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Perché gli Usa vogliono arrestare Assange per le rivelazioni di Wikileaks

Il procuratore generale Jeff Sessions ha detto in conferenza stampa giovedì che l’arresto di Julian Assange è “una priorità”: “Professionisti che sono stati nel settore della sicurezza degli Stati Uniti per molti anni si scandalizzano per il numero di leaks [usciti] e alcuni di loro sono molto gravi. Quindi sì , è una priorità. Abbiamo già cominciato a intensificare i nostri sforzi e ogni volta che può essere fatto, cercheremo di mettere alcune persone in prigione”.

Che l’amministrazione americana abbia preparato un piano di accuse legali per poter arrestare Assange, il fondatore e mentore di Wikileaks, che vive rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra (evitando il mandato di arresto di una corte svedese per accuse di stupro), lo ha rivelato anche una fonte che ha “famigliarità” con il dossier alla CNN.

E siamo al quarto giro di posture aggressive contro l’organizzazione uscite in questi giorni dal governo di Washington: prima, il 13 aprile, il direttore della Cia Mike Pompeo ha definito Wikileaks un “ostile servizio segreto non statale”, poi una fonte ha riferito alla CBS che Cia e Fbi stanno conducendo una caccia all’uomo per trovare l’insider che ha passato agli Assangers il materiale di Vault 7, ora arriva l’informazione sul piano per arrivare all’arresto del capo dell’organizzazione, una “priorità” per Sessions.

Gli uomini del dipartimento di Giustizia avrebbero trovato una soluzione per aggirare le difficoltà incontrate finora, legate al Primo emendamento (che garantisce la libertà di parola ed espressione). L’accusa dovrebbe collegarsi all’aiuto fornito da Assange a Edward Snowden per permettere al whistleblower di rivelare segreti di stato (che poi generarono il Datagate). Resta però che il governo ecuadoriano sembra continuare sulla linea di non voler concedere l’estradizione, nonostante il recente cambio dell’esecutivo. Mentre l’avvocato di Assange, Barry Pollack, ha commentato di non non aver ricevuto notifiche ufficiali, aggiungendo che Wikileaks è esattamente come il Washington Post e il New York Times, che pubblicano storie ogni giorno su informazioni, anche “classificate”, trapelate da fonti istituzionali. Uno dei problemi che il team dell’amministrazione Obama aveva incontrato sul perseguire Assange era legato al fatto che dati sensibili escono pubblicati anche da altri media. Il Guardian, uno dei giornali che ha avuto ruolo centrale nel periodo del Datagate, ha scritto un editoriale non-firmato dal titolo eplicito “Non fatelo”, non arrestate Assange. Sessions, intervistato dalla CNN, si è rifiutato di dire se anche altre pubblicazioni potranno finire nei target degli avvocati del dipartimento di Giustizia.

Questa linea era stata già sostenuta da Assange stesso in un op-ed per il Washington Post, ma il punto è che dal 2010 – con la pubblicazione del primo set di documenti rubato da Chelsea Manning – la posizione americana è sostanzialmente cambiata. Su Wikileaks, per esempio, pesa l’accusa di aver fatto da spalla per la diffusione dei documenti sottratti ai democratici negli attacchi hacker avvenuti durante l’ultima campagna presidenziale. Quegli hacking per l’Intelligence Community americana sono stati organizzati dai servizi segreti russi – “Un servizio di intelligence ostile non statale, spesso spalleggiato da attori statali come la Russia” è la definizione completa che Pompeo ha dato di Wikileaks. Molto del materiale sottratto dai russi e diffuso da Wikileaks è poi diventato la base per fake news e disinformazione diffusa per screditare Hillary Clinton. (L’Fbi e la Cia stanno indagando per verificare fino a che punto il Cremlino era dietro a questo piano complesso).

Ai tempi della campagna elettorale, quando quelle informazioni fatte uscire da Wikileaks erano linfa vitale per le storie false diffuse dai media pro-Trump, l’ancora candidato repubblicano disse di “amarla” l’organizzazione di Assange. Più tardi, durante la fase di transizione, a proposito dell’inchiesta sulle interferenze russe, disse di credere più a Assange che all Cia (Assange diceva che chiunque sarebbe stato in grado di hackerare i democratici).

 

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