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Catalogna, che cosa sta escogitando Puigdemont per evitare il carcere?

Puigdemont

Il procuratore generale spagnolo, José Manuel Maza, ha chiesto all’Audiencia Nacional e alla Corte Suprema spagnola l’incriminazione dell’ex governatore della Generalitat, Carles Puigdemont, e dei ministri del governo locale catalano. L’accusa: ribellione, sedizione e malversazione.

Tre giorni fa Madrid ha attivato l’articolo 155 della Costituzione, che di fatto sospende l’autonomia catalana e riporta al governo centrale il controllo amministrativo sulla regione, mentre Puidgemont e i suoi avevano dichiarato in quello stesso giorno l’indipendenza sulla scorta del voto popolare ottenuto tramite il referendum – che Madrid considera illegale – svoltosi il primo di ottobre. Anche Carme Forcadell, presidente del parlamento catalano che venerdì ha votato l’indipendenza, è stato incriminato sulla base degli stessi capi d’imputazione (il parlamentare è accusato davanti alla Corte Suprema, i ministri davanti all’Audiencia).

Fonti del quotidiano Vanguardia sono state le prime a sostenere che Puigdemont si trovi a Bruxelles, insieme con lui cinque ministri dell’esecutivo catalano. Il motivo formale, non ancora confermato, del viaggio belga sarebbe una visita politica per incontri con alcuni esponenti dei partiti fiamminghi (indipendentisti), ma la gita non era in programma e i sospetti collegati a una specie di fuga sono forti.

L’esecutivo guidato da Mariano Rajoy aveva annunciato venerdì scorso che tutti i membri del governo locale di Barcellona erano stati rimossi dai rispettivi incarichi (per effetto dell’applicazione dell’articolo 155), e si ventilava l’ipotesi dell’accusa. Il ministro degli Esteri spagnolo, Alfonso Dastis, aveva detto che Puigdemont, avrebbe potuto partecipare alle elezioni regionali anticipate del 21 dicembre imposte da Madrid, “se non si troverà in carcere”; il 21 dicembre si voterà il rinnovo del parlamento catalano, che è attualmente disciolto dal commissariamento ordinato dal governo centrale.

Il segretario di Stato belga all’Asilo e alla Migrazione, Theo Francken, esponente politico dell’Alleanza Neo-Fiamminga Nva, domenica aveva detto che anche se al momento non erano state presentate richieste di asilo politico, il Belgio avrebbe potuto dare rifugio ai catalani che, “a giudicare dalla situazione […] rischiano di non avere un processo equo”. Ora, con l’accusa, la possibilità di una richiesta d’asilo si fa più concreta. Solo il primo dei reati contestati a Puigdemont e Forcadell, la ribellione, può portare a trent’anni di reclusione: per il momento non è stata chiesta la carcerazione preventiva, però è stata alzata una cauzione da 6,2 milioni di euro. Lo spostamento in Belgio potrebbe essere legato al garantismo dei tribunali locali, ma anche alla vicinanza umana e politica mostrata da Francken – membro di un partito che chiede l’indipendenza delle Fiandre – alla causa catalana.


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