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Maria Cecilia Guerra, chi è la prof. di Mdp che vuole più tasse da Padoan e Gentiloni

E’ anche sul tema delle tasse che si sta consumando la prima rottura tra il governo di Paolo Gentiloni e i bersaniani. “Non voteremo la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza“, ha ufficializzato ieri il coordinatore nazionale di Articolo 1 – Movimento democratico e progressista, Roberto Speranza. Una decisione votata all’unanimità dal partito e confermata oggi dal capogruppo al Senato Maria Cecilia Guerra in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. La stessa Guerra che in più di un occasione aveva tuonato in passato contro le scelte economiche di Palazzo Chigi, a partire da quella di abolire l’Imu sulla prima casa.

LAVORO E SANITA’

La nostra insoddisfazione è massima: la nota di aggiornamento al Def non è orientata a crescita ed equità“, ha commentato in apertura di intervista Guerra, che ha poi anche indicato i due settori per i quali Mdp avrebbe voluto un atteggiamento diverso da parte del governo. Innanzitutto la sanità, a proposito della quale – ha dichiarato l’economista e capogruppo Mdp – “vogliamo evitare la riduzione della spesa in rapporto al Pil e chiediamo anche, ad esempio, l’abolizione del superticket“. E poi il lavoro: “Il governo ha deciso degli interventi di decontribuzione. Ma noi siamo contrari a regalare contributi alle aziende se queste non si impegnano a tenere, almeno qualche anno dopo le agevolazioni, i lavoratori per le quali le hanno ottenute“.

L’IMU SULLA PRIMA CASA NON SI TOCCA

Parole da cui traspare un orientamento di massima: che le tasse vadano tagliate con il contagocce e, comunque, non a beneficio di tutti e che, anzi, in alcuni casi potrebbe anche essere giusto aumentarle o crearne di nuove. Come, d’altronde, hanno di recente consigliato a Gentiloni Pierluigi Bersani e Vincenzo Visco attraverso un documento pubblicato dal loro centro studi – il Nens – in cui vengono avanzate 28 proposte di riforma, molte delle quali di natura fiscale (qui l’approfondimento di Formiche.net). Da questo punto di vista basta leggere quanto dichiarato da Guerra in una conversazione con la rivista telematica Fisco Equo: “La riforma dell’Imu? Una scelta sbagliatissima, sotto tantissimi profili“. Più chiaro di così.

LE PROPOSTE DEL CENTRO STUDI BERSANIANO

In questo senso non può sorprendere che Guerra faccia parte del consiglio di presidenza del centro studi bersaniano presieduto da Visco. Dal quale nel corso del tempo sono arrivate chiare indicazioni a favore di un aumento, non generalizzato per la verità, della pressione fiscale. Ad esempio, con l’obiettivo di promuovere la redistribuzione della ricchezza, si è suggerita la riforma delle imposte di successione “prevendendo l’esenzione dei piccoli patrimoni familiari (fino a un milione di euro) e aumentando le aliquote sugli altri, ma soprattutto fornendo consistenti incentivi alla distribuzione dei patrimoni trasmessi in eredità anche fuori della cerchia familiare”. O ancora – a proposito dell’Irpef – l’idea di moltiplicare le aliquote con molti scaglioni, in modo da tassare maggiormente i redditi più elevati.

LA STORIA PROFESSIONALE

Ma qual è il percorso professionale della capogruppo in Senato di Mdp che vuole più tasse da Gentiloni e Pier Carlo Padoan? Emiliana come il suo padrino politico Bersani, Guerra è professore ordinario di Scienze delle Finanze presso la Facoltà di Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia di cui è stata anche direttore (qui il suo curriculum vitae). “Mi sono sempre occupata dei temi della tassazione e del welfare“, ha scritto sul suo sito personale. Ed evidentemente continua a farlo nelle istituzioni dove, prima di arrivare alla guida dei senatori di Articolo 1, ha ricoperto anche ruoli di governo: da viceministro del Lavoro con Enrico Letta e, prima, da sottosegretario presso lo stesso dicastero nell’esecutivo guidato da Mario Monti. A quanto pare, però, da quell’esperienza le sue posizioni sono almeno in parte cambiate visto che oggi chiede di modificare la riforma di Elsa Fornero (che in quel governo era il “suo” ministro) come ha dichiarato apertamente nell’intervista al Corriere. Ma è chiaro: all’epoca Bersani era il segretario del Pd – di cui la stessa Guerra ha fatto parte fino alla scissione dello scorso febbraio – mentre oggi è il leader di un partito di sinistra-sinistra. Per il quale, come dicono dal centrodestra, le tasse erano e rimangono una cosa bellissima.

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