E pensare che a luglio del 2016, quando lo stratega Steven Bannon è entrato a far parte dello staff elettorale, a Donald Trump sono state tolte le password del suo account Twitter. La mossa strategica è stata vincente. Allora il candidato repubblicano aveva innescato troppe polemiche per colpa di tweet scritti dalla pancia, lanciati alla rete senza misurare le conseguenze. Nei suoi cinguettii Trump insultava giornalisti, politici, parlamentari, scrittori, registi di cinema. Un comportamento che sembrava compulsivo e che il magnate forse non riusciva a trattenere. Ora invece di account Twitter Trump ne ha due. E li usa in assoluta libertà.
LA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE
Come ha scritto in un articolo il giornalista francese Bernard Guetta, forse i tweet vendicativi di Trump scaturivano “da una deliberata strategia volta a disorientare il mondo intero, come i guerrieri del passato che si lanciavano all’attacco con grida talmente spaventose da paralizzare i loro avversari”. Ma, come aveva avvertito il direttore uscente della Cia, John Brennan, “la spontaneità non serve a proteggere la sicurezza nazionale”.
Dopo aver vinto le elezioni presidenziali, molti hanno pensato che Trump avrebbe cambiato atteggiamento. Non essendoci più una campagna elettorale in corso, non c’era bisogno di nuovi attacchi. E c’era invece il protocollo presidenziale da rispettare. Il presidente eletto aveva dichiarato durante il programma “60 Minutes” che l’uso di Twitter sarebbe stato “molto contenuto” una volta insediato come presidente.
“FARÀ CIÒ CHE VUOLE”
Secondo il programma “Money” della Cnn, quando in conferenza stampa è stato chiesto al portavoce di Trump, Sean Spicer, che fine avrebbe fatto l’account personale di Twitter (@realDonaldTrump), e chi avrebbe gestito quello ufficiale della presidenza (@POTUS), Spicer ha risposto: “Ma chi ha detto che doveva scegliere? Credo che sarà lui probabilmente a twittare da entrambi. Farà ciò che vuole”.
L’ABITUDINE SOCIAL DI TRUMP
Trump erediterà l’account presidenziale ufficiale, aperto dal presidente Barack Obama. L’account era gestito dai membri dello staff presidenziale e ha quasi 13 milioni di follower. L’account @realDonaldTrump ne ha 18 milioni di follower. Per molti anni Trump è stato un prolifico utente di Twitter. Ha sempre utilizzato il social network per promuovere i suoi interessi commerciali e politici, per colpire i suoi avversari. I suoi cinguettii sono molto spesso notturni, impetuosi, e si riferiscono a quello che il presidente ha appena visto in tv. Al Time Trump ha raccontato che tutti i pomeriggi si siede su un divano alla Casa Bianca, per guardare i programmi tv accompagnato dal suo telefono Android. E comincia a twittare.
L’ACCOUNT UFFICIALE: DIPLOMATICO
Ora che di account ne ha due, Trump alterna l’immagine presidenziale con il carattere impulsivo di sempre. Con @POTUS, che molte volte è gestito dallo staff di comunicazione, si annunciano riunioni ufficiali, si diffondono comunicati e si fa promozione alle iniziative e agli incontri del presidente. Tutti con un tono protocollare e diplomatico.
L’ACCOUNT PERSONALE: AGGRESSIVO
Con l’account personale @realDonaldTrump, il presidente lascia libero lo spirito spontaneo. Recentemente ha criticato la Cnn e il New York Times, a suo dire produttori di “fake news”; ha attaccato l’attore Arnold Schwarzenegger e l’attrice Merly Streep e ha rimproverato la catena di magazzini Nordstrom per aver tolto la linea di abbigliamento della figlia Ivanka Trump. Inoltre ha attaccato da questo account il potere giudiziario americano per aver richiesto lo stop al suo decreto sull’immigrazione. Quasi tutti i messaggi vengono accompagnati da segni di esclamazione e hanno un tono di reazione.
Inoltre, Trump ritwitta dall’account ufficiale i messaggi dell’account personale. Secondo gli esperti, questo si deve al fatto che l’account presidenziale è soggetto a normative legali dalle quali l’account privato è esentato.
L’ALTERNATIVA AI MEDIA TRADIZIONALI
In un’intervista al programma “This Week” dell’Abc, il portavoce Spicer, ha detto che “i tweet hanno una funzione più efficace dei media tradizionale. Con i tweet si ottengono migliori risultati”. A Fox News il portavoce di Trump ha spiegato che sarebbe cambiato il modo in cui la Casa Bianca interagisce con la stampa: “Trump capisce l’importanza di andare dritto al popolo americano e sostenere una conversazione con loro. […] I media tradizionali sono così frustranti, per questo è così autentico poter dire la verità su Twitter, su Facebook, su Instagram, inviare un messaggio agli americani senza che venga filtrato dai media”.
TRIGGER, L’APP SULL’ACCOUNT DI TRUMP
Siccome ogni volta che il presidente Trump scrive cosa pensa di un’azienda (è successo con General Motors, Boeing e Apple) gli effetti in Borsa sono quasi immediati, è stata creata un’app che avverte gli azionisti cosa sta scrivendo Trump su Twitter. Si chiama Trigger e offre alert su eventi fissati o cambiamenti nei prezzi dei titoli.
“Possiamo credere che Trump abbia capito il peso e l’impatto del suo tweet? – ha scritto Guetta -. Davvero ha voluto dire ai suoi elettori che per lui i diritti civili non hanno importanza? La risposta potrebbe darla solo lui”.
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