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Ecco come si formano le cellule criminali di Isis

Isis, cellule criminale

(Seconda parte di un’analisi articolata. La prima parte si può leggere qui)

La specializzazione territoriale degli istruttori dell’Isis permette loro di conoscere l’ambiente in cui sta crescendo l’allievo, di metterlo eventualmente in contatto con altri compagni di classe e, nel caso, di sfruttare contatti locali a supporto dei piani più promettenti. Per esempio, nell’aprile del 2015 la polizia australiana ha catturato una cellula di criminali che stavano preparando un attacco per l’Anzac Day (il giorno del ricordo dei caduti delle Forze Armate Australiane e Neozelandesi). Questa cellula era in regolare contatto con Neil Prakash, il pianificatore responsabile per il teatro australiano. Proprio da lui aveva ricevuto sia il piano di attacco sia i contatti per agganciare i militanti necessari all’azione nel centro islamico al-Furqan di Melbourne, da cui lo stesso Prakash era partito prima di fare carriera in Siria.

Nel settembre del 2016, la polizia indonesiana ha catturato un’altra cellula a Pulau Batam (proprio di fronte a Singapore) mentre stava organizzando insieme all’indonesiano Bahrun Naim, il pianificatore responsabile per lo stesso teatro indonesiano, il lancio di razzi sulla Marina Bay della prospiciente città-Stato.

Questo rivoluzionario approccio didattico-criminale avviene esclusivamente online grazie alla diffusione della rete Internet e allo sviluppo di sempre più efficaci sistemi crittografici end to end: programmi in grado di trasmettere informazioni crittografate direttamente sul sistema del mittente e che possono essere decrittate esclusivamente dal sistema del destinatario senza che nessuno snodo attraverso cui passa l’informazione criptata possa comprenderla, incluso lo stesso produttore del software.

Dopo l’addestramento sui fondamentali si passa ai corsi di specializzazione, realizzati dai tutori sulla base della cultura del singolo allievo, delle sue capacità e delle opportunità che si possono presentare nel suo stesso ambiente. Finalmente si passa dalla grammatica alla pratica: allievo e tutore concettualizzano le possibili azioni, selezionano gli obiettivi, i tempi e l’esecuzione dell’attacco prescelto. Ovviamente, il tutore ha seguito passo dopo passo l’allievo anche nella fase logistica, suggerendogli come reperire i materiali, costruire i dispositivi necessari e portarli sul luogo dell’azione nel modo più discreto possibile.

I vantaggi strategici sono evidenti: il vertice di Isis può così massimizzare l’impatto dell’attentato e il suo valore propagandistico assicurandosi che questo si inserisca nella propria strategia globale e – come è successo per Anis Amri dopo l’attentato di Berlino – può rivendicare la paternità dell’attentato rilanciando al momento opportuno tramite Amaq (la propria agenzia stampa) un video preregistrato in cui il killer farnetica giurando fedeltà al Califfato.

Ma i vantaggi tattici di questa università online del terrore sono altrettanto evidenti: un controllo capillare degli allievi, un collegamento diretto con i massimi esperti in ogni aspetto dell’azione criminale, poche spese, nessun contatto territoriale, nessun passaggio di frontiere e nessun rischio che i vertici vengano catturati. Solo un tremendo traffico di bit incomprensibili, spesso distribuiti su più canali e in viaggio lungo dorsali differenti.

(2. continua)



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