È stato un viaggio non troppo pubblicizzato quello che la leader del partito euroscettico tedesco di estrema destra (Alternativa per la Germania (AfD) Frauke Petry (qui il ritratto di Formiche.net) ha compiuto a Mosca. Del tour non sono stati informati nemmeno gli altri membri del partito: una “toccata e fuga” che aveva come principale scopo l’incontro con l’entourage del presidente Vladimir Putin.
L’ANNUNCIO DELLA DUMA
Petry aveva assicurato ad alcuni giornalisti del quotidiano Bild che si trovava a Berlino, ma un suo portavoce ha dovuto riconoscere che in quelle ore era, invece, a Mosca. La visita lampo di Petry in Russia doveva restare riservata, ma la pagina web della Duma, il Parlamento russo, ha diffuso un comunicato dando conto della partecipazione della politica tedesca ad una sessione dei lavori della Camera bassa.
SCONTENTO ALL’INTERNO DELL’AFD
La notizia è esplosa sui media tedeschi, provocando anche alcuni scontri all’interno dell’AfD. Il vicepresidente del partito, Alexander Gauland, ha lamentato di non essere stato messo a conoscenza del viaggio. Secondo il codice del partito, tutti gli incontri con politici stranieri dovrebbero avere l’approvazione della direzione. “Angela Merkel ha rovinato completamente le relazioni tra Russia e Germania e Frauke Petry sta cercando di rimediare. Questo è solo il primo passo ed è una mossa fantastica!”, ha scritto, però, un utente di Facebook a difesa della leader dell’AfD.
CHI HA INCONTRATO PETRY
Una volta confermata la notizia del viaggio, Petry ha spiegato di aver accolto l’invito del governo russo per “parlare di cooperazione tra i governi”. Ad accompagnarla c’era Julian Flak. Secondo il sito di Deutsche Welle, il leader di Afd ha detto di avere incontrato “il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, e il suo vice, Pyotr Tolstoj, così come altri membri della Duma”. Insieme a Volodin e Tolstoj, c’era anche Pavel Navalny, esperto di questioni energetiche e capo di un gruppo di contatto per la cooperazione con il Parlamento tedesco.
CHI È ZHIRINOVSKI
Inoltre, Petry ha visto anche Vladimir Zhirinovski, controverso leader ultranazionalista russo del Partito Liberale Democratico. Conosciuto come il “Trump russo”, è famoso per gli attacchi contro la Nato e le democrazie occidentali. Non fa parte del governo ma dice quello che il Cremlino vorrebbe dire e non può (per adesso). Cosa si siano detti Petry e Zhirinovski è ancora un mistero. Dalle informazioni pubblicate sul sito della Duma si sarebbe parlato di “cooperazione tra i due parlamenti” e tra l’AfD e il partito Russia Unita di Putin.
L’INTESA TRA RUSSIA UNITA E L’AFD
L’intesa ideologica tra Russia Unita e l’AfD appare evidente: entrambi difendono tesi ultranazionaliste, promuovono normative di chiusura verso gli stranieri, i rifugiati e gli islamici e criticano i sistemi democratici occidentali e i media tradizionali. “L’interesse della Russia nel partito è allo stesso tempo comprensibile e oggettiva”, ha detto a Deutsche Welle Vladislav Belov, capo del Centro per gli studi tedeschi dell’Accademia delle Scienze. L’AfD sarebbe nell’elenco dei partiti euroscettici finanziati da Russia Unita.
GLI ULTIMI SONDAGGI
Il viaggio di Petry arriva poche settimane prima dell’inizio di un’autentica ondata elettorale in Germania. Si inizia con le elezioni statali nel Saarland a fine marzo e si prosegue con quelle nello Schleswig-Holstein e nel Nord Reno-Westfalia in programma a maggio. Il 24 settembre, invece, ci saranno le elezioni federali. Gli ultimi sondaggi prevedono che l’AfD guadagnerà sufficienti voti per essere rappresentato in tutti i tre governi statali, così come nel Parlamento nazinale. Nonostante la veloce ascesa, secondo un sondaggio pubblicato mercoledì 22 febbraio dall’istituto Forsa per il settimanale Stern, la formazione politica di Petry è calata dal 12 per cento degli ultimi sette mesi all’8 per cento. Per Manfred Güller, direttore di Forsa, questa caduta di popolarità dipenderebbe dal graduale attenuarsi della crisi dei rifugiati, principale fonte di nutrimento elettorale dell’AfD. Lo stesso fenomeno sembra stia accadendo anche in Olanda con il partito di Geert Wilders.
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