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Perché fu politicamente criminale la lettera Bce-Bankitalia del 2011

Di Giulio Tremonti
Giulio Tremonti

Signor direttore,

ho letto l’articolo di Gianfranco Polillo pubblicato sul giornale da lei diretto sotto il titolo: “Nota Def, vi spiego cosa farà davvero il governo, su spesa, tasse e debito”.

Nell’articolo è scritto tra l’altro quanto segue: “… è la fine imminente di un antico tormentone. Quello delle “clausole di salvaguardia”: una copertura finanziaria “creativa” che ci trasciniamo dalla grande tempesta del 2011. Quando Giulio Tremonti, per fronteggiare la complessa situazione non solo finanziaria, ma politica, ipotizzò una futura potatura delle tax expenditures, per far quadrare i conti a medio termine”.

Al riguardo mi permetto di notare che a quell’altezza di tempo “creativa” non è stata la copertura finanziaria di cui sopra, ma “creativa”, anzi politicamente criminale, è stata la lettera-ricatto scritta il 5 agosto 2011 insieme dalla Banca Centrale Europea e dalla Banca d’Italia.

Per avere un’idea di quello che è successo in quell’agosto basti considerare che:

  1. appena il 31 maggio 2011 nelle Considerazioni finali dette dal Governatore della Banca d’Italia era scritto quanto segue: “In Italia il disavanzo pubblico […] è inferiore a quello medio dell’area euro… Appropriati sono l’obiettivo di pareggio di bilancio nel 2014… Grazie ad una prudente gestione della spesa durante la crisi, lo sforzo che ci è richiesto, è minore che in altri Paesi avanzati”;
  2. ancora il 21 luglio del 2011, solo 51 giorni dopo, al punto n. 11 del “Comunicato ufficiale” del Consiglio dell’Unione europea del 21 luglio 2011, era ancora scritto quanto segue: “In questo contesto, accogliamo con favore il pacchetto di misure di bilancio recentemente presentato dal Governo italiano”. E, sulla stampa internazionale, fu vasto l’apprezzamento. Da Francoforte si titolava: Merkel: la manovra italiana va bene.

Ciò premesso è evidente come solo in malafede si possa pensare che i conti pubblici di un grande paese possano virare dal bene al male… in soli 15 giorni!

Noto poi che nessuno ha ancora risposto alla domanda essenziale: da cosa è derivata ed ancora deriva quella che, a partire dall’autunno del 2011, è stata definita come “la crisi del debito sovrano europeo”, base per la creazione dal nulla di liquidità da parte della BCE?

In ogni caso, per informazioni più specifiche sul “dolce colpo di stato” (così Habermas) avviato con la “lettera-diktat” di cui sopra, mi permetto rinviare a Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti, Rinascimento, Baldini e Castoldi, 2017, p. 102 e seguenti.

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