Il giorno della verità è arrivato: fino alle 22 di oggi i siciliani potranno recarsi alle urne per scegliere il nuovo governatore della Regione. Un voto fondamentale anche in chiave nazionale che, di fatto, segnerà l’avvio della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni politiche, in programma presumibilmente nel marzo del 2018. Ma chi sono i principali candidati che si sfidano per prendere l’eredità del presidente uscente Rosario Crocetta? E da chi sono appoggiati?
IL CENTRODESTRA PER MUSUMECI
L’ex presidente della provincia di Catania è sostenuto da una coalizione ampia, che potrebbe definirsi da centrodestra vecchie maniere. Dall’Udc alla Lega, da Forza Italia a Fratelli d’Italia – passando anche per Energie per l’Italia di Stefano Parisi e Direzione Italia di Raffaele Fitto – sono numerosi i partiti che hanno scelto di schierarsi con Nello Musumeci. L’ex esponente del Msi proverà ad arrivare alla guida della Sicilia dopo aver già tentato questa strada due volte in passato: la prima nel 2006 con una sua lista civica e la seconda nel 2012 come candidato del centrodestra. La decisione di Gianfranco Micciché di correre in via autonoma, però, fece alla fine vincere Crocetta. Stavolta, però, potrebbe essere diverso, anche perché lo stesso Micciché ha promosso e sostenuto la sua candidatura. Secondo gli ultimi sondaggi, Musumeci è oggi il principale favorito per la vittoria finale: per centrare l’obiettivo, si sono spesi in prima persona nell’ultima settimana Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Lorenzo Cesa: i leader dei quattro principali partiti che lo sostengono.
LA RINCORSA DI CANCELLERI
Allo stesso modo si sono comportati anche i più importanti rappresentanti del MoVimento 5 Stelle, a partire dal candidato premier alle prossime politiche Luigi Di Maio e da Alessandro Di Battista. Che hanno girato la Sicilia in lungo e in largo al fianco di Giancarlo Cancelleri. Un’attivista della primissima ora, fin dai tempi del primo V-Day del 2007: nel 2008 – senza presentarsi in prima persona – Cancelleri ha sostenuto la candidata alla presidenza della Regione espressa dal movimento, che all’epoca si chiamava ancora “Amici di Beppe Grillo“. Nel 2012 ha invece corso in prima persona arrivando terzo dopo Crocetta e Musumeci. Oggi ci riprova. Seppur con la rincorsa, visto che ultime rilevazioni lo danno in svantaggio – ma non troppo ampio – rispetto al candidato di centrodestra.
LA MISSIONE DEL PD
Sfida ben diversa attende, invece, il Partito democratico di Matteo Renzi per il quale sembra che l’obiettivo principale sia soprattutto quello di contenere le perdite. Arrivare terzi o quarti – ossia fare meglio oppure peggio del candidato scelto da Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani – non è affatto irrilevante, anche e soprattutto con un occhio alle prossime politiche e dal punto di vista degli equilibri interni al Pd. La missione è stata affidata al rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari, sostenuto anche dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando – rieletto lo scorso giugno al primo turno – e da Alternativa popolare di Angelino Alfano. E proprio la performance del partito guidato dal ministro degli Esteri rappresenta una delle principali ragioni di curiosità del voto di oggi: che percentuale otterrà? Che contributo sarà in grado di portare al Pd e ai suoi alleati? Domande valide a maggior ragine pure in ottica nazionale.
LA SFIDA DI FAVA
Ha quasi tutto da guadagnare e pochissimo da perdere, infine, il candidato di Articolo 1-Movimento democratico e progressista e Sinistra Italiana Claudio Fava. Che punta soprattutto a superare Micari per dimostrare che il Pd a trazione renziana – senza l’apporto della sinistra-sinistra – è destinato a perdere, non solo in Sicilia ma pure in tutto il resto del Paese. Una candidatura, la sua, sostenuta anche da Verdi, Rifondazione Comunista e alcuni movimenti civici.
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