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Perché la sanità integrativa è salutare. Parola di Federmanager

E se il sistema sanitario nazionale avesse gli anni contati? Può sembrare l’apocalisse, eppure della questione si è parlato nel corso di un convegno organizzato ieri da Federmanager, presso la sede dell’associazione e che ha visto la partecipazione di capi-azienda, esperti e lavoratori. La questione è semplice e ruota tutta intorno ad alcuni trend.

OBIETTIVO SANITA’ INTEGRATIVA

Il servizio nazionale costa poco meno di 120 miliardi di euro all’anno, con un tasso di crescita vicino all’1,5% annuo. Considerato che la popolazione italiana invecchia prima delle altre, è giocoforza pensare che tale sistema possa un giorno o l’altro collassare. Meglio dunque giocare d’anticipo e puntare molto sulla sanità integrativa, ovvero su quelle forme di prevenzione sanitaria alternative alle prestazioni pubbliche. In grado di migliorare lo stile di vita delle persone, mitigando così il massiccio ricorso alla sanità statale per sgonfiarne in ultima istanza i costi. In questo giocano un ruolo essenziale le aziende, rappresentate dalla federazione guidata da Stefano Cuzzilla, le quali spesso e volentieri mettono in piedi sistemi di sanità complementare in grado di migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti, riducendone lo stress e aumentandone la produttività e dando una mano al servizio nazionale. Veri e propri benefits, dall’incentivo al benessere fisico al welfare aziendale, fino alle agevolazioni per la richiesta di cure e prestazioni per arrivare a palestre e impianti sportivi  e asili nido gratuiti per i dipendenti. Ad oggi sono quasi 15 milioni i lavoratori che beneficiano di tale forma di assistenza, ricorrendo il più delle volte ai fondi sanitari integrativi istituiti nel 1992 per aiutare il sistema sanitario pubblico, un po’ come accade con la previdenza complementare con quella in seno all’Inps.

BENEFITS CERCASI

L’operazione a conti fatti conviene e, cosa più importante, piace. Perchè secondo uno studio curato da G&G e presentato nel corso del convegno in questione, sono sempre di più i dipendenti italiani che sollecitano forme di sanità integrativa. Tra questi i lavoratori del settore manifatturiero, di cui il 78% predilige l’assistenza integrativa, alternativa a quella di pubblica. La stessa manifattura vorrebbe inoltre una più vasta gamma di benefits aziendali: orario flessibile per il 42% e programmi di prevenzione sanitaria per un altro 39%. “Un trend che inizia a sollecitare l’interesse delle imprese del settore, sempre più disposte a considerare la prevenzione sanitaria una forma di welfare aziendale”, hanno spiegato i curatori della ricerca. Un trend su cui gioca un ruolo decisivo il fattore paura. Il 78% degli italiani dichiara infatti di aver paura di dover ridurre o rimandare le spese sanitarie nel prossimo futuro, un po’ per la crisi un po’ per l’inefficienza del sistema sanitario, soprattutto in certe regioni.

IL CASO FINCANTIERI

Gli esempi in Italia non mancano. Proprio nei giorni scorsi Fincantieri, uno dei più grandi costruttori di navi al mondo con circa 20.000 dipendenti, ha potenziato il proprio sistema di sanità integrativa, estendendolo anche alle unioni civili. Il gruppo navalmeccanico, Fim, Fiom e Uilm hanno infatti firmato un’intesa in base alla quale la copertura delle prestazioni sanitarie integrative, finora previste per i dipendenti, saranno estese non solo al coniuge ma anche a compagno unito civilmente e fiscalmente a carico del lavoratore, ai figli fiscalmente a carico anche se non conviventi, nonché ai figli fiscalmente non a carico purché conviventi, senza limiti di età. L’intesa prevede che siano garantite con contributo dell’azienda (280 euro a testa) prestazioni sanitarie e assistenziali, aggiuntive a quelle attuali, per una copertura più completa e diversificata rispetto al servizio sanitario nazionale.

L’APPELLO AL GOVERNO

Non è la prima volta che la sanità integrativa finisce nell’agenda di Federmanager. Più volte la federazione ha lanciato appelli al governo per incentivare questo tipo di assistenza, tanto in voga presso i colossi americani, come Google o Apple. D’altronde, dipendenti più sani vuol dire anche meno stress e dunque migliore produttività. La questione è anche stata oggetto, due anni fa di un’interrogazione parlamentare. E ieri pomeriggio Cuzzilla è tornato alla carica. “Il servizio sanitario potrebbe non reggere un giorno. E’ evidente che la sanità integrativa è ormai considerata uno dei benefit più apprezzato dai lavoratori. Federmanager ha sperimentato già da tempo e con successo forme di sanità integrativa che tutelano i manager e che costituiscono un modello di assistenza sanitaria no profit di valenza strategica per il Paese”. Per il numero uno della federazione dei manager “il cosiddetto secondo pilastro deve essere agevolato con politiche fiscali e normative che incentivino il più possibile imprese e lavoratori ad aderire ai Fondi sanitari integrativi perché questo produce esternalità positive. In particolare per la prevenzione: questo è l’ambito in cui il secondo pilastro può esprimere tutte le potenzialità, venendo incontro alle esigenze delle persone che, a causa delle difficoltà economiche, stanno rimandando le cure”.


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