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Festa della Polizia, ecco come Gabrielli ha bacchettato alcuni sindacati

Franco Gabrielli

Smarrita. Non basta definire la gente preoccupata, sfiduciata, chiusa in se stessa, impaurita e poco propensa all’accoglienza. Franco Gabrielli la definisce “smarrita” e con una parola fotografa la società italiana, racchiudendo nel concetto di smarrimento le difficoltà sociali, economiche, quelle legate all’immigrazione e alla paura del terrorismo. Perché è vero che l’anno scorso i delitti sono calati dell’8,6 per cento e il trend del 2017 è analogo, “ma a questo, purtroppo, non corrisponde un aumento della percezione della sicurezza” tra comunità “spesso impaurite, preoccupate, smarrite”. Aprendo le celebrazioni a Roma per il 165° anniversario della fondazione del Corpo davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il capo della Polizia è andato subito al punto con un discorso molto partecipato e alla fine commosso quando ha citato alcuni casi personali di agenti, meritando un applauso che è diventato una standing ovation.

LE CITTA’ DEGRADATE E IL MAGGIORE IMPEGNO

Secondo Gabrielli “è indubbio che una tale percezione” sconti soprattutto “l’interazione di altri fattori, come il degrado di molte città” e la precarietà derivante dalla crisi economica, chiamando indirettamente in causa le amministrazioni locali sul primo punto. Ciò comporta più attenzione delle forze dell’ordine perché “la presenza sul territorio è la missione primaria”, nonostante le difficoltà per l’età media elevata degli agenti che rende centrale la questione delle risorse umane. Sancita definitivamente la data del 10 aprile come festa della Polizia (giorno della legge di riforma del 1981 e visto che la Ps non ne aveva una), il prefetto ha ricordato i punti centrali del fondamentale riordino delle carriere, con maggiore qualificazione e possibilità di carriera, il rinnovamento dell’audit interno, una riorganizzazione di uffici e di personale in tutta Italia, insieme al ringraziamento alle Forze armate, a Carabinieri e Finanza per il supporto nell’organizzazione della sicurezza.

UNA BACCHETTATA AI SINDACATI

Il Governo ha stanziato per il riordino 977 milioni “rispetto ai 119 milioni a regime degli anni precedenti”, nello stesso tempo ci dev’essere sempre maggiore attenzione alle esigenze personali dei poliziotti perché “sono ancora troppi i suicidi”. Parlare di personale significa parlare di sindacati: Gabrielli ha ringraziato quelli che hanno “lasciato demagogia e populismo” proponendo delle soluzioni percorribili, auspicando però una diversa dialettica sindacale: “Troppe volte ho visto paladini dei diritti dei poliziotti piegare le giuste istanze della mia gente a logiche personalistiche. Troppe volte ho visto strumentalizzato e sbattuto in prima pagina il giusto malessere del nostro personale” trasmettendo “un senso di sfiducia verso la Polizia di Stato”. A qualche segretario generale presente saranno fischiate le orecchie. Dunque un richiamo all’orgoglio identitario, alla “famiglia” della Polizia.

IL TERRORISMO IMPREVEDIBILE

Di questi tempi, sicurezza e terrorismo vanno di pari passo. “Siamo di fronte al terrorismo a prevedibilità zero”, ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, perché l’attacco di Stoccolma ha dimostrato che si va verso una “riduzione dell’atto terroristico”: pochi minuti dal furto di un camion alla strage. Se dunque la sfida dell’Italia e di tutte le democrazie è “una sfida al limite dell’umanità”, dobbiamo comunque provarci e cioè “aggiornare, correggere, migliorare”. Innanzitutto più intelligence, cioè più prevenzione, che nei numeri significa anche 164 espulsi dal gennaio 2015, di cui 32 quest’anno; quindi controllo del territorio e coordinamento con le autorità locali perché le esigenze sono diverse da Nord a Sud. La sfida più grande, ha ricordato Minniti, è controllare il territorio mantenendolo sempre fruibile: “Non saremo mai una Fortezza Bastiani che aspetta chiusa il nemico”, “controllare consente di vivere, ma non c’è più controllo di un luogo vissuto”. Quindi anche per le imminenti festività pasquali gli italiani vivranno com’è avvenuto a Natale, “senza limitare neanche per un attimo la libertà dei cittadini”.

IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE

Minniti non perde occasione per ripetere due concetti: no al parallelismo tra terrorismo e immigrazione, ma l’accoglienza ha un limite nella capacità di integrazione. E’ sempre un camminare sulle uova, senza rilanciare il tema che la sicurezza è “di sinistra” (trattandosi di un appuntamento istituzionale), perché al netto delle polemiche politiche la sicurezza dovrebbe sempre essere un tema bipartisan, e quel limite, il limite della capacità di integrazione, secondo il ministro è “il tema di fondo delle democrazie occidentali”. Non sono state dimenticate le regioni dove si lotta contro le mafie (56 latitanti catturati nel 2016, 16 quest’anno, 4 miliardi sequestrati, 2 confiscati) e “liberare l’Italia dalle mafie è un obiettivo strategicamente possibile”.

GLI ESEMPI DI OGNI GIORNO

Tra i premiati da Mattarella con medaglia d’oro al valore civile e promozione c’erano anche Cristian Movio e Luca Scatà, che il 23 dicembre scorso intercettarono e uccisero il terrorista Amis Amri a Sesto San Giovanni, e l’artificiere Mario Vece, che è voluto rimanere in servizio nonostante le gravi lesioni riportate nel tentativo di disinnescare un ordigno a Firenze il 1° gennaio. L’evidente commozione di Gabrielli riguardava non solo casi come quello di Vece, ma anche quello della vice sovrintendente morta per una malattia incurabile e che ha voluto essere sepolta con la divisa o quello dell’assistente capo in servizio a Latina che nel terremoto di Amatrice ha perduto i genitori, il marito, i figli adolescenti e che continua a trasmettere “una non comune forza d’animo” a chi le sta vicino. Casi dimenticati dalla stampa e vissuti solo all’interno del Corpo, con i quali Gabrielli ha voluto raggiungere nel profondo l’ambiente della polizia, segnali precisi in un’epoca di rischi e di trasformazioni.


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