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Luca Lotti, Tiziano Renzi e Alfredo Romeo. Pensieri e dubbi

luca lotti

Mi sono chiesto quale itinerario logico abbiano seguito i magistrati inquirenti trovandosi nelle mani un pizzino (fortunosamente ritrovato e pazientemente ricostruito dagli strappi) in cui era indicata, a fianco dello scarabocchio di 30mila euro mensili, la lettera T. C’era da risolvere prima di tutto una questione: si trattava dell’iniziale di un cognome o di un nome? I magistrati hanno optato quasi subito per la prima ipotesi. “Se qualcuno eroga, tutti i mesi, una somma tanto consistente ad una persona – si sono detti in Procura – avrà certamente quella confidenza che gli consente di chiamarla per nome”. Subito dopo si sono posti un’altra domanda-chiave: “Il beneficiario è un uomo o una donna?”. La risposta è stata facile: solo Silvio Berlusconi avrebbe dato 30mila euro ad una signora e in quell’occasione era difficile coinvolgere l’ex Cav. Fin qui, si era ad un passo dalla verità. Ma come sono arrivati ad ipotizzare che la T fosse l’iniziale di Tiziano? Semplice. Era assai improbabile imbattersi in qualcuno che di nome facesse Teodoro, Temistocle, Tancredi, Tamerlano, Tartarino, Tertulliano, Teresio, Tranquillo o qualcosa di altrettanto strambo e démodé. Un dubbio è venuto su Tommaso. Ma non risultava esservi nessuno,nel Giglio magico, con quel nome.

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Ma se davvero si trattasse di Tiziano Ferro? Paolo Celata è uno che sa quello che dice.

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Alfredo Romeo è come Raffaele Marra. Erano necessari degli arresti per rendere credibili dei teoremi.

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A Luca Lotti si sono drizzati i capelli per lo spavento?

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Alla buon ora. Le indagini sono state tolte al NOE ed è stato aperto un fascicolo contro ignoti per la fuga di notizie coperte da segreto istruttorio. Ma se si fosse sempre agito con analogo rigore in tutte le inchieste nessun ufficio indagherebbe più e tanti giornalisti non avrebbero mai saputo che cosa scrivere.

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#Matteononstaresereno



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