Il superamento del Fiscal Compact. L’approvazione dello Ius Soli temperato. Il taglio delle tasse a favore di imprese e famiglie. La totale decarbonizzazione dell’economia entro il 2050. Poggia su più assi il manifesto che il Partito Democratico ha varato in occasione della conferenza programmatica dello scorso fine settimana a Napoli. Il documento (consultabile per intero a questo link) delinea in breve le priorità che andranno poi a costituire il programma elettorale con cui il Pd si presenterà alle prossime elezioni politiche.
IL PANTHEON DEL PD RENZIANO
A cominciare dall’indicazione di alcune figure di riferimento al cui pensiero il partito guidato da Matteo Renzi ha sottolineato apertamente di ispirarsi. Nel documento vengono a tal proposito menzionati solo tre nomi, il primo dei quali è quello di Altiero Spinelli. “Noi ripartiamo da Ventotene e dalla sua lezione“, è scritto nel manifesto, nel quale – al netto delle tradizionali critiche all’Unione – i dem affermano anche che “l’Europa rimane il nostro orizzonte fondamentale e l’unica dimensione possibile di cittadinanza, pace e cooperazione per il futuro“. A completare il pantheon ci sono poi il giurista e filosofo Norberto Bobbio e il sacerdote ed educatore Don Lorenzo Milani, i cui insegnamenti – recita testualmente il documento – “continuano ad essere lezioni attuali e fondamentali che ispirano il nostro impegno quotidiano“.
LA VIA DEL PD ALL’EUROPA
Numerosi i passaggi dedicati all’Europa, a proposito della quale, secondo il Pd, è necessario individuare una via mediana “tra euro-ottimismo acritico ed euro-scetticismo disfattista“, con l’obiettivo di “ricostruire una doppia fiducia: quella tra cittadini e istituzioni e quella tra Paesi“. Una prospettiva da realizzare attraverso una serie di riforme anche istituzionali, come l’unificazione del ruolo di presidente della Commissione e di presidente del Consiglio, la riduzione del numero dei commissari e l’estensione delle materie per cui sia possibile decidere a maggioranza qualificata. E poi l’idea già avanzata in più occasioni da Renzi: “Vogliamo superare il Fiscal Compact e riformare l’eurozona approdando a una vera unione fiscale e convergendo su regole di bilancio più semplici“. Il tutto nella convinzione che l’Europa non possa “essere soltanto economia“.
LA FAMIGLIA AL CENTRO?
Tra le principali novità che emergono dal testo c’è una rinnovata attenzione che il Partito Democratico ha affermato di voler prestare alle esigenze delle famiglie italiane. L’impegno segue la partecipazione di massa degli esponenti del governo di Paolo Gentiloni alla conferenza sulla famiglia di fine settembre: una promessa da interpretare anche alla luce della volontà di recuperare il rapporto con questo mondo dopo la frattura e le polemiche seguite all’approvazione della legge sulle unioni civili. Fatto sta che nelle venti pagine del manifesto la parola “famiglie” ritorna come difficilmente accaduto in precedenza nella storia del Pd. “Investiamo su scelte in grado di affrontare la questione demografica italiana, supportando concretamente la natalità, le famiglie e le generazioni dentro un rinnovato progetto di welfare inclusivo“, si afferma nel documento. Nel quale l’argomento viene pure toccato sotto il profilo fiscale: “Dobbiamo ridurre la pressione fiscale che grava sulle famiglie. Sui carichi familiari occorre affrontare innanzitutto le due disparità legate all’incapienza e alla differenza di trattamento tra dipendenti e autonomi, inserendo in una riforma di legislatura dell’Irpef una forte riduzione per le famigle con figli“.
