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Il Sole 24 Ore sballotta la speculazione eccitata dal Financial Times sulle banche italiane

Diatriba mediatica tra colossi giornalistici dell’economia e della finanza. Oggi Il Sole 24 Ore, nel difendere le banche italiane da voci e rumors sulla solidità degli istituti di credito nostrani, sballotta senza tante perifrasi il Financial Times, il quotidiano della City che ieri si è lanciato in un vaticinio, o in un augurio, chissà: in caso di vittoria del No al referendum costituzionale del 4 dicembre 8 banche italiane sono destinate ad andare allo scatafascio, ha detto in sostanza il quotidiano finanziario edito a Londra.

“Il gioco pesante dei bravi ragazzi”, il titolo del commento che compare oggi sulla prima pagina del dorso finanziario del quotidiano diretto da Roberto Napoletano (nella foto). Titolo chiaro. Ancor più chiaro il testo del commento firmato da Alessandro Graziani. Ecco il cuore dell’articolo con il riferimento diretto al quotidiano finanziario britannico: “Il gioco al massacro che in Borsa si sta facendo sulle banche italiane è quanto meno forzato. E inutilmente allarmista per azionisti, obbligazionisti e correntisti del sistema bancario italiano. Soprattutto se ad alimentarne le portata sono indiscrezioni come quelle lanciate ieri dal Financial Times, in cui si arriva a prospettare il rischio fallimento di otto banche italiane in caso di vittoria del No al referendum”. “Ipotesi senza senso”, taglia corto il quotidiano economico-finanziario controllato da Confindustria: ipotesi senza senso “ma ben accolte dalla speculazione della City che – tornando ai desk di trading al lunedì mattina con l’assiste di Ft ripreso in tempo reale da agenzie e siti internazionali –  non ha esitato a cogliere l’occasione per un’altra giornata di guadagni assicurati e hanno venduto allo scoperto i titoli delle banche italiane”.

Ma chi sono i “bravi ragazzi” sbertucciati e indicati nel titolo del commento firmato da Graziani? Sono – scrive il Sole 24 Ore – i bravi ragazzi “degli hedge fund e delle grandi investment banks che da Londra alimentano la grande speculazione finanziaria”. E per quei “bravi ragazzi” nessun evento è positivo o negatvio in sé. L’essenziale è che, attorno ad ogni grande avvenimento (finanziario ma anche politico), si possa costruire un evento di rilievo globale per poter costruire posizioni di trading speculativo”.

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