Creare una business unit per la cyber security, risolvere i dubbi relativi al rapporto con gli Stati Uniti e valorizzare le eccellenze. Sono questi i consigli del generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa, per Alessandro Profumo, il banchiere scelto dal Mef per sostituire Mauro Moretti alla guida del gruppo di piazza Monte Grappa presieduto da Gianni De Gennaro.
UN NUOVO CLIMA
Prima di tutto, “credo che vada ricreato un clima interno all’ex Finmeccanica, la quale esce da un periodo abbastanza peculiare per quanto riguarda il management”, spiega Tricarico. Il riferimento è soprattutto allo “stile con cui le varie società sono state seguite dal vertice; in maniera perentoria, militare e forse più che militare”. In questo senso, “occorre verificare che i compiti di ognuno siano coerenti con il merito di ognuno, inserendo un termometro all’interno del sistema”, secondo il generale. “Vanno individuati gli asset strategici e riverificate propensioni che erano emerse nell’ultima parte della gestione, come per Mbda e ATR”.
UNA BUSINESS UNIT CIBERNETICA
In tale contesto di ripensamento, la priorità indicata da Tricarico per il fronte domestico è la creazione di un’unità industriale specificatamente dedicata alla cyber security. “Molti anni fa, quando ancora nessuno sapeva di che cosa si parlasse, fu suggerito di creare una business unit in Finmeccanica per la sicurezza cibernetica, che fosse quantomeno di pari rango rispetto alle altre in quanto legata a un settore che era, ed è tuttora, molto più promettente”. Così non non fu fatto, e “la componente cibernetica fu derubricata ad un’articolazione di una società già esistente come Selex ES”. Questa “resta una scelta non giusta”, sottolinea Tricarico. In altre parole, “occorre ora creare ex novo un’apposita branca che si occupi di cyber security e che si ponga sul mercato come industria capace di verificare la tenuta e la sicurezza dei sistemi per ciò che attiene al dominio cibernetico, al fine di creare sistemi sicuri”.
RIDEFINIRE IL RAPPORTO CON GLI USA
Sul fronte estero si sono già concentrate le prime dichiarazioni di Profumo, che ha fatto intendere di voler rivolgere un’attenzione particolare ai rapporti internazionali. “Le condizioni sono in effetti favorevoli a una generale verifica soprattutto dei rapporti tra Italia e Stati Uniti, non perché è cambiato l’ad di Leonardo ma perché è cambiato il presidente Usa, e ciò rappresenta l’occasione per fare un punto nei rapporti tra le industrie del settore”, ha spiegato Tricarico. D’altronde, “l’Italia vanta un saldo in forte credito” nel rapporto con l’alleato d’oltreoceano. “Siamo sempre stati al fianco degli Stati Uniti da quando la Guerra fredda è diventata calda. Abbiamo partecipato a tutte le coalizioni a guida Usa o Nato. Nelle missioni Onu siamo tra i primi per contribuzione nel ranking mondiale e siamo sempre stati affidabili e leali”. Rispetto a questo nostro comportamento però, “i nostri programmi vengono sistematicamente bocciati”, ha aggiunto il generale ricordando l’ultimo caso – la sospensione della collaborazione tra Raytheon e Leonardo per il T-X – ma anche i precedenti altrettanto sfortunati dell’AW101 presidenziale e del cargo C27J. Ora, sulla scia della positiva notizia della scelta di Boeing dell’AW139 per la gara per la sostituzione degli elicotteri UH-1N Huey, “bisognerebbe che nel rifasamento dei rapporti vengano fatti valere questi nostri crediti, con l’aiuto del governo e della politica”.
COINVOLGERE LA POLITICA
Proprio al rapporto con la politica si lega il terzo consiglio del generale Tricarico all’ad designato di Leonardo. Profumo dovrebbe “perseguire un maggiore coinvolgimento del mondo politico e istituzionale a sostegno delle attività di esportazione di materiali per la difesa”. Infatti, aggiunge il presidente della Fondazione Icsa, “lo scenario è governato da un’ipocrisia di fondo che è la stessa che ha portato a creare il fenomeno delle cosiddette ‘banche armate’ e che si traduce nel rigettare a priori qualunque iniziativa legata ad esportazioni di armamento”. Un fenomeno trasversale a tutte le forze politiche con cui ora dovrà misurarsi Profumo. “Dovrà cercare di modificare tale atteggiamento della politica, coinvolgendola invece in un approccio più positivo rispetto a Leonardo”.
VALORIZZARE LE ECCELLENZE
C’è poi il tema delle eccellenze che il nuovo manager dovrà essere in grado di “capire e valorizzare”. Ad esempio, “nel settore dell’osservazione radar della Terra, siamo in possesso della tecnologia migliore al mondo come dimostra il sistema Comso-SkyMed; eppure, non diamo a queste capacità le potenzialità che dovrebbe avere, costruendo iniziative continentali o vendendo a caro prezzo ciò che ora vendiamo per un piatto di lenticchie”, ha chiarito Tricarico. Oltre alla tecnologia radar, legata a un settore, quello dell’intelligence, che dimostra oggi una “certa deficienza nello strumento militare europeo”, le eccellenze italiane riguardano anche i droni, “un’altra capacità chiave purtroppo ancora sottodimensionata o, per la maggioranza dei 28 Paesi europei, inesistente”. Nel continente “possiamo vantare la migliore professionalità, seguiti subito dopo da Regno Unito e Francia”. Dunque, “se in Europa si vogliono sviluppare capacità Unmanned aerial vehicle (Uav), non c’è dubbio che l’Italia debba avere un ruolo di leadership o di primo piano, e questo va fatto valere”.
NO ALLO “SPEZZATINO”
Per quanto riguarda l’ipotesi, paventata tra gli altri dal Fatto Quotidiano, secondo cui Profumo possa essere stato scelto dal governo per perseguire lo spacchettamento del colosso nazionale della difesa, “mi auguro proprio di no”, ha detto Tricarico. “Non lo voglio accettare neanche come ipotesi”, taglia corto il presidente della Fondazione Icsa; “Una cosa del genere va decisa dopo un dibattito pubblico trattandosi di un asset strategico per il nostro Paese”.