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Bper, Banca Etruria, Maria Elena Boschi e Graziano Delrio

Graziano Delrio

Al fine di evitare errori/ imprecisioni è sempre giusto mettere le cose al proprio posto, per amore e rispetto della verità. Nelle ultime vicende di Banca Etruria non ho avanzato dubbi sull’onestà intellettuale e sulla moralità di Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture dell’attuale governo e già sottosegretario alla presidenza nell’esecutivo Renzi. E proprio durante i giorni della sua attività a Palazzo Chigi, a detta dello stesso, che si è dovuto occupare della crisi della suddetta banca e dell’eventuale possibile fusione con la Popolare dell’Emilia e Romagna.

La notizia data ai media dal Delrio è inconfutabile, considerato che in quel tempo egli si occupava di diverse crisi aziendali, i cui dossier erano il suo pane quotidiano. Non si può contestare nulla alla sua condotta: come avrà seguito pratiche simili per altre imprese, così avrà avuto interesse, quale membro del governo, a occuparsi anche del salvataggio di una azienda bancaria. Al limite, si può osservare che le sue dichiarazioni non sono state tempestive, ma la sostanza non cambia. Punto.

Dispiace che un esponente politico autorevole, tra i pochi ancora in giro, inopinatamente debba essere oggetto di polemiche che lo stesso rifugge e detesta. E’ la “politica” senza valori, senza ideali, senza etica, senza cultura che agevola questo clima infame di caccia alle streghe. L’unico possibile per tenere in vita ignoranti, ipocriti, irresponsabili, che poco conoscono dell’interesse generale, ma molto amano l’ ”utile particulare”, che il grande Francesco Guicciardini pensava con fiducia, mal riposta, potesse trasformarsi in qualche cosa di nobile per la comunità. Oggi, purtroppo, continua ad essere solo utile particulare.

E’ sempre vivo il ricordo della bella opera del Manzoni: La storia della colonna infame. Con ciclicità, alla stregua di percorsi carsici, sovente s’ode una voce: “dagli addosso all’untore”! Bisogna però avere udito raffinato per sentirlo.

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