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Cosa farà il Vaticano nella crisi tra Madrid e Catalogna

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Cercasi mediatore per risolvere la crisi tra Catalogna e Madrid. Secondo il quotidiano spagnolo La Vanguardia potrebbe essere il Norwegian Centre for Conflict Resolution (NOREF) o il Centro Carter. Javier Wilhelm, co-direttore del Master in Mediazione dell’Università Pompeu Fabra Barcelona School of Management, sostiene che “è altissimo il livello di confronto tra la Generalitat, che ha convocato comunque il referendum del 1° ottobre, e lo Stato spagnolo, che ha annullato il voto attraverso il Tribunale Costituzionale. È necessario abbassarlo. Adesso dovrebbe iniziare una nuova fase contenuta, con consiglieri, così nessuno sente che ha ceduto. È il momento di scegliere un cammino costruttivo. Per creare un ponte tra le due parti è necessario l’intervento di mediatori professionisti”.

I SEPARATISTI VOGLIONO PAPA FRANCESCO

Forse per questo il presidente catalano, Carles Puigdemont, ha individuato in Papa Francesco la figura idonea per i negoziati con il governo centrale spagnolo. Il Vaticano però ha respinto ieri la possibilità di riconoscere l’indipendenza della Catalogna. La posizione del Santo Padre è stata trasmessa a Gerardo Bugall, nuovo ambasciatore spagnolo in Vaticano. Per lunedì è prevista la dichiarazione unilaterale d’indipendenza, nonostante il Tribunale Costituzionale di Spagna abbia vietato la sessione straordinaria del Parlamento catalano.

CONTRO L’ARIA DI DIVISIONE

Papa Francesco vive con molta preoccupazione la situazione politica che attraversa la Spagna. Non ha però voluto fare alcuna dichiarazione per evitare strumentalizzazioni. “Il Papa non riconosce i movimenti secessionisti o l’autodeterminazione se non è risultato di un processo di decolonizzazione – ha spiegato Bugall –. Una cosa sono i Paesi latinoamericani, dice sempre il Pontefice, e un’altra i processi attuali come quello della Scozia o la Catalogna, che provocano un’aria di divisione”.

COSA DICE LA CHIESA CATALANA

Lo scorso 1° ottobre la Conferenza Episcopale Tarraconense, che riunisce i vescovi catalani, rivendicò il rispetto di diritti e istituzioni. Il governo di Mariano Rajoy protestò per l’ingerenza della Chiesa, ma la posizione dei sacerdoti catalani non è cambiata. Inoltre, circa 300 religiosi catalani hanno pubblicato una lettera pubblica nella quale difendono il diritto al voto per l’indipendenza della Catalogna come un esercizio “legittimo e necessario”. Infatti, il vescovo di Solsona, Xavier Novell, votò nel referendum per l’indipendenza della Catalogna.

L’INVITO DELL’OSSERVATORE ROMANO

Il tema catalano è nell’agenda diplomatica del Vaticano. “Europa invita al dialogo della Catalogna”, ha titolato un articolo l’Osservatore Romano mercoledì scorso. Il quotidiano del Vaticano assicura che “la Chiesa segue con attenzione gli sviluppi. C’è molta preoccupazione, ovviamente”, ma alcune fonti della Santa Sede insistono che si tratta di “un problema interno della Spagna che deve risolvere con le leggi”. Il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, ha insistito su questo punto a giugno durante l’incontro con il vicepresidente del governo spagnolo, Soraya Sáenz de Santamaría. “Tutti gli spagnoli devono decidere”, aveva detto Parolin. Il segretario di Stato vaticano si è impegnato a parlare con Juan José Omella, cardinale e arcivescovo di Barcellona.

L’OPZIONE DELLA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO

Comunque, indiscrezioni della stampa spagnola indicano che la Chiesa si stia muovendo sulla Catalogna. Il sito El Español sostiene che questa settimana il presidente Mariano Rajoy ha incontrato l’arcivescovo Omella e anche l’arcivescovo di Madrid, Carlos Osoro. L’emittente televisivo TV3 ha detto che mercoledì Omella ha incontrato il vicepresidente della Generalitat, Oriol Junqueras. Il leader del movimento separatista catalano avrebbe chiesto all’arcivescovo di Barcellona che faccia da mediatore con Madrid. El Español indica anche un interesse particolare per l’intervento da parte della Comunità di Sant’Egidio. L’organizzazione ha chiesto la scorsa settimana “l’apertura del dialogo per evitare nuovi abissi”. Per ora però non ci sono conferme ufficiali di questa mediazione.

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