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Cosa farà davvero Trump sulle energie rinnovabili. Report Pictet

Donald Trump abbatterà le energie rinnovabili, come promesso in campagna elettorale? No, secondo il team di gestione del fondo Pictet-Clean Energy.

IL VALORE DELL’ECONOMICITA’

Ci sono almeno tre motivi per cui nessuno potrà arrestare lo sviluppo delle rinnovabili, secondo la casa di affari svizzera. Il primo è che le energie rinnovabili diventano più economiche: “Gli aspetti economici  avranno un’importanza maggiore nella transizione globale verso le energie pulite rispetto a quelli politici o normativi. Grazie ai progressi  tecnologici, negli ultimi anni il costo dell’energia eolica, solare e da altre fonti rinnovabili è notevolmente diminuito. Negli Usa l’energia eolica è più conveniente rispetto a qualsiasi altra forma energetica. Costa infatti solo 25 dollari per megawattora (sovvenzioni comprese), meno di qualsiasi altra risorsa energetica. Secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America, dal 2008 i costi dell’eolico sono scesi del 41% mentre quelli dell’energia solare su larga scala del 64%”. E continuano a calare tanto che nel 2040 l’energia prodotta da eolico e solare costerà la metà rispetto a quella generata dal carbone e il 60% in meno rispetto a quella prodotta dal gas.

IL RUOLO DEL GAS 

Il secondo motivo per cui lo sviluppo delle energie rinnovabili proseguirà, secondo il team di gestione del fondo di Pictet che alle energie pulite è dedicato, è che potrebbero contribuire a ridurre ulteriormente l’impatto ambientale degli USA: “Negli ultimi anni la quota statunitense delle emissioni di carbonio globali si è ridotta, nonostante la crescita dell’economia. Tale tendenza è in parte  dovuta alla migliore economia del settore dell’energia pulita USA e all’affermazione del gas naturale come primaria fonte energetica, nonché alle norme sull’efficienza energetica vigenti a livello statale e locale, sulle quali l’amministrazione Trump ha meno controllo”.

COSA FA LA CINA

Il terzo motivo della cavalcata dell’energia pulita è la volontà della Cina di decarbonizzarsi. Se negli Usa la quota di emissioni di carbonio si è notevolmente ridotta passando dal 23% del 2000 al 14% di oggi, quella cinese è schizzata dal 14% del 200 al 28% di oggi, secondo i dati della banca Mondiale. L’inquinamento dell’aria è letale e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno provoca circa 12,6 milioni di morti premature. Il problema è particolarmente grave in Cina, il maggior inquinatore del mondo, dove le città sono costantemente soffocate dallo smog: “All’inizio dell’anno a Pechino i livelli di PM2,5 – microparticelle responsabili di problemi respiratori – hanno raggiunto i 630 microgrammi, una soglia 20 volte superiore a quella tollerata dall’OMS. In passato avevano addirittura raggiunto i 900 microgrammi. Le autorità hanno quindi deciso di attuare un ampio programma di riforme energetiche radicali. Le emissioni cinesi si sono stabilizzate più velocemente del previsto, in quanto il Paese ha abbandonato i progetti di nuove centrali a carbone per investire in solare, eolico e nucleare oltre che nello stoccaggio di energia”. La Cina ha mezzi e volontà per decarbonizzarsi e virerà velocemente sulLe rinnovabili. Insomma, Trump, secondo Pictet, su questo campo parte sconfitto?

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