Quelle che arrivano da Barcellona sono “spinte pesantemente regressive“. E ancora: “Le motivazioni del movimento secessionista in Catalogna sono il trionfo di una irresponsabilità nazionale ed europea“. Firmato Giorgio Napolitano che pochi minuti fa ha concluso il suo intervento all’Istituto Sturzo di Roma dove si è svolto il dibattito dal titolo “60 anni dopo la firma dei Trattati di Roma. Quale spazio per l’Europa oggi?”. All’appuntamento – moderato dal fondatore di Formiche e direttore del Centro Studi Americani Paolo Messa – ha partecipato anche l’ex presidente del Parlamento europeo e attuale numero uno della fondazione Konrad Adenauer, Hans-Gert Pöttering.
CHI HA PARLATO DI EUROPA (E CATALOGNA) ALL’ISTITUTO STURZO. FOTO DI UMBERTO PIZZI
L’ex Capo dello Stato, dunque, non ha lesinato critiche pure severe alle istituzioni catalane per il percorso intrapreso e le forzature delle ultime settimane: “L’Europa, e la Spagna che ne è parte essenziale, hanno bisogno di più unità e non di insensati disegni centrifughi“. Il segnale, secondo Napolitano, che la costruzione europea è ancora in crisi e, con essa, pure gli Stati nazionali. In questo senso il presidente emerito della Repubblica non ha lasciato spazio a dubbi: la vicenda catalana rappresenta una regressione “non solo dalle conquiste di un’Europa che per contare nel mutato quadro globale riesca a parlare con una voce sola e a far pesare tutto l’insieme delle sue forze, ma addirittura dalle acquisizioni storiche del processo di formazione degli Stati nazionali in Europa“.
CHI HA PARLATO DI EUROPA (E CATALOGNA) ALL’ISTITUTO STURZO. FOTO DI UMBERTO PIZZI
Eppure Napolitano si è detto anche convinto che il Vecchio Continente possa riuscire a superare le contraddizioni e le ambiguità degli ultimi anni, acuite dal “grande allargamento dell’Unione del 2004“. A tal proposito l’ex capo dello Stato ha parlato esplicitamente di una “controffensiva europeista” fondata su due figure in particolare: da un lato il presidente francese Emmanuel Macron, vincitore alle presidenziali d’Oltralpe “sulla base di un netto e coraggioso approccio europeistico” e, dall’altro, soprattutto la cancelliera tedesca Angela Merkel. Dalla quale – secondo Napolitano – “è venuto dopo la Brexit, e nel confronto con il nuovo presidente americano, l’appello all’assunzione, da parte dell’Europa, di una piena, autonoma responsabilità nel rappresentare e difendere i più alti valori storici” del Vecchio Continente e di tutto l’occidente.
CHI HA PARLATO DI EUROPA (E CATALOGNA) ALL’ISTITUTO STURZO. FOTO DI UMBERTO PIZZI
Secondo il presidente emerito della Repubblica, i margini per rilanciare l’Unione esistono ancora, a condizione però “di andare avanti decisamente e concretamente sulla via di un’ulteriore integrazione e unità dell’Europa“. Ma che non sia “di facciata” come accade adesso, ha continuato Napolitano. Per il quale la soluzione può derivare solo “da un orientamento a perseguire diverse velocità, ovvero a distinguere chiaramente tra diversi indirizzi, tra diverse volontà politiche e linee di condotta presenti tra i 27, puntando sul rafforzamento e sulla sempre più stretta integrazione dell’eurozona“. In parole povere un’Europa a geometrie variabili, con differenti livelli di cooperazione tra gruppi di Stati membri. Una strada che l’ex capo dello Stato ha definitivo certamente faticosa. Ma ormai – ha concluso Napolitano – “non è più tempo di piccoli passi, di esitazioni né tanto meno di ipocrisie“.
CHI HA PARLATO DI EUROPA (E CATALOGNA) ALL’ISTITUTO STURZO. FOTO DI UMBERTO PIZZI