Il senso della presenza del presidente americano Donald Trump a Parigi, per celebrare la presa della Bastiglia del 14 luglio, è tutto nell’incontro iniziale con la coppia presidenziale dell’Eliseo: quando Emmanuel Macron e consorte hanno accolto Trump e la First Lady, l’americano ha scherzato sullo stato di forma – “Ottimo!” – della Premier Damme, sorrisi, pacche sulle spalle, volti rilassati: alleati. La word cloud della trascrizione della conferenza stampa segna due parole su tutte: “Will” e “Together“. Un’altra immagine? “Fox and Friends”, il megafono della Casa Bianca, andava in diretta da Parigi con il titolo: “Macron e Putin trovano un terreno comune”.
POTUS wraps up another overseas trip by celebrating Bastille Day, WWI anniversary & forging a stronger bond with Macron | @johnrobertsFox pic.twitter.com/xgNQEJhBfe
— FOX & friends (@foxandfriends) 14 luglio 2017
L’invito di Macron, scriveva giovedì il Figaro, “è stato irresistibile” per l’americano. Il francese sa che l’isolamento in cui l’Europa sta cercando di mettere la Washington di Trump è un’occasione per Parigi – dall’altro lato Trump soffre, in casa l’amministrazione va a corrente confusa e non quadra sui provvedimenti importanti, le beghe politico-giudiziarie rallentano l’azione di governo, all’estero gode di scarso riconoscimento se non fosse che presiede la più grande potenza del mondo la cui economia corre ancora forte, sa che un aggancio europeo è necessario, e non può essere solo nell’uscente Londra, cerca altri porti. Parigi c’è, soprattutto perché il neopresidente francese ha cucinato una sorta di nazionalismo coperto da salsa progressista che piace sia a Washington che a Berlino (o Bruxelles, ormai quasi sinonimi). Nota: prima di cenare affacciati su Parigi dal tetto della Tour Eiffel con i Trumps, giovedì Macron ha pranzato con la Cancelliere tedesca Angela Merkel.
French President Macron hosts US President Trump for a dinner prepared by chef Alain Ducasse at the Eiffel Tower restaurant Le Jules Verne pic.twitter.com/IlV8wKwJEZ — AFP news agency (@AFP) 13 luglio 2017
L’incontro bilaterale con Trump è un’altra evidenza del piano macroniano di costruirsi intorno l’aurea del grande leader globale: un braccio teso al di là dell’Atlantico, uno ben piantato in Europa. Macron è colui che quando il presidente americano decise il ritiro dagli accordi climatici commentò “Make our planet great again“, parafrasi satirica allo slogan ultra-trumpiano che ha segnato la campagna elettorale; o quello della stretta di mano con Trump diventata un braccio di ferro durante il G7 di Taormina. Ancora, Macron è colui che ha ospitato il russo Vladimir Putin a Versailles con un’accoglienza napoleonica, facendosi carico dell’agenda globale quando gli ha ricordato l’abuso delle misure attive con cui Mosca muove interferenze all’interno dei sistemi politico-sociali dei paesi rivali (Macron è stato oggetto di attacchi hacker russi durante le fasi finali delle presidenziali).
L’invito a Trump segue il solco, rinnova una relazione, marca un simbolo. La Francia è il più vecchio alleato americano: Parigi non dimentica, e un centinaio di soldati americani, veterani compresi, hanno sfilato lungo gli Champs-Elysées per festeggiare la Francia, a memoria del 100esimo anniversario dell’intervento americano (via français) nella Prima guerra mondiale. Mentre gli F-16 acrobatici dei Thunderbirds passavano bassi su Parigi.
The Thunderbirds, the Air Force’s air demonstration squadron, fly by the Eiffel Tower in Parishttps://t.co/bdaNpkZHvf pic.twitter.com/Wb64b2bQet
— U.S. Forces Japan (@USForcesJapan) 14 luglio 2017
Ecco, il campo militare, appunto. Macron siede su un arsenale atomico che è unico nella sua area geografica: il deterrente nucleare dà sostegno alle ambizioni francesi di mettersi alla guida dell’Europa armata. L’America cerca partner in ambito occidentale, chiede più coinvolgimento di portafoglio ai membri Nato, e la Francia ci sta.
#OTD in 1789 the #French stormed the royal fortress of #Bastille, a major turning point in the #FrenchRevolution. #BastilleDay #14juillet pic.twitter.com/yyzEC8odjx — U.S. Dept of Defense (@DeptofDefense) 14 luglio 2017
Il 13 luglio Macron ha incastrato in mezzo agli appuntamenti diplomatici un discorso a tema militare: taglierà la spesa nel 2017 di 850 milioni di euro per tenere al di sotto del 3 per cento il deficit (piace a Merkel), ma ha annunciato che aumenterà di 1,5 miliardi nel 2018, con un impegno di raggiungere il 2 per cento del Pil entro al massimo il 2025 (piace a Trump). Nel discorso ha attaccato il suo capo di stato maggiore, il generale Pierre de Villiers, che durante un’audizione parlamentare – teoricamente riservata – si sarebbe lasciato sfuggire alcuni commenti coloriti sulla scelta presidenziale per il 2017: “Ho preso impegni, sono il tuo capo!” ha detto Macron agguerrito davanti a una platea di ufficiali. Nel pomeriggio il presidente francese sarà a Nizza, a commemorare i morti dell’attentato dello scorso anno (la lotta al terrorismo è un campo di contatto anche con gli americani).
(Foto: Twitter, @WhiteHouse)