Luigi Di Maio la prossima settimana sarà negli Stati Uniti per un visita di un paio di giorni. Il vicepresidente della Camera e candidato in pectore del MoVimento 5 Stelle alla presidenza del Consiglio partirà alla volta degli States il 2 maggio e tornerà in Italia venerdì 5.
Una toccata e fuga organizzata per rispondere all’invito dell’università di Harvard dove Di Maio sarà ospite il 3 maggio per un incontro con la comunità accademica e poi per una serie di colloqui istituzionali. Il giorno dopo – invece – appuntamento a Boston dove probabilmente vedrà alcuni rappresentanti della comunità italiana e del mondo imprenditoriale a stelle e strisce. Con lui ci saranno Vincenzo Spadafora – l’ex Garante per l’infanzia che dalla scorsa primavera cura le relazioni istituzionali di Di Maio – e alcuni membri della comunicazione del movimento. Nessun altro esponente politico invece, neppure chi segue da vicino i dossier esteri tra cui, in primis, i deputati Alessandro Di Battista e Manlio Di Stefano.
A differenza di quanto si era ipotizzato in un primo momento (qui l’approfondimento di Formiche.net), il programma del viaggio non comprende alcun incontro o abboccamento con la Casa Bianca di Donald Trump: né con lui direttamente, né con qualche esponente di punta della sua amministrazione o del suo entourage. Tutto rinviato a dopo l’estate quando il leader pentastellato farà ritorno negli Usa: tra settembre e ottobre – in prossimità dell’inizio della campagna elettorale per le elezioni politiche italiane – Di Maio sarà protagonista di una nuova visita negli Stati Uniti, da concentrare a Washington e New York. E in quell’occasione cercherà di avere un contatto diretto con il presidente o con qualche rappresentante della sua amministrazione.
D’altronde il tema delle relazioni bilaterali tra l’Italia da un lato e gli Usa dall’altro rimane fondamentale e continua a tenere banco nel dibattito politico del nostro Paese, come dimostrano anche le cronache di questi ultimi giorni. L’ultimo riferimento pentastellato agli Stati Uniti è di questa mattina: in un articolo pubblicato sul suo blog, Beppe Grillo ha parlato di voto popolare e mercato finanziario. “Il Movimento 5 Stelle non è un suo avversario, ma un suo alleato“, ha scritto provocatoriamente il fondatore in un intervento tutto teso a criticare il sistema dei partiti tradizionali e la presunta affermazione per cui dalla sua sconfitta non possa che derivare una situazione d’instabilità. Un commento nel quale Grillo ha infilato pure l’attuale inquilino della Casa Bianca, a proposito del quale non ha certo speso parole negative: “Nonostante gli allarmismi pre elettorali della stampa di regime la vittoria di Trump è stata accolta con un rialzo di +1% il giorno della vittoria a cui è seguito un ulteriore +7% nei due mesi successivi. A oggi il mercato US è in rialzo del 12% dal giorno della vittoria di Trump“.
Nel frattempo, come noto, il MoVimento 5 Stelle ha già presentato il suo programma in materia di esteri nel quale compaiono dieci punti fondamentali e tre priorità (per tutti i dettagli si può consultare questo articolo). “Né con Putin né con Trump“, lo ha sintetizzato di Battista nel corso della conferenza stampa di presentazione alla Camera. Ma intanto il candidato del movimento a guidare Palazzo Chigi sta per partire alla volta degli States.