Il dipartimento di Stato americano ha chiesto alla Nato di spostare il prossimo vertice in programma per il 5 e il 6 aprile allo Shape di Bruxelles in modo tale da permettere la partecipazione del segretario Rex Tillerson. Martedì la Reuters aveva pubblicato un’esclusiva a proposito della volontà di Tillerson di non presenziare il meeting con gli alleati storici, preferendo rimanere negli Stati Uniti per partecipare agli incontri collegati alla visita del presidente cinese e per organizzare un imminente viaggio in Russia (su cui il Cremlino ha giocato dichiarando di non poter né confermare né smentire l’appuntamento che dovrebbe essere fissato dalla metà d’aprile in poi).
Il portavoce del dipartimento di Stato Mark Toner ha confermato che inizialmente c’era la volontà di non partecipare al ministeriale Nato, ma poi il segretario ha cambiato idea. La Reuters aveva scritto che i funzionari dell’Allenza Atlantica avevano già proposto al dipartimento di Stato di spostare la data per permettere a Tillerson di onorare tutti i suoi impegni, ma gli americani avevano rifiutato. Probabile l’inversione a U sia il frutto dell’eco internazionale della diffusione delle notizia – un colpo giornalistico per l’agenzia di stampa.
La corrispondente da Foggy Bottom della BBC, Barbara Plett Usher, aveva definito la decisione di Tillerson una “narrativa negativa”, perché nonostante l’amministrazione Trump abbia inviato agli alleati europei rassicurazioni sulla continuazione dell’impegno all’interno dell’alleanza (martedì Toner ha ribadito che gli Stati Uniti sono “al 100 per cento” impegnati nella Nato), il messaggio che sarebbe uscito dalla decisione indicava che la priorità americana era rappresentata da un approccio bilaterale e diretta verso l’apertura alla Russia (non proprio in linea con la strategia Nato attuale).
È rarissimo che gli Stati Uniti saltino gli incontri trimestrali (l’ultima volta è successo nel 2003, ma c’era la guerra d’Iraq), perché hanno un valore strategico: i documenti top secret approvati danno la direzione all’alleanza, ma soprattutto paesi come quelli dell’Est europeo che sentono gravare su di loro tutto il peso della misure attive messe in piedi dalla Russia per interferire con gli equilibri interni di altri paesi, possono vedere l’assenza degli americani – i capi, de facto, della Nato – come un segnale di disimpegno e abbandono: è una questione “simbolica” ha spiegato “un alto diplomatico europeo” che ha parlato anonimamente con la Reuters.
Martedì il capo del Pentagono James Mattis ha ospitato a Washington il segretario della Nato Jens Stoltenberg, che parteciperà oggi a un incontro dei ministri degli Esteri dell’alleanza focalizzato sul terrorismo (possibile che si sia parlato della possibile assenza americana al prossimo vertice, e Mattis abbia agito di nuovo da normalizzatore sulle scelte dell’amministrazione?). Tillerson avrebbe potuto anche proporre di fare il vertice generale a Washington, visto che già si trovavano in America quasi tutti i rappresentati dei paesi membri Nato, ma Toner ha spiegato che gli Stati Uniti non volevano lasciare indietro la Croazia, l’unica dei 28 che non parteciperà all’incontro di questi giorni.
(Foto: Defense.gov, James Mattis e Jens Stoltenberg, a sinistra)