Soddisfazione per la rivincita a tutto tondo che è riuscito a prendersi nei confronti del suo ex partito (dal quale fu allontanato in circostanze tutt’altro che chiare). Preoccupazione, invece, per la distanza non certo di sicurezza – appena due punti percentuali – che lo separa dal candidato del centrosinistra Paolo Scarpa. Sono questi i due sentimenti che stanno caratterizzando il giorno dopo di Federico Pizzarotti, il sindaco uscente di Parma che nel corso delle amministrative di ieri è arrivato primo con il 34,78% dei voti.
IL RISULTATO DI PIZZAROTTI
Un risultato sicuramente rilevante se si considera che l’ha ottenuto in completa solitudine, grazie soltanto alla sua lista civica Effetto Parma creata dopo la rottura con il MoVimento 5 Stelle. E, però, non sufficiente a consentirgli di guardare con assoluta serenità alle prossime due settimane: rispetto ai pronostici della vigilia e ai primi exit poll di ieri sera, Scarpa del Partito democratico è arrivato molto più vicino di quanto non si pensasse, al 32,7%. Al ballottaggio, quindi, ci sarà da soffrire per Pizzarotti, il quale, alla fine, potrebbe comunque drenare molti dei consensi di cui ha goduto ieri la terza arrivata, l’esponente di centrodestra Laura Cavandoli, alla quale è andato il 19,2% dei voti.
L’ESTINZIONE DEL M5S
Completamente sparito dai radar della politica parmense il movimento di Beppe Grillo e Davide Casaleggio che – com’era facilmente immaginabile – ha finito con il pagare a carissimo prezzo l’atteggiamento nient’affatto chiaro tenuto nei confronti di un sindaco stimato dai cittadini come Pizzarotti. Non può essere un caso, d’altronde, che il candidato ufficiale dei pentastellati – Daniele Ghirarduzzi – abbia ottenuto un misero 3,18%: la dimostrazione lampante che le decisioni assunte dai vertici dei cinquestelle nella città ducale non siano state né comprese né apprezzate dagli elettori.
LE PAROLE DI PIZZAROTTI
Comprensibilmente soddisfatto Pizzarotti, che tra due settimane si giocherà il tutto per tutto nel ballottaggio nel quale sarà opposto a Scarpa ma che, intanto, una bella soddisfazione se l’è già tolta: aver dimostrato a Grillo e a Luigi Di Maio di aver sbagliato, a Parma, tutte le mosse. E le parole che ha pronunciato in nottata – subito dopo l’esito del primo turno – lo confermano: “I territori per il Movimento 5 Stelle sono sempre meno importanti, loro guardano solo al dato nazionale e poco o niente al locale: esattamente l’opposto di quello che avveniva con i meetup del 2012. Questo dimostra ancora una volta che non siamo cambiati noi, ma sono cambiati loro. Parma è stata lasciata sola dal M5s nei momenti di difficoltà e anzi attaccata. Hanno messo in campo una lista contro di noi e la città lo ha capito“. M5s a parte, è chiaro però che adesso per Pizzarotti l’obiettivo sia uno solo: essere riconfermato sindaco: “E’ una sfida a parte e si riparte da zero. Spero gli elettori ragioneranno con la loro testa, noi abbiamo un’idea chiara di cosa vogliamo e su questo lavoreremo per Parma“. In nottata lo stesso sindaco uscente ha commentato su Facebook il risultato del primo turno delle amministrative e ha parlato di “risultato storico“. “Arrivare al ballottaggio da soli” – ha concluso – “dimostra la forza del nostro gruppo, unito dai valori e non dagli interessi“.
LA SPERANZA DI SCARPA
Considerati i soli due punti di vantaggio, una sfida tutt’altro che vinta per Pizzarotti, il quale si presenta pur sempre al ballottaggio con i favori del pronostico. Il suo avversario – Scarpa del Partito democratico – però non si dà per vinto. Com è logico e giusto che sia: “Siamo contenti di essere arrivati fin qua. Eravamo dati per morti politicamente alle primarie, i sondaggi ci davano molto più indietro e siamo quindi in crescita. Alleanze? Io sono aperto a tutta la città per superare le divisioni. Bisogna cercare di risollevare Parma governando tutti insieme, partiti e movimenti. L’affluenza, più bassa della media nazionale, dice che la città è delusa e rassegnata“.
IL FATTORE AFFLUENZA
Sarà anche la partecipazione al voto uno dei fattori decisivi che contribuirà a determinare l’esito del secondo turno: se dovesse scendere ancora in misura notevole, è chiaro che potrebbero esserci conseguenze anche pesanti sul risultato finale. Da questo punto di vista occorre sottolineare infatti come l’affluenza a Parma sia sia attestata intorno al 54%, ben al di sotto della media nazionale. Nel 2012 al primo turno aveva votato il 64% e nel 2007 addirittura 74%: in pratica nel giro di dieci anni – e di due tornate elettorali – i votanti sono calati del 20%. Un dato su cui ragionare e dal quale guardarsi bene.