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Cosa studiano governo e Parlamento per Leonardo-Finmeccanica

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Sotto traccia governo e Parlamento lavorano per dare input e supporto a Leonardo-Finmeccanica? È l’interrogativo che analisti e addetti ai lavori si stanno ponendo dopo alcuni brevi cenni giunti dall’esecutivo e dal Senato con alcune fugaci dichiarazioni.

La principale dichiarazione che ha attirato l’interesse degli analisti e degli osservatori del comparto è quella del ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Nel corso di un’audizione in Parlamento, in cui il cui titolare del Tesoro approfondiva e spiegava criteri e motivi delle recenti nomine ai vertici delle maggiori società partecipate dal ministero, Padoan – parlando di Leonardo, dunque del gruppo ora guidato per scelta del governo dall’amministratore delegato, Alessandro Profumo – ha detto: per Leonardo in considerazione delle caratteristiche della società, nonché della natura internazionale delle attività, “la scelta è stata orientata alla ricerca di un profilo che possa far fronte all’esposizione internazionale del gruppo e alla diversificazione del business”.
Diversificazione del business? Che significa? E in quali settori?

Ma il Parlamento, oltre ad ascoltare le parole del ministro del Tesoro, sempre sul gruppo attivo nell’aerospazio e nella difesa sta passando all’azione. Il progetto di cui sta discutendo in commissione Difesa di Palazzo Madama è quello di dare un ruolo maggiore allo Stato nella fase delle trattative internazionali in gare e commesse dove è in ballo il gruppo italiano, favorendo intese tra governi. “Si tratta – ha detto a Repubblica il presidente della commissione, Nicola Latorre (Pd) – di trovare strumenti analoghi a quelli che altri paesi concorrenti hanno adottato e che attualmente li pongono in una posizione di vantaggio sui mercati internazionali”. “Sempre più nazioni – ha aggiunto Latorre – invocano la garanzia dello Stato italiano al momento della stipula dei contratti. Per questo occorre implementare un approccio alle esportazioni basato sull’assunzione di responsabilità del Paese, costruendo una credibilità che superi le singole vendite e accordi, con strumenti di garanzia e tutelando a tutto campo l’immagine italiana”.


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