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Bcc, perché a Iccrea servirà un aumento di capitale. Parola del prof. Ruozi (Bocconi)

Iccrea

Quali elementi stanno valutando le banche di credito cooperativo in seguito al provvedimento che ha stabilito la loro aggregazione e che dimensioni potrebbero avere i due gruppi che si verranno a creare probabilmente intorno ad Iccrea Holding e Cassa centrale banca (Ccb)? E ancora, cosa richiederà la costituzione dei gruppi cooperativi? A rispondere a questi e altri interrogativi sono in uno studio dettagliato due esperti del settore, i professori Roberto Ruozi (nella foto), dell’Università Bocconi di Milano, e Rinaldo Sassi, dell’Università di Parma. Ecco i primi effetti della riforma delle Bcc (legge 49/2016) e lo scenario possibile per gli oltre 300 istituti interessati.

LO SCENARIO

Entro il mese di maggio 2018, si ricorda nello studio, le capogruppo dovranno raccogliere le adesioni delle singole Bcc. Le banche a quel punto avranno fatto tutte le valutazioni confrontando i due modelli di business delle potenziali capogruppo, la gamma di servizi offerti alle affiliate, e la loro estensione territoriale. Obiettivo? Scongiurare la probabile chiusura di sportelli derivante dal processo di razionalizzazione, e puntare semmai all’espansione territoriale. Le capogruppo dovranno avere un patrimonio netto di 1 miliardo di euro, Iccrea possiede già tali requisiti mentre Ccb dovrebbe ricorrere ad un aumento di capitale, e avranno poteri di direzione e coordinamento.

GLI SCHIERAMENTI

Da una prima analisi ottenuta dalle preferenze espresse da alcune Bcc sull’uno o l’altro progetto, Ruozi e Sassi ipotizzano che i due gruppi potrebbero essere così composti: oltre 200 Bcc faranno capo a Iccrea, e oltre 100 a Ccb.

LE DIMENSIONI

Il processo di aggregazione porterà alla formazione di due gruppi che secondo gli studiosi saranno piuttosto atipici e che potrebbero avere approssimativamente le seguenti dimensioni:

VALORI Cassa Centrale ICCREA
Attivo 74 mld 185 mld
Crediti vs clientela 38 mld 88 mld
Patrimoni Netto 6 mld 14 mld
Margine d’Intermediazione 2 mld 5 mld

 

GRUPPO CASSA CENTRALE

Ma, nell’uno e nell’altro caso, sostengono gli esperti, il processo di aggregazione necessiterà alcuni interventi. “Nel gruppo riferibile alla Cassa Centrale, alla luce degli stress test si renderebbe necessario sostenere 43 Bcc problematiche su un totale di 105 affiliate. Tale intervento richiederebbe di mettere a disposizione delle banche suddette maggiori capitali per circa 693 milioni di euro al fine di ripristinare un CET1 ratio pari al 13,5% a fronte di un patrimonio libero eccedente (free capital) pari a circa 977 milioni di euro”, si legge nel report.

GRUPPO ICCREA

Ecco invece gli interventi necessari nel gruppo Iccrea: “Sarebbe necessario un aumento di capitale pari a 1,8 miliardi di euro necessario per riportare il CET1 ratio al 13,5% in 78 banche. Le 124 Bcc affiliate più virtuose presenterebbero peraltro un patrimonio disponibile non sufficiente alla suddetta copertura. Tale situazione è dovuta principalmente alla tipologia di banche che potrebbero affiliarsi a questa capogruppo, in gran parte costituite dalle BCC di maggiore dimensione in termini di totale attivo e di impieghi creditizi, i cui fabbisogni sarebbero proporzionalmente superiori a quelle BCC del primo gruppo citato. Come già richiamato, gli effetti illustrati non scontano ancora i fabbisogni patrimoniali necessari per gestire i rischi del portafoglio titoli di proprietà delle banche e per giunta non tengono conto degli assorbimenti derivati dagli investimenti destinati alla ricerca di maggiore competitività”, hanno spiegato Ruozi e Sassi.


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