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Donald Trump e Jared Kushner sfidano la legge anti-nepotismo?

È ufficiale. Jared Kushner, giovane imprenditore di successo, marito di Ivanka – nata dal matrimonio tra il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e l’ex moglie Ivana – e figura chiave della vittoria elettorale del suocero, si è guadagnato un posto nell’ala ovest della Casa Bianca. Quella che ospita lo studio ovale.

Lo ha confermato lunedì scorso lo stesso Donald, quando ha dichiarato di aver nominato il giovane Kushner senior adviser alla Casa Bianca con incarichi specifici su commercio e Medio Oriente. Il ruolo sarà essenzialmente quello che Kushner ha già ricoperto durante la campagna elettorale dell’allora candidato repubblicano, andando a completare il trio che include anche Reince Preibus, capo di Gabinetto, e Stephen Bannon, consigliere speciale. “Si è rivelato un gran successo, sia nel mondo degli affari che in politica. Lui sarà un membro del mio team dal valore inestimabile”, ha detto di lui il suocero in occasione della conferenza stampa per ufficializzare l’incarico.

Sebbene la notizia ufficiale sia arrivata solo lunedì, voci sulla possibilità che il marito di Ivanka si guadagnasse un posto alla Casa Bianca si rincorrevano già da tempo. In un’intervista rilasciata al New York Times poco dopo le elezioni, Trump aveva affermato di voler porre fine al conflitto tra Israele e Palestina e che suo genero potrebbe essere d’aiuto nel raggiungere la pace. Jared, infatti, oltre a essere un immobiliarista di successo, nonché editore del New York Observer, è anche membro della potente comunità ebraica negli Stati Uniti. Figlio del noto imprenditore edile Charles Kushner, Jared è nato nel New Jersey, ma ha origini polacche ed è cresciuto in una famiglia ortodossa. I nonni, cosiddetti ashkenaziti, ebrei orientali, sopravvissuti all’Olocausto, lasciarono la Polonia nel 1949 e si trasferirono negli Stati Uniti.

LA LEGGE ANTI NEPOTISMO

La nomina di Jared Kushner come senior adviser alla Casa Bianca, sebbene anticipata da numerose dichiarazioni rilasciate dal suocero, solleva – secondo alcuni osservatori – dei dubbi per via dell’aspetto legato al nepotismo.

La legge anti-nepotismo del 1967 prevede che “un pubblico ufficiale non può nominare, assumere, promuovere o raccomandare nessun individuo di cui sia parente per una posizione civile all’interno dell’agenzia di governo nella quale il pubblico ufficiale stesso è impiegato”. Per la precisione, il legame di parentela che c’è tra genero e suocero è uno di quelli cui la legge fa esplicitamente riferimento nel prevedere il divieto, sebbene una volta un giudice abbia stabilito che la norma non sia da considerarsi valida per lo staff della Casa Bianca. La legge fu istituita nel 1967, dopo che il presidente John F. Kennedy aveva designato il fratello Robert general attorney, e nel corso degli anni i presidenti degli Stati Uniti hanno cercato di non assegnare ai membri della famiglia incarichi pubblici.

I PRECEDENTI

Tuttavia, quello della nomina di Kushner non sarebbe il primo caso a far supporre – secondo alcune interpretazioni – un’aperta violazione della legge anti-nepotismo. Ironia della sorta, un episodio simile, e che oggi costituisce un precedente nell’interpretazione della norma, ha visto protagonisti l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e la moglie, rivale del presidente eletto Trump, Hillary. Nel 1993 l’allora presidente democratico pose la moglie a capo di un piano di riforma sanitaria – quello che poi sarebbe divenuto noto come Hillarycare – dopo che la corte aveva stabilito la nomina conforme alla legge anti-nepotismo, dal momento che la Casa Bianca era da considerarsi estranea alla giurisdizione della stessa.

La tesi sostenuta allora è la stessa addotta da Wilmer Hale, noto studio di avvocati di Washington incaricato di gestire la questione per conto della famiglia Trump-Kushner. Secondo Jamie Gorelick – la socia dello studio che ha in mano il caso – la Casa Bianca, infatti, oggi come allora, non è da considerarsi un’agenzia di governo. Inoltre, secondo l’avvocato, sarebbero in molti a non voler rinunciare a una voce più moderata all’interno dell’amministrazione in procinto di insediarsi a Washington.

Sebbene alcuni media avvalorino la posizione dell’avvocato Gorelick, il Washington Post ha citato Richard Painter e Norman Eisen – avvocati esperti del settore, in precedenza impiegati nell’amministrazione di George W. Bush e di Barack Obama – secondo i quali sarebbe più opportuno non chiamare parenti del presidente a ricoprire posizioni all’interno dell’ala ovest della Casa Bianca.

IL CONFLITTO DI INTRESSI

Quello legato alla legge anti-nepotismo, però, non è l’unico problema che potrebbe essere sollevato dalla nomina di Kushner. Anche la questione del conflitto di interessi non è da sottovalutarsi.

La società di famiglia è in trattative con il colosso cinese Anbang Insurance Group, che dovrebbe occuparsi di recuperare il grattacielo, sito al 666 della Fifth Avenue di Manhattan, di cui è proprietaria la famiglia Kushner. Il misterioso gigante cinese, che sembrerebbe avere legami con il governo di Pechino, è stato, in passato, oggetto di scrutini da parte di agenzie federali.

“Le società di proprietà dei Kushner, inoltre, sarebbero in affari anche con Goldman Sachs, Blackstone e Deutsche Bank”, si legge sul sito del Guardian.

Secondo Haaretz la fondazione della famiglia Kushner avrebbe donato decine di centinaia di dollari ad alcune istituzioni e organizzazioni presenti negli insediamenti israeliani della West bank. “In osservanza alle legge dell’etica, e su consiglio dell’avvocato Gorelick, Kushner abbandonerà la guida della compagnia di famiglia e si dimetterà dall’incarico di editore del New York Observer […] Inoltre, Kushner si terrà alla larga da questioni che potrebbero avere un impatto sui sui restanti interessi finanziari”, si legge sul quotidiano israeliano.

COSA PENSA L’AMBASCIATORE DENNIS ROSS

L’ambasciatore Dennis Ross, special advisor per il Golfo Persico e il Sud Est asiatico quando era segretario di Stato Hillary Clinton, in un’intervista al Jerusalem Post, ha dichiarato: “Ho sentito che avrà una funzione di carattere onnicomprensivo e non solo legata allo Stato di Israele. Io penso che lui diventerà una sorta di ombra del capo di gabinetto. Le conoscenze che abbiamo in comune lo descrivono come una persona intelligente, in grado di imparare quello che è necessario che impari e solita affrontare le cose con attenzione e fare analitico”.

LA FAMIGLIA NUMEROSA DI DONALD TRUMP. IL FOTO-RACCONTO

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