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Come si muove Raymond Burke tra Papa Francesco, Angelo Becciu e Matteo Salvini

Il cardinale Raymond Leo Burke (nella foto) coltiva relazioni pericolose nella Chiesa di Francesco? E’ quanto si chiedono ambienti liberal in queste ore, viste simpatie e incontri del cardinale. Per qualcuno l’eminenza ha un problema: non parla male di Donald Trump (a differenza di monsignor Angelo Becciu) e riceve il leader della Lega, Matteo Salvini, che non lesina critiche a Papa Francesco. Non solo: la nomina di Becciu a delegato speciale dei Cavalieri di Malta (qui l’approfondimento di Formiche.net) segna di fatto un siluramento di Burke sul tema, secondo alcuni osservatori.

UN’ORA E MEZZA CON LEADER DEL CARROCCIO

Ha fatto molto chiacchierare “l’udienza” che giovedì pomeriggio il porporato ha concesso al leader del Carroccio, Matteo Salvini. Un incontro di un’ora e mezza nell’appartamento romano di Burke, a due passi dal colonnato di San Pietro. Che si siano detti non è dato sapere. Sua eminenza è impegnato: sta preparandosi a partire per gli States. Fonti interne alla Lega Nord contattate da Formiche.net preferiscono il “no comment” sui contenuti del dialogo. Lo stesso Salvini non ha scucito parola. Stringata la risposta a Gian Guido Vecchi del Corriere della Sera: “Posso solo dire che è sempre un’emozione discutere di certi temi a certi livelli, e ne siamo usciti con tanta forza in più”. Sì, ma quali temi? Il vaticanista Francesco Antonio Grana riferisce sul Faro di Roma di un colloquio ad ampio raggio: “All’esame lo scenario politico italiano con le probabili elezioni anticipate che si potrebbero tenere già a giugno, ma anche i rapporti privilegiati di Salvini con il neo presidente americano Donald Trump”. Ecco, Trump. È lui il trait d’union tra l’aperto critico del papato di Francesco e il segretario della Lega Nord? Forse, ma non solo. Del resto i due si sarebbero già incontrati nel marzo 2016.

IL CARDINALE SBEFFEGGIATO DAI GIORNALI

Critiche esplicite il cardinale le prende spesso da giornali e commentatori. Che non mancano di canzonarlo per il vizio di non avere rinunciato alle insegne tipiche del cardinalato, mai abolite ma fuori moda, come il lungo mantello detto cappa magna o l’ampio cappello, il galero. Grana parla di “carnevalate”. Vatican Insider dando conto del tè con Salvini non manca di ricordare la posizione anti-bergogliana del leader leghista: “Un esempio su tutti? Le parole postate sul suo profilo Facebook durante la visita di Francesco nei campi profughi dell’isola greca di Lesbo: Con tutto il rispetto, il Papa sbaglia. Mi sembra che la catastrofe avvenga in Italia, non in Grecia”. Ricordando anche la maglietta esibita da Salvini a Pontida con la scritta “Il mio Papa è Benedetto”. C’è abbastanza per attaccare indirettamente il cardinale statunitense, uno dei firmatari dei dubia ad Amoris laetitia. Il sottotesto critico assai è questo: Burke fa male a parlare con Trump e Salvini. E pazienza se Gesù frequentava tutti. Questa volta non vale.

LEO E THE DONALD

“Macché uomo d’odio, da presidente difenderà i valori della Chiesa”, dichiarò al Giornale il porporato del Wisconsin, pochi giorni dopo le elezioni di novembre. “Da quello che ho sentito in campagna elettorale – spiegava al giornalista Fabio Marchese Ragona – mi pare che il nuovo presidente capisca bene quali sono i beni fondamentali per noi importanti. In primo luogo sono convinto che, da come ha detto, avrà a cuore la difesa della vita umana sin dal suo concepimento e che potrà mettere in campo tutte le azioni possibili per contrastare l’aborto. E poi credo anche che abbia ben chiaro l’insostituibile bene della libertà religiosa. Infine sicuramente porrà attenzione alla sanità americana, tema che per ora non va molto bene negli Stati Uniti!”. Quanto al tema immigrazione, aggiungeva: “Non penso che il nuovo Presidente sarà ispirato da odio nel trattamento della questione dell’immigrazione, una questione di prudenza che richiede la conoscenza di chi sono gli immigrati, delle ragioni che li spingono ad emigrare e della capacità delle comunità locali ad accoglierli. La carità deve essere sempre intelligente e, perciò, informata da una profonda conoscenza della situazione sia di chi vuol immigrare sia di chi deve ricevere queste persone”. Della capacità di accoglienza dei Paesi ne ha parlato, col suo stile, anche Francesco: “L’Europa non abbia paura dei migranti”, diceva al ritorno dal viaggio in Svezia. Ma esiste anche “la prudenza dei governanti che devono fare il calcolo di come poterli sistemare, perché i rifugiati vanno accolti ma poi li si deve anche integrare”.

BECCIU PERPLESSO SU TRUMP

Linea ben diversa da Burke su Trump e le sue politiche sull’immigrazione quella seguita dall’arcivescovo Angelo Becciu. Il numero due della Segreteria di Stato, e fresco di nomina come delegato speciale del Papa all’Ordine di Malta, con un incarico che di fatto per almeno tre mesi esautorerà l’americano cardinale patrono dei cavalieri. Commentando la politica sull’immigrazione di Trump, ha detto: “Certamente c’è preoccupazione perché noi siamo messaggeri di un’altra cultura, quella dell’apertura”, ha affermato a Tv2000. Aggiungendo: “Papa Francesco insiste sulla capacità d’integrare coloro che arrivano nella nostra società e cultura”. E mai e poi mai si costruiscano muri. “Chi li costruisce non è cristiano”, scomunicò Bergoglio.

INTANTO BURKE VOLA NEGLI STATES

Martedì il cardinale parteciperà presso l’Ohio State University, College of Medicine, ai lavori della Medical Ethics Conference. Parlerà di “The Economy of Life”. Nei giorni scorsi è stato premiato dai leader pro-life americani che gli hanno conferito il “Law of Life Achievement Award”, per la sua difesa della fede, della vita e della famiglia, nonostante “le persecuzioni e le pubbliche umiliazioni da lui patite” per questo, e sopportate sempre “serenamente”. Battaglie condivisa da Trump, che tra i primi atti di governo ha messo i bastoni tra le ruote agli abortisti. Quindi ha nominato il conservatore Neil Gorsuch alla Corte suprema. Un convinto antiabortista, contrario a eutanasia e matrimoni gay.



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