Francesco “fa il Papa in un modo che è molto diverso da quello dei suoi predecessori, e ciò è stato motivo di confusione per le persone. Il Papa deve essere consapevole di tale confusione, e penso che egli abbia una responsabilità nel dover rispondere a questo fatto”. A parlare così, in una lunga intervista concessa al sito cattolico americano Crux, è mons. Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia. Il presule interviene sullo stato della cultura americana e sul sentimento cristiano negli Stati Uniti, quindi tocca i temi di cui più si discute in Vaticano, specie in seguito al doppio Sinodo sulla famiglia.
I DUBBI SU AMORIS LAETITIA
Come è noto, è aperto (e aspro) il dibattito sulle conclusioni di quell’assemblea, soprattutto sul capitolo ottavo dell’esortazione Amoris laetitia che apre al raccostamento alla comunione dei divorziati risposati. Le interpretazioni sono molteplici: c’è chi considera il testo chiaro nel dare il via libera all’accesso al sacramento – seppur previo discernimento e comunque valutando ogni singola situazione – e chi, invece, sostiene che ciò (dottrina alla mano) è impossibile. Chaput appartiene alla seconda schiera: “Dobbiamo prendere Gesù in parola e le sue parole riguardanti il divorzio e un nuovo matrimonio – sul fatto che si tratta di adulterio – sono molto chiare. Voglio dire che non c’è alcun dubbio su ciò che Gesù ha detto nei Vangeli”.
“E’ IMPOSSIBILE CONTRADDIRE GESU'”
Con tali presupposti, le conseguenze (secondo l’arcivescovo di Philadelphia) sono chiare: “Mi sembra impossibile per noi contraddire le parole di Gesù, ed è anche impossibile che un insegnamento che è stato vero per venti secoli non lo sia più oggi”. Soprattutto quando questo “è stato l’insegnamento dei papi”. Per questo, dunque, “mi sembra che dobbiamo interpretare Amoris laetitia alla luce di ciò che c’è stato prima, in primo luogo le parole di Gesù e poi gli insegnamenti del Papa, il magistero della Chiesa. Come può essere vero che le persone possano ricevere la comunione quando stanno vivendo in un’unione adulterina? Come è possibile, se la Chiesa dice che non è possibile?”.
“IL PAPA DOVREBBE RISPONDERE AI DUBIA”
Insomma, la posizione di mons. Chaput è chiara: “Gli insegnamenti di Papa Francesco non possono contraddire gli insegnamenti di Giovanni Paolo II quando si tratta di insegnamenti ufficiali”. Naturale, con tali premesse, la domanda sui dubia posti dai cardinali Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner a Francesco lo scorso settembre in merito proprio all’Amoris laetitia. Bergoglio dovrebbe rispondere o no? “Sì”, risponde sicuro l’arcivescovo di Philadelphia. “Penso sia sempre bene rispondere alle domande”. Anche quando non vanno della direzione sperata? “Assolutamente”.
LE OPPOSTE INTERPRETAZIONI
Chaput è forse il primo esponente della gerarchia statunitense di un certo peso a schierarsi con i quattro cardinali firmatari della lettera inviata al Pontefice sul finire della scorsa estate. Lettera a oggi rimasta senza risposta. Il profilo di Chaput, primo vescovo pellerossa degli Stati Uniti, è noto: conservatore e assai influente nella chiesa americana, come dimostra la sua elezione a membro sinodale nel 2015, è stato votato anche dall’assemblea sinodale quale membro della commissione incaricata di preparare il Sinodo del 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. L’intervista concessa a Crux conferma una spaccatura profonda nella Chiesa sui criteri interpretativi del documento. Lo scorso gennaio, al Foglio, il cardinale Carlo Caffarra diceva: “In questi mesi sta accadendo che sulle stesse questioni fondamentali riguardanti l’economia sacramentale (matrimonio, confessione ed eucaristia) e la vita cristiana, alcuni vescovi hanno detto A, altri hanno detto il contrario di A. Con l’intenzione di interpretare bene gli stessi testi”.
“FRANCESCO HA GIA’ RISPOSTO”
Non la pensa così, però, il segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri: “Sono state già fornite diverse risposte. Si sono espresse anche persone competenti per il loro ruolo e la loro autorità. Non penso che ci sia bisogno di aggiungere altro, se non ribadire che tutte le risposte che si richiedono sono già contenute nel testo della stessa esortazione apostolica”.