Come si svilupperà l’alleanza anche militare nel settore navale fra Italia e Francia? E la leadership sarà francese, visto che nella cantieristica civile sarà appannaggio dell’italiana Fincantieri? Dunque sarà la francese Thales a fare la parte del leone nel comparto militare? E che ruolo avrà il gruppo Leonardo partecipato dal Tesoro? Sono alcune delle domande che addetti ai lavori e analisti si stanno ponendo in queste ore dopo l’intesa siglata ieri da Emmanuel Macron e Paolo Gentiloni sul controllo dei cantieri di Stx France.
LE PAROLE DI BONO
“Non dimenticate che c’è una parte militare che è importante quanto, se non più importante, di Stx. Faremo una società in grado di competere soprattutto con i colossi cinesi”. Così l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono sull’accordo sui cantieri francesi con la francese Naval Group. “Il resto sono cose che appassionano i media ma non gli uomini che tutti i giorni devono portare a casa il lavoro e suscitare nelle persone attorno l’emozione e l’entusiasmo per fare un lavoro non facile”, ha aggiunto il capo azienda del gruppo italiano, vero stratega aziendale della parte italiana nell’accordo Italia-Francia. Eppure in Italia non mancano ancora le perplessità sul ruolo dell’Italia, ovvero del gruppo Leonardo guidato dall’ad, Alessandro Profumo, nella futura collaborazione fra i due Paesi nel comparto della difesa navale. Ecco fatti, parole, scenari e indiscrezioni. Ma partiamo dalle notizie ufficiali.
COSA FARANNO NELLA DIFESA NAVALE
“L’accordo raggiunto ieri dai due governi sulla struttura dell’azionariato di Stx France, che prevede la partecipazione sia di Naval Group che di Fincantieri, rappresenta un importante primo passo ed un’opportunità di ulteriore sviluppo nella cooperazione navale”, si legge nel comunicato congiunto di Naval Group e Fincantieri in cui si dichiara di aver recepito con “soddisfazione la decisione di oggi del governo francese e del governo italiano di inaugurare un processo congiunto che aprirà la strada alla futura creazione di una progressiva alleanza nel settore della difesa navale”.
COME SARÀ COMPOSTO IL COMITATO
I due gruppi hanno comunicato che nei prossimi giorni sarà avviato un comitato direttivo che definirà entro giugno 2018 una roadmap con i dettagli della futura alleanza. “Nel comitato – si legge nel comunicato – Naval Group e Fincantieri svolgeranno un ruolo chiave”. Il gruppo di lavoro sarà composto da sei membri: “Due rappresentanti del governo italiano – di cui uno sarà espresso dalla Cdp, l’altro probabilmente dal ministero della Difesa – due di parte francese (è stato stabilito che al tavolo non ci saranno esponenti di Thales), più gli ad dei due gruppi coinvolti, Fincantieri e NG, Giuseppe Bono e Hervé Guillou”, ha scritto il Sole 24 ore.
LA SODDISFAZIONE DI BONO E GUILLON
“I nostri due gruppi hanno già cooperato con successo sui programmi Fremm ed Horizon e cogliamo con soddisfazione l’opportunità di raggiungere assieme la nostra ambizione europea nel contesto di un mercato della difesa navale sempre più competitivo, nonché di continuare a supportare la Marina italiana e la Marina francese”, hanno dichiarato Hervé Guillou, ceo di Naval Group, e Giuseppe Bono, ceo di Fincantieri.
LE PAROLE DI GENTILONI
Il Sole 24 Ore spiega che spetterà al gruppo ristretto da qui a fine 2018, e dopo la consultazione dei principali partner e azionisti dei due gruppi, “proporre ai due esecutivi la trama complessiva di questo “patto” indicando governance, struttura e organizzazione dell’alleanza, ma anche le condizioni finanziarie e le modalità di presa in carico di tutte le parti impegnate in questa costruzione”. L’alleanza – ha assicurato ieri il premier Gentiloni – dovrebbe coinvolgere anche Leonardo: “Avrà un ruolo in questo lavoro come è normale che sia”, ha detto il presidente del Consiglio.
CHE RUOLO AVRÀ LEONARDO
Ma perché il gruppo Leonardo non è mai citato nei comunicati? Scrive il quotidiano la Verità: “Nella bozza di accordo che sarebbe stata preparata dal numero tre del Tesoro, Fabrizio Pagani, sarebbe spuntata per un breve lasso di tempo una clausola mirata a garantire un ruolo a Leonardo nel prossimo scacchiere militare. La clausola sarebbe poi sparita lasciando di fatto a Fincantieri la regia italiana della grande fusione tra colossi della cantieristica”.
Non era la sede e il momento di indicare il gruppo di Piazza Monte Grappa, sottolinea una fonte vicina al dossier. Evidentemente la Difesa e il gruppo di piazza Monte Grappa hanno preferito che non venisse indicata viste le perplessità che si nutrono in ambienti militari, rimarca una fonte del settore.
Si dice da ambienti legati alle aziende del comparto militare: “Il governo non ha ancora capito che in realtà il lavoro del comitato che lavorerà fino al giugno prossimo è già scritto e prevede la leadership francese. Thales è della partita, visto che è socio rilevante di Naval Group, e Leonardo no”.
IL PERNO FINCANTIERI E IL RUOLO DI BONO
Sta di fatto che Fincantieri nel colosso nascente si candida ad essere prime contractor delle commesse più consistenti, facendo lavorare le aziende fornitrici che oggi si occupano di elettronica per la difesa e missilistica. “Ma se Leonardo resta fuori dall’accordo bilaterale, che ruolo avrà in futuro nella difesa italiana? Quello di subcontractor di Fincantieri? Potrebbe esserlo e a deciderlo sarà la politica e pure la capacità strategica di Bono. Le premesse dell’accordo di ieri possono anche portare ad una concreta e reale leadership italiana in Europa”, scrive la Verità. Si vedrà.