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Domenico Diele, il braccialetto elettronico e i vip. Parla il criminologo Antinori

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Per buona parte degli italiani 12 anni di carcere per l’attore Domenico Diele, responsabile dell’omicidio di Ilaria Dilillo, la 48enne morta in un incidente stradale la notte tra venerdì e sabato scorsi, nei pressi dell’uscita autostradale di Montecorvino Pugliano, nel Salernitano, sono pochi. Il gip di Salerno, Fabio Zunica, ha disposto invece per l’attore gli arresti domiciliari a Roma con braccialetto elettronico. Ma l’attore dovrà rimanere in cella almeno il tempo utile per reperire un braccialetto elettronico.

Perché questa diversità di sentire tra i giudici e la gente comune? C’è un senso di impunità tra i vip? E poi, è possibile leggere nell’assenza del braccialetto una scusa per assecondare il giustizialismo popolare? A rispondere ai microfoni di Ruggero Po è Arije Antinori, criminologo, sociologo della Devianza, analista geopolitico ed OSINT, Coordinatore del “CRI.ME” LAB, Laboratorio di Criminologia, Comunicazione di Crisi e Media della “Sapienza” Università di Roma.

ECCO LE ULTIME PUNTATE DEL SENNO DI PO:

BLUE WHALE, MATTEO VIVIANI E LE IENE CHE SI NUTRONO DI VERGOGNOSE BUFALE

In un’intervista data a Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano, l’inviato delle Iene Matteo Viviani ha ammesso di aver inserito dei video falsi nel servizio in cui ha raccontato “Blue Whale”, il misterioso fenomeno di internet nato in Russia che secondo qualcuno avrebbe spinto diversi adolescenti al suicidio, ma sulla cui fondatezza circolano molte perplessità.

L’ammissione di Viviani è arrivata dopo un video della pagina Facebook “Alici come prima”, che ha scoperto che alcuni dei video che mostravano suicidi di adolescenti mostrati dalle Iene erano diversi da come erano stati presentati. Viviani, infatti, introduceva i video dicendo che mostravano ragazzi buttarsi giù dai palazzi per via di Blue Whale, che dovrebbe consistere in una serie di prove della durata di 50 giorni che comprendono automutilazione e privazione del sonno, e che si dovrebbero concludere con il suicidio di chi la sta facendo.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, PERCHÉ LICENZIARE I FURBETTI DEL CARTELLINO NON SARÀ FACILE

“Alla faccia della semplificazione. Dottoressa Kranz, mi corregga se sbaglio, ma qui risulta che nonostante la riforma della Pubblica Amministrazione licenziare i truffatori del cartellino rimarrà un affare complicato parecchio”. È una delle domande poste da Ruggero Po a Sylvia Kranz, dirigente dell’Ufficio Associato inteprovinciale per la prevenzione e la risoluzione delle patologie del rapporto di lavoro della Bassa Romagna.

“Sulla questione dei truffatori bisognerebbe fare chiarezza fondamentale. Il vero problema della procedura cosiddetta per direttissima introdotta l’anno scorso dal ministro sta nel definire se siamo o non siamo in flagranza del fatto”, ha spiegato Kranz ai microfoni di Ruggero Po.

VACCINI, ECCO COSA DEVONO INSEGNARE I DATI SUL MORBILLO. PARLA SILIQUINI

2500 casi di morbillo nei primi 4 mesi del 2017 e già si parla di incubo morbillo, eppure ci sono stati anni (non lontani) in cui i dati davano cifre più preoccupanti. Non è che ora si cerca di spaventare per riportare i bambini a vaccinarsi? A queste domande ha risposto Roberta Siliquini, professoressa di Igiene all’Università di Torino e presidente del Consiglio Superiore di Sanità in una conversazione con Ruggero Po per la rubrica “Il Senno di Po”.

“Non è un problema di spaventare, è il problema di comprendere che una patologia come il morbillo non risente immediatamente dell’abbassamento di copertura vaccinale”, ha spiegato Siliquini.


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