LA QUESTIONE FISCALE
Quanto alle tasse, il Pd propone di ridurle secondo il principio “pagare meno, pagare tutti“. Diminuzione di cui, oltre alle famiglie, dovrebbero beneficiare in particolare le imprese e i meno abbienti. Nel testo trova spazio anche una non bene precisata proposta di web-tax sulla quale, in passato, l’atteggiamento di Renzi era stato ondivago: “Occorre tassare i profitti dell’economia digitale internazionale“. E, più in generale, “una riforma fiscale che parta da giovani e donne e riduca il carico sul lavoro, studiando anche forme di doppia progressività in base al reddito e all’età, senza aumentarle sui meno giovani“.
LE PRIORITA’ PER IL LAVORO
Ampio spazio anche al tema lavoro, “nel solco di quanto fatto con il Jobs Act, con il recupero di quasi 1 milione di posti di lavoro e con gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato“. Anche per cercare di recuperare il voto dei giovani – che, stando alla maggioranza dei sondaggi, continuano a preferire il MoVimento 5 Stelle – il Partito Democratico ha affermato di voler ripartire dalla “questione giovanile“, definita “la prima sfida da affrontare per liberare energie, creatività e talenti di generazioni essenziali per il futuro dell’Italia“. Tra le misure proposte, anche l’investimento di maggiori risorse “sulle politiche attive“, il potenziamento della “contrattazione decentrata” e del “sistema duale” e il taglio “del costo del lavoro a tempo indeterminato“. E, infine, largo sostegno ai “lavoratori autonomi, agli artigiani, ai commercianti e ai professionisti che vivono il loro impegno con passione, generosità e ingegno“. In poche parole, un’Italia che ripensi il sistema alla luce del fatto che, oggi, sempre meno persone hanno un rapporto di lavoro di tipo subordinato.
L’UNIVERSITA’ NEL MIRINO
Dopo la riforma della scuola – che, pure, qualche problema lo ha palesato – il Pd sembra prefigurare anche un prossimo intervento sul mondo delle università. “Servono più laureati e più ricercatori“, è scritto nel manifesto che poi lascia intendere anche quali saranno le priorità su cui il Partito Democratico cercherà di insistere nell’eventualità in cui, nella prossima legislatura, dovesse tornare al governo del Paese: “Maggiori investimenti per il diritto allo studio, per reclutare nuovi docenti ed eliminare il precariato, per aprire i nostri Atenei superando la logica del numero chiuso, riavvicinando nord e sud, migliorando i livelli di accreditamente, rilanciando l’autonomia progettuale e gestionale affrancandola dalla burocrazia“.
ENERGIA & AMBIENTE
Il documento ha anche messo nero su bianco i principali obiettivi in materia di energia: decarbonizzazione totale dell’economia entro il 2050, rinnovabili oltre il 50% entro il 2030, riduzione dei prezzi dell’elettricità e azzeramento del gap di costo del gas italiano. Per raggiungere la piena efficenza energetica, il Pd ha proposto anche di potenziare il cosiddetto Eco-bonus. Lo stesso concetto è stato, peraltro, affermato pure per il Sisma-bonus, con l’idea di lanciare un piano straordinario di manutenzione del territorio da affiancare alle politiche contro il dissesto idrogeologico di cui si sta occupando l’unità di missione “Italia Sicura”.
DIRITTI CIVILI E CITTADINANZA
In quest’ottica la priorità è lo Ius Soli temperato “a partire dai bambini e cresciuti in Italia ma non ancora italiani“. Come, peraltro, ha ribadito a Napoli il ministro degli Interni Marco Minniti per il quale esisterebbero ancora i margini per arrivare all’approvazione di questo provvedimento entro il termine della legislatura. “Vogliamo approvare la legge sul fine vita“, aggiunge inoltre il manifesto, che poi propone pure “una riforma complessiva delle norme sulle adozioni e sulle responsabilità genitoriali“, “un nuovo approccio di contrasto alle droghe” e “un cambiamento profondo dell’esecuzione penale che tenga insieme sicurezza e umanità“.