventus – formò il “Terceto de Oro” d’attacco. Sua riserva nella Nazionale argentina, nella quale segnò 19 gol in altrettante partite, fu Alfredo Di Stefano, che emigrò poi in Spagna facendo le fortune del Real Madrid.
Rimasto sin da bimbo orfano di padre, per Pontoni il calcio rappresentò la possibilità per risollevare le sorti della propria famiglia. Ci riuscì, almeno fino a quando un grave infortunio gli chiuse di fatto la carriera. Aprì poi una pizzeria, assieme all’amico e cognato Mario Boyé, fuoriclasse del Boca Juniors che giocò, in una brevissima esperienza, anche al Genoa. Di Pontoni, morto nel 1983, restano i ricordi della sua eleganza in campo e delle reti spettacolari. Come contro il Racing rimasta in mente allo stesso Bergoglio. Il quale nel 2013, parlando davanti alle Nazionali di Italia e Argentina, disse: “Vediamo se qualcuno di voi riesce a segnare un gol come quello di Pontoni”.