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Gli Stati Uniti hanno intercettato gli uomini di Assad sull’attacco chimico

Una fonte interna all’amministrazione americana ha detto alla CNN che gli Stati Uniti sono impossesso di intercettazioni in cui uomini del regime siriano parlano della preparazione dell’attacco chimico del 4 aprile. Secondo gli americani è un’ulteriore prova che il raid aereo che ha ucciso un’ottantina di civili a Khan Shaykhun è stato ordinato dal governo di Damasco.

Le informazioni arrivano dallo sbobinamento di un ampio set di intercettazione che le intelligence statunitensi raccolgono per prassi su Siria e Iraq, e che normalmente vengono valutate con rapidità soltanto in caso di segnalazioni o di fatti importanti – per questo Washington non poteva sapere in anticipo cosa stava succedendo. (Queste intercettazioni potrebbero essere le stesse che hanno messo nel target i capi dello Stato islamico, decimati nei mesi passati, e rientrano nel dispositivo che il Pentagono ha schierato nell’area).

Le comunicazioni sarebbero avvenute tra uomini di Bashar el Assad specializzati sulle armi chimiche: gli americani dicono che il regime ha rimesso in piedi un gruppo speciale di tecnici e comandanti che gestiva i veleni militari già nel 2013 (quando fu colpito il sobborgo di Damasco Ghouta e la Siria accettò di entrare in un accordo teoricamente punitivo con Onu, Stati Uniti e Russia per lo smantellamento dell’arsenale). La scorsa settimana Foreign Policy ha pubblicato un articolo informato e approfondito sulla catena di comando chimica del regime: tra tecnici e scienziati addetti alla preparazione del sarin (che è un composto bifase e si crea soltanto dopo l’esplosione dell’ordigno di innesco, e non è possibile che si sprigioni se viene colpito un deposito che ne contiene i componenti come dicono i russi tra le smentite degli esperti), il top della “kill chain“, come la chiama FP, è occupato dai vertici dell’inner circle presidenziale su su fino al rais.

L’intercettazione è una prova che si aggiunge a quelle che la Casa Bianca ha già raccolto in un documento diffuso dal Consiglio di sicurezza nazionale (il Foglio ne ha tradotto diversi stralci) e oggetto due giorni fa di un briefing stampa. Nel testo redatto dal team guidato da HR McMaster la Siria viene accusata di aver inviato un Su-22 a sganciare gli ordini al sarin, si riportano prove circostanziali sul fatto che l’agente chimico sia stato proprio un gas nervino (e non qualcos’altro, come il cloro con cui alcune barrel bomb vengono arricchite), si suppone tra le righe che i russi potessero sapere qualcosa di quello che il regime stava architettando da Shayrat (la base colpita e da cui si è alzato l’aereo tossico), si smontano le principali tesi difensive russe, e si accusa Mosca di fornire copertura diplomatica alla Siria e di diffondere informazioni alterate per farlo.

(Foto: Wikipedia, un Boeing RC-135, areo da ricognizione e signal intelligence americano)

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