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La remuntada del Barcellona e quel sapore di infanzia

Bessi, Ilva

Di cosa ci stupiamo, di una rimonta di una grande squadra? Di tre gol segnati negli ultimi minuti? Di rigori dati o negati? Come disse il grande Boskov dopo una batosta della sua Sampdoria: “Noi in campo come spettatori ma con differenza, non abbiamo pagato biglietto”.

Quelli del Paris Saint-Germain non hanno pagato il biglietto! Remuntade vintage. Nei mitici anni ottanta il Real Madrid costruì una serie di leggendarie e clamorose “remuntade” come con il Borussia M., il Colonia, l’Anderlecht, o l’Inter protagonisti una generazione di grandissimi tecnica e di spirito come Juanito, Michel, Butraguenio, Sanchez, i mitici Santillana e Gordillo e il mio eroe Valdano

“El miedo escenico” è la frase che passò alla storia per noi ragazzi degli anni Ottanta per definire l’atmosfera che si respirava alla vigilia e durante le partite al Bernabeu. Erano anni bellissimi, come scrive Valdano nel libro dei libri sul calcio, Il sogno di Futbolandia.

In uno dei suoi capitoli quei giocatori di quel Real Madrid superavano le appartenenze e le tifoserie. Con quelle imprese hanno fatto una grande storia. Ma una storia, che ha portato a vincere campionati (Lighe), Coppe Uefa, ma che si è fermata all’ingresso della leggenda perché incontrarono nella tanta sognata Coppa dei Campioni un romagnolo che guidava una squadra di immortali…il Milan. Insomma eravamo ragazzi e “Ogni volta che respiro l’odore dell’erba mi ritorna addosso l’infanzia”.

Ha sempre ragione Valdano.



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