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Legge elettorale, perché si parla di sistema tedesco quando con la Germania poco ci azzecca?

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Lo chiamano “modello tedesco”, ma se abbiamo ben compreso il progetto a cui stanno lavorando i maggiori partiti, di “tedesco” c’è solo la soglia di sbarramento al 5%, ammesso che tenga a fronte della rivolta delle formazioni politiche minori. Certo, con una soglia di accesso così alta saranno premiate le liste che la supereranno e che si spartiranno i seggi di quelle che non ce l’hanno fatta. Sarà una maniera differente di attribuire un premio di maggioranza.

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Ma davvero si andrà a votare il 24 settembre insieme alla Germania? Che pretesa! Vogliono stare al traino di Angela Merkel (che vincerà sicuramente) anche se durante la campagna elettorale più o meno tutti se la prederanno con la sua politica.

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In principio, secondo Marx ed Engels, il socialismo consisteva nella socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio. Per Lenin bastavano invece i soviet e l’elettrificazione. Per Enrico Berlinguer era la riforma sanitaria (legge n.833 del 1978) a contenere “elementi di socialismo”. Non avremmo mai immaginato che gli ultimi eredi, testimoni di quel mondo, si sarebbero accontenti dell’abolizione dei voucher.

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In questi giorni ricorre l’anniversario dell’elezione di Oscar Luigi Scalfaro alla presidenza della Repubblica. Per quanto mi riguarda IO NON CI STO a ricordarmi di lui.

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Che cosa dire? Anche il G7 non è più quello di una volta. Non solo perché all’attuale presidente degli Usa non gli può fregar di meno di svolgere il ruolo di leader del mondo libero, ma soprattutto perché i sette capi di Stato e di Governo che annualmente si riuniscono sotto quella sigla non sono più i “Grandi” della Terra. Nello scenario di Taormina non c’erano le sette maggiori economie del mondo, perché non erano presenti la Cina e l’India, che, secondo la classifica della Banca Mondiale, sono la 2° e 7°. L’Italia è già all’8° posto e il Canada al 10°, perché al 9° c’è il Brasile, che potrebbe superare il nostro Paese già quest’anno. Insieme i Paesi del G7 costituiscono il 31% dell’economia mondiale, 10 anni fa erano il 40%, e 20 anni or sono il 45%: in altre parole il declino relativo sta accelerando. Tra 10 anni nessun Paese europeo sarà tra le sette maggiori economie del mondo. Il G7 magari continuerà a riunirsi, ma sarà sempre più l’espressione di una realtà superata, priva della centralità del bel tempo che fu. Ma le decisioni vere spetteranno al G20, che include i Paesi emergenti ed è più rappresentativo.



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