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Alexander Acosta, chi è il nuovo segretario al Lavoro con Donald Trump

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Il presidente Donald Trump ha comunicato durante una discussa conferenza stampa giovedì scorso di aver ripiegato su Alexander Acosta per ricoprire l’incarico di segretario al Lavoro.

Acosta ha lavorato come avvocato nello studio legale Kirkland&Ellis dove si è specializzato in cause che riguardavano il mondo dell’occupazione; ha insegnato diritto del lavoro alla George Mason University School of Law. Ha avuto incarichi governativi nel 2003, sotto l’amministrazione Bush, quando da sostituto procuratore dirigeva l’ufficio diritti civili del dipartimento di Giustizia. È stato membro del National Labor Relations Board, un’agenzia federale indipendente incaricata di gestire e interpretare il National Labor Relations Act. Ora è il decano della Florida International University College of Law e dal 2013 presidente della Century Bank, la più grande banca ispanica degli Stati Uniti.

Acosta è figlio di immigrati cubani, e questo rappresenta di per sé un’informazione interessante se si considera che andrà a servire l’amministrazione di un presidente che sta stringendo fortemente la cinghia sull’immigrazione (c’è stato il controverso ordine esecutivo, bloccato dalla giurisprudenza, e già sarebbe pronto un altro per aggirare le opposizioni legislative). Il segretario al Lavoro potrebbe essere il primo ispanico a far parte della squadra di governo. Troverà l’opposizione dei democratici, che ne contestano le visioni sul salario minimo e sui diritti dei lavoratori, ma per quanto noto dovrebbe incontrare meno controversie etiche e non rischiare di fare la fine di Andrew Puzder, l’uomo-dei-fast-food su cui era caduta in precedenza la scelta di Trump.

Puzder si è trovato costretto a ritirarsi per non finire sotto la scure dei legislatori. C’erano almeno dieci senatori repubblicani pronti a non avallare la sua carica. Motivi: Puzder in passato aveva assunto una collaboratrice domestica immigrata irregolare. E questo è il punto che più che altro ha incrociato le riserve Gop. Poi una vicenda personale: Politico ha scovato un video del 1990 in cui la ex moglie di Puzder era ospitata da Ophra Winfrey e raccontava, sotto falso nome, camuffata con una parrucca e coperta da occhiali da sole, di aver subito violenze dal marito. Anche se erano accuse note, che poi la moglie ritirò durante la causa di divorzio per mediare sull’assegnazione dei figli, la storia del video ha aumentato i dubbi dei senatori.

La vicenda di Puzder, finora l’unico respinto dei nominati da Trump, è importante perché un tassello nei rapporti tra Congresso e Casa Bianca. Alle camere comanda il partito, e molti repubblicani non hanno sostenuto Trump durante la campagna e continuano a non essere convinti del nuovo presidente. I democratici che si trovano in minoranza stanno giocando politicamente su questa divisione per portare avanti azioni aggressive come per esempio quelle delle indagini sulle connessioni Russia-Trump della Commissione intelligence. Il presidente dovrà cercare punti di contatto al Congresso per procedere con le proprie iniziativi di governo: uno di questi potrebbe essere il vice Mike Pence, o l’ex segretario repubblicano Rience Priebus attualmente capo dello staff della Casa Bianca.



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