L’ambasciatore russo in Turchia Andrei Karlov è stato ucciso ad Ankara, mentre stava tenendo il suo intervento per la presentazione di una mostra d’arte. Karlov è stato colpito con diversi colpi di pistola (alla testa e alla schiena), insieme a lui sono state ferite almeno altre due persone. Le ultime notizie dicono che il diplomatico sia morto durante il trasporto in ospedale.
#pt: #Russia’s Ambassador was at an art exhibition.
Photo from scene appears to show a gunman (right) & Ambassador shot on ground (center). pic.twitter.com/ktmY6A6a6J
— Charles Lister (@Charles_Lister) 19 dicembre 2016
A sparare sarebbe stato un uomo ucciso nel successivo blitz della polizia. L’attentatore pare fosse entrato con un pass della polizia (non è chiaro se sia stato autentico o meno). L’aggressore, mentre Karlov parlava, si trovava alle sue spalle, poi ha sfoderato l’arma, ha fatto fuoco, ha detto frasi riferendosi alla situazione di Aleppo. “Non dimenticatevi di Aleppo, non dimenticatevi della Siria!” ha urlato l’uomo.
Stills from video Ankara attack on Russian ambassador pic.twitter.com/VTIl56fCwx
— willem middelkoop (@wmiddelkoop) 19 dicembre 2016
Turchia e Russia sono impegnate nei negoziati – rispettivamente per conto dei ribelli e del regime – che hanno portato all’evacuazione dell’ultima enclave in mano alle opposizioni della parte orientale della seconda più grande città della Siria. È possibile che la situazione produca rappresaglie interne, a causa della posizione troppo morbida presa dalla Turchia, che ha da poco ripreso i rapporti diplomatici con la Russia (dopo la vicenda del Sukhoi abbattuto lo scorso novembre).
Mosca è il maggior alleato del regime siriano e ne coordina le attività militari e strategiche: le stesse che hanno messo atrocemente sotto scacco i ribelli armati di Aleppo, costretti alla resa. La Turchia ha dato fin dall’inizio del conflitto siriano sostegno alla lotta armata degli anti-regime, che potrebbero aver visto questa mediazione (alla quale ha preso parte anche l’Iran, sostenitore delle milizie più odiate dai ribelli) come un tradimento. Ad Aleppo la fazione combattente più forte è l’ex qaedista Jabhat Fateh al Sham (un tempo al Nusra), che nel suo palmares ha attentati e operazioni kamikaze, oltre che buoni link in Qatar e Turchia.
Ma oltre a questo genere di rappresaglia, sullo sfondo potrebbero esserci anche azioni dello Stato islamico, che ha più volte invitato i propri adepti a colpire i diplomatici russi in giro per il mondo (in questo, la Turchia che ha con la Russia una delicata relazione in ricostruzione potrebbe essere il luogo perfetto per un attentato, anche considerando che il paese è ancora un luogo logisticamente favorevole alle operazioni dei gruppi jihadisti).
ECCO IL VIDEO DELL’ATTENTATO. ATTENZIONE CONTIENE IMMAGINI CHE POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITÀ
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