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Come si formeranno i poliziotti

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Capire un attimo prima. Capire dai dettagli: lo sguardo, la postura, l’abbigliamento. Capire se il soggetto può essere pericoloso, se è un criminale o se è un terrorista. E capire un attimo prima può servire a sventare un attentato. La prevenzione compie continui passi in avanti e il nuovo progetto formativo della Polizia è “un salto del futuro”, per dirla con il ministro dell’Interno, Marco Minniti (in foto), intervenuto alla presentazione del Pin’s, Pre attack indicators, il progetto formativo destinato agli agenti per migliorare la loro capacità di cogliere quei comportamenti rivelatori delle emozioni che un soggetto sta provando in quel momento: dall’ansia alla rabbia.

Il video curato dal professore Massimo Picozzi, psichiatra e criminologo, è stato girato con attori di teatro, che mostrano possibili comportamenti significativi, e con agenti che hanno simulato alcune operazioni. Il salto determinante è, secondo Minniti, quello “dall’elemento intuitivo all’elemento intellettivo” e diventa fondamentale in un’epoca di lotta al terrorismo in cui si ha l’obiettivo della massima prevedibilità possibile visto che un attentato è a “prevedibilità zero”: basta rubare un’auto e pochi minuti dopo delle persone vengono travolte. Dunque, individuare il cambio di un comportamento può salvare la vita dei cittadini e delle forze dell’ordine.

Da “guardare” a “vedere” è la sintesi del prefetto Vittorio Rizzi, responsabile della Direzione anticrimine e coordinatore del progetto Pin’s che segue di un anno il progetto Blink (il battito di ciglia), primo esempio formativo. E Pin’s, secondo Picozzi, vuole “rendere esplicito ciò che è implicito”. Interessante l’esperienza raccontata dal maggiore dell’Esercito Federica Luciani, oggi al Comando forze operative terrestri dopo molti anni operativi con varie missioni all’estero. La formazione dei militari nel riconoscere gli ordini improvvisati (Ied) nascosti dai talebani in Afghanistan punta, infatti, a percepire un insieme di elementi potenzialmente sospetti e a insegnare che cosa guardare. Concetto che vale per una bomba come per un tipo di abbigliamento che può nascondere un giubbotto esplosivo. Anche la morte di alcuni soldati italiani in Afghanistan è servita, analizzando quello che era successo, a individuare meglio alcuni particolari. E così, visto che “l’elemento umano è fondamentale”, il maggiore Luciani ha spiegato che i militari impiegati nelle città nella missione “Strade sicure” provengono da quelle esperienze e formazione e sanno quindi guardare i dettagli delle migliaia di persone che vedono.

“Siamo nel tempo della riduzione del danno e la capacità di reazione serve a raggiungere questo obiettivo” ha detto il capo della Polizia, Franco Gabrielli. Anche la concentrazione e la reattività di una pattuglia diventa fondamentale perché dà alla popolazione una diversa e migliore percezione della sicurezza che non cambia nonostante la delittuosità in calo. Infatti, da tempo le sue indicazioni sono di andare in giro sempre armati, anche se fuori servizio, e di essere attivi. “Se il camion che ha fatto due chilometri sul lungomare di Nizza fosse stato fermato dopo 300 o 400 metri non ci sarebbero state 84 vittime” aggiungendo che “ci possiamo porre come Paese che può esportare il suo modello di sicurezza”.

A proposito dei mezzi pesanti usati in più città europee per compiere attentati, l’occasione di Pin’s è servita per fornire il bilancio dell’operazione “Ultimo miglio” che in tre giorni di agosto e in due di ottobre è stata mirata a controllare i mezzi pesanti che entrano nei centri storici: quasi 52mila mezzi controllati, 52mila persone identificate, 35 arresti, 170 denunce, 242 mezzi sequestrati. La tecnologia aiuterà in futuro ancora di più i controlli: Rizzi ha spiegato che oggi sono 1.000 le pattuglie dotate del Sistema Mercurio per la lettura automatizzata delle targhe ed entro il 2019 la copertura riguarderà tutte le 3mila pattuglie impegnate nei servizi in strada. In tre giorni dell’operazione “Safety car” è stato effettuato 1 milione di controlli automatizzati: il controllo capillare del territorio resta un elemento basilare della prevenzione. Con Pin’s, anche con occhi più allenati.

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