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Cosa hanno detto Gentiloni, Pinotti e del Sette alla Scuola Ufficiali Carabinieri

gentiloni inaugurazione dell'Anno accademico della Scuola Ufficiali Carabinieri

Tanti segnali dall’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola ufficiali dei Carabinieri: massima presenza politica, dal presidente del Consiglio in giù; discorsi non di facciata, ma legati all’attualità; ripetuta attenzione nei confronti dei Forestali, oggi un pezzo dell’Arma e alla loro prima cerimonia del genere; conferma di novità in arrivo, legislative e operative.

Il presidente Paolo Gentiloni ha fotografato l’Italia dicendo che “non c’è un’emergenza, ma c’è un Paese da rassicurare” e che le misure decise qualche giorno fa con i due decreti legge varati dal Consiglio dei ministri “rispondono a questo bisogno”. Un bisogno di sicurezza, ha aggiunto, che non deriva da un incremento dei reati, ma da fattori diversi: “Incertezze geopolitiche, incertezze personali per chi cerca lavoro, una crisi di identità che investe una parte della nostra comunità. Non dobbiamo alimentare la paura, ma fronteggiarla”. Il presidente del Consiglio non si è limitato a ricordare che all’estero tutti citano l’Arma come un’eccellenza, ha confermato invece che la lotta al terrorismo non si fa solo con le capacità militari perché i Carabinieri “sono straordinari anche per la stabilizzazione, l’addestramento, la formazione” come avviene in tante aree del Mediterraneo e che andrà presto in porto il riordino delle carriere dei comparti difesa e sicurezza, atteso da molto tempo. “Difendendo la sicurezza si difende la libertà, un valore fondamentale anche nel 2017”.

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, probabilmente ha fatto venire voglia ai giovani Carabinieri che l’ascoltavano di diventare dei leader, o almeno di provarci: “Ho sempre creduto nella qualità della formazione”, ha detto, e quella militare è “una formazione alla leadership. Un leader sa ascoltare, sa approfondire e guardare lontano e mantiene la curiosità e il gusto dell’approfondimento. Un leader sa dialogare e indicare la strada, anche con fermezza e decisione, ma con senso della misura. Un leader sa riconoscere i suoi errori”. E nel caso dell’Arma la capacità di leadership è essenziale dalla piccola stazione all’importante comando.

Come il ministro, anche il comandante dei Carabinieri, generale Tullio Del Sette, ha più volte fatto riferimento ai Forestali che sono ormai integrati nel nuovo Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare, ma ha soprattutto fornito un quadro dettagliato dell’organizzazione e dell’impegno dell’Arma con diverse novità: dal 1° gennaio è stato istituito l’Ispettorato degli istituti di specializzazione; sono state aperte nuove stazioni in Veneto, Lombardia e Campania per un totale di 4.641 cui si aggiunge il migliaio di stazioni forestali; da maggio sarà operativo lo Squadrone eliportato Cacciatori “Sicilia” per operare nelle zone più impervie facendo seguito alle esperienze in Sardegna e Calabria; il 1° marzo nascerà il 14° battaglione “Calabria” per rinforzare i reparti destinati all’ordine pubblico; sul fronte antiterrorismo, Del Sette ha anticipato che le Aliquote di primo intervento (Api) e le Squadre operative di soccorso (Sos), di cui Formiche.net si è già occupato, saranno impegnate a Taormina in occasione del G7 di maggio come unità speciali che in caso di minaccia intervengono prima di un’eventuale azione del Gis. Riguardo ai “tagli”, il comandante ha parlato di milioni di euro risparmiati sugli affitti trasferendo caserme da locali di enti o di privati in edifici demaniali e con diverse attività di efficientamento e razionalizzazione. Dunque, l’Arma resta un pezzo importante per rassicurare l’Italia, come ha chiesto Gentiloni, con il lavoro quotidiano nelle stazioni e indirettamente con i 400 militari impegnati in 11 teatri esterni.

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