Moneta fiscale senza uscita dall’euro, contrasto ai trattati internazionali come TTIP e CETA, maggiore sovranità. Sono queste le tre priorità della base del Movimento 5 Stelle emerse dalla votazione di ieri su Rousseau sul Programma Esteri, composto da 10 punti. “Il messaggio che ci avete dato scegliendo questo ordine preciso, questi primi 3 punti, è forte e chiaro”, ha scritto Manlio Di Stefano su Facebook commentando i risultati del voto, “stop a questa Europa di banche e istituti finanziari, e io non posso che condividerlo”. A leggere i tre punti si nota che non si parla più di uscita dall’euro ma solo di introduzione di una moneta fiscale per alleggerire il pezzo del debito pubblico italiano. Ecco proposte, commenti e dubbi.
CONTRASTO AI TRATTATI INTERNAZIONALI
La priorità assoluta dell’agenda estera del Movimento 5 Stelle sarà il contrasto ai trattati internazionali come TTIP e CETA, scelta dalla base del Movimento con 14.431 preferenze sulla piattaforma Rousseau. In totale hanno partecipato alle votazioni 23.481 iscritti certificati che hanno espresso 69.891 voti (poco meno di tre voti a testa). Cosa siano i trattati internazionali TTIP e CETA, e quali sarebbero gli effetti della loro applicazione, lo ha spiegato, sul blog di Beppe Grillo, Sharon Treat, americana, avvocata anti trattati e Senior Advisor presso l’Istituto per l’agricoltura e la politica commerciale (IATP). “Entrambi gli accordi – si legge sul post pubblicato lo scorso 29 marzo – promuoveranno la peggiore agricoltura intensiva specialmente nel settore della carne, porteranno a un abbassamento degli standard di sicurezza alimentare che sono così importanti per i cittadini in Italia e nel resto dell’UE. Creeranno pressione per accettare cibo OGM, pressione per legalizzare la carne trattata con clorina e altre sostanze di lavaggio, invece che promuovere le condizioni sanitarie legate all’approccio “farm to fork” (= controlli lungo tutta la filiera) che è l’approccio europeo agli standard alimentari e pressione per annullare o ridurre l’impatto del principio di precauzione, non cancellando formalmente i nostri diritti, ma dando vita a un trattato che istituirà un forum per la cooperazione tra agenzie (tecniche) di regolamentazione per molti anni a venire, ma senza la trasparenza che associamo al processo democratico e che porterà le priorità del commercio e delle multinazionali a contare di più dei consumatori e delle loro preferenze”. Sui trattati internazionali, la base del Movimento si era già espressa sulla sezione Lex Iscritti di Rousseau. Nel corso della terza votazione (che si era tenuta il 19 ottobre 2016) era stata scelta dagli iscritti la proposta di Oriana Drosghig sull’introduzione nella Costituzione del referendum consultivi “in merito alle adesioni ai trattati internazionali”.
SOVRANITÀ E INDIPENDENZA
Seconda priorità del Movimento saranno “Sovranità e indipendenza” (10.693 voti). “Il problema della sovranità oggi è questo: come trovare nuovi criteri di legittimazione e di rappresentanza dentro una realtà che ormai vede i grandi soggetti internazionali, le multinazionali, i mercati finanziari, operare in maniera deterritorializzata, ma che vede anche lo sgretolarsi della vecchia idea e composizione sociale del popolo? Come si costruisce sovranità, cioè potere di decisione?”. La risposta alle domande poste da Alberto Aubert, professore ordinario dell’Università degli Studi Roma Tre, sul post di approfondimento pubblicato lo scorso 2 aprile sul blog di Grillo sono il punto programmatico del Movimento: “Io credo – scrive Aubert – che soltanto la prassi, e cioè movimenti, iniziative organizzative che possano sorgere dal basso, possano definire nuove forme di sovranità che tengano conto di quanto abbiamo sin qui detto, e cioè dell’assoluta impossibilità di riproporle solo sul terreno dello Stato Nazione”.
EUROPA SENZA AUSTERITÀ (O SENZA EURO?)
Con 8.529 voti, la terza priorità del Programma Esteri è “Un’Europa senza austerità”. Ma come invertire la rotta del declino dell’Italia? Con l’introduzione “di quella che possiamo chiamare una ‘moneta fiscale’, una moneta che non è moneta legale e quindi non va a violare i nostri trattati, ma che possa restituire al governo la capacità di effettuare un piano di investimenti e per sostenere il reddito dei cittadini, insomma un piano di rilancio”. È quindi in questo punto programmatico che si tocca il tema dell’euro, su cui il Movimento pare essersi in qualche modo ammorbidito. Non si tratta più di “uscire dall’euro” (“discutere se sia tecnicamente possibile oppure no non è neanche opportuno in questa sede, sicuramente è possibile, ma sicuramente i costi politici da sostenere sono alti”, scrive Gennaro Zezza), ma di trovare delle alternative “meno aggressive nei confronti dei nostri partner”, ossia l’introduzione della moneta fiscale.
REFERENDUM SULL’EURO
Ma sull’euro la linea tracciata da Luigi Di Maio lo scorso 23 marzo andava in un’altra direzione: “L’Euro non è democratico. Bisogna prevedere procedure per uscirne”, spiegava Di Maio alla presentazione nella sede della Stampa Estera a Roma del “Libro a 5 Stelle dei cittadini per l’Europa”. In quella occasione, Di Maio rilanciava “il referendum consultivo per chiedere ai cittadini italiani se vogliono uscire della moneta unica”, perché “uno Stato sovrano deve poter gestire la propria moneta”, prevedendo, in caso di esito favorevole, la possibilità di tornare alla lira.
GLI ALTRI 7 PUNTI
A completare il Programma Esteri del Movimento seguono, in ordine di numero di voti, il “Ripudio della guerra” (6.814); lo “Smantellamento della Troika” (6.589); il “Disarmo come premessa alla pace” (5.548); “Russia: un partner economico e strategico contro il terrorismo” (5.324); “Riformare la NATO” (4.547); la “Risoluzione dei conflitti in Medio Oriente” (4.219); “Nuovi scenari di alleanze per l’Italia” (3.197) (qui l’approfondimento).