Un anno dopo il Family Day del Circo Massimo, il Popolo della Famiglia si riunisce in Assemblea nazionale sabato 28 gennaio al Teatro Eliseo di Roma. Il partito guidato dal giornalista Mario Adinolfi (direttore della Croce) e dall’avvocato Gianfranco Amato (presidente dei Giuristi per la vita), e scaturito dall’esperienza di quella piazza mobilitatasi contro il ddl Cirinnà per le unioni gay, ha già fatto il suo debutto alle amministrative 2016 presentandosi in diversi Comuni (lo stesso Adinolfi si è candidato a sindaco di Roma), senza però sfondare nell’elettorato cattolico cui principalmente si rivolge. Ora, con una anno di vita alle spalle e una diffusione capillare in tutta Italia cresciuta grazie ai canali social, per il PdF è arrivato il momento del salto di qualità.
IL PDF VUOLE ENTRARE IN PARLAMENTO
“Nella vita politica italiana ora c’è una voce evidente, chiara, riconoscibile e riconosciuta, rispetto a un panorama che calpesta i principi non negoziabili. E’ la voce del Popolo della Famiglia, un soggetto politico autonomo, che si pone come baluardo di questi valori”. Parola di Adinolfi, che con Formiche.net anticipa alcuni temi al centro dell’Assemblea di domani. “Dall’Eliseo lanceremo il lungo anno elettorale del Popolo della Famiglia: la prima tappa certa sono le amministrative di primavera, che ci vedranno presenti in capoluoghi come Verona, Brescia, Parma, Piacenza, Genova, Palermo. Dopodiché – continua l’ex deputato del Pd – non sappiamo ancora quando si terranno le politiche, ma sappiamo bene che sono un banco di prova a cui siamo chiamati e quindi saremo presenti con il nostro simbolo e i nostri candidati con l’obiettivo di entrare in Parlamento”. E questo, continua Adinolfi, proprio in virtù di quella che lui definisce “la lezione politica tratta dal Family Day di un anno fa”. Ossia, “che c’è un popolo vastissimo di milioni di persone sentitosi sotto attacco con il ddl Cirinnà e altre iniziative legislative contro la famiglia e contro l’uomo. Qualcuno ritiene che per difendere questi valori si debba ancora passare attraverso i vecchi partiti, rivelatisi tutti traditori delle piazze di San Giovanni (il Family Day del giugno 2016, ndr) e del Circo Massimo. Noi crediamo sia il momento di sostenere un soggetto politico autonomo”.
L’ACCUSA A GANDOLFINI: “UNITA’ RIFIUTATA”
E qui si arriva all’ormai annosa polemica con l’altra costola del Family Day, quella incarnata dal portavoce del Comitato organizzatore Difendiamo i nostri figli, il neurologo bresciano e neocatecumenale Massimo Gandolfini, e da altri esponenti come l’avvocato Simone Pillon, Filippo Savarese, Jacopo Coghe e Maria Rachele Ruiu. La rottura si è consumata quando nel marzo 2016 Adinolfi e Amato hanno dato vita al partito Popolo della Famiglia, seguendo una strategia non condivisa da Gandolfini&co. convinti che si dovesse proseguire nell’azione di lobbing parlamentare e sensibilizzazione dell’opinione pubblica (qui, qui e qui alcuni approfondimenti di Formiche.net). Il tutto è sfociato in pesanti liti sui social, attacchi personali e accuse incrociate che hanno lasciato interdetta la stessa base del Family Day. Alcuni giorni fa Adinolfi è tornato sull’argomento con un editoriale dal titolo “L’errore di rifiutare l’unità”, scaturito dalle parole pronunciate da Gandolfini in conclusione del raduno nazionale del Comitato Dnf. “Noi abbiamo offerto più volte l’unità – ribadisce il giornalista a Formiche.net -, nonostante sul piano personale ci sia stato un atteggiamento sbagliato da parte di Gandolfini. Abbiamo proposto un’unità nella distinzione dei ruoli, con il Comitato che continua a fare un’azione pre-politica e culturale, e il Pdf che ne diviene il braccio politico. Ma questo è stato rifiutato per decisione altrui”. Detto ciò, Adinolfi è convinto che “parliamo di un problema che interessa al massimo mille persone, e sto esagerando coi numeri. Quando sulla scheda elettorale la gente troverà il nostro simbolo non credo proprio che penserà a queste cose”. “Non c’è alcuna sfida tra Adinolfi e Gandolfini – conclude – ma due opzioni politiche diverse: una molto innovativa e faticosa come la nostra, che cerca una strada autonoma, e una più abituale e facile che passa dai vecchi partiti traditori. Credo proprio che il popolo del Family Day sceglierà noi”.
L’AVVOCATO AMATO IN TANDEM CON POVIA
A portare le battaglie del PdF in giro per tutta Italia ci pensa anche l’avvocato Amato, che da qualche tempo si è inventato un format in tandem con Povia. Si tratta di eventi dove le invettive contro l’educazione gender nelle scuole del giurista si alternano ad esibizioni sul palco del cantante già protagonista di Sanremo. Ma l’avvocato Amato non si è fermato qui: come Adinolfi, e come altri esponenti del Pdf, ha avviato un appuntamento fisso di diretta Facebook per interagire con i sostenitori, mentre negli ultimi giorni si è rivolto direttamente al presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco per presentargli l’attività del Popolo della Famiglia.
C’E’ UN ADINOLFI IN VERSIONE NAPOLETANA
Si chiama Luigi Mercogliano, lavora come addetto stampa della Fistel-Cisl Campania (la categoria dei lavoratori di informazione e spettacolo), è stato candidato sindaco del PdF a Napoli alle scorse amministrative e fisicamente è un peso massimo simile ad Adinolfi. Secondo Mercogliano, “gli amici del Comitato Difendiamo i nostri figli dovrebbero essere come quando criticano Renzi ed ammettere che oggi il soggetto radicale, chiaro e inattaccabile che rappresenta in toto le istanze del Family Day già c’è ed è il Popolo della Famiglia”. “Il rapporto con Gandolfini andrebbe sì recuperato”, dice Mercogliano a Formiche.net, ma “l’amore si fa in due. E sembra proprio che sia il leader del Dnf a non voler riprendere il cammino insieme tornando a ricomporre la famiglia di piazza San Giovanni e del Circo Massimo”. Su chi deve essere il candidato premier del PdF, Mercogliano non ha dubbi: “Credo che Adinolfi abbia la stoffa di fare il leader, quindi vedo lui come candidato di tutto il Movimento. Mentre vedo Amato, uomo di legge dalla comprovata e consolidata esperienza, come capace di infiammare le piazze con la sua grinta e la sua forza inesauribile. Noi però non siamo un movimento verticistico”.
(Nella foto tratta da Facebook, i vertici del Popolo della Famiglia: Gianfranco Amato, Mario Adinolfi e Nicola Di Matteo)