Undici principi, 4 ministri e “decine” (scrive il network di informazione saudita Al Arabya) di ex ministri sono stati arrestati in Arabia Saudita nell’ambito di due indagini condotte da una speciale commissione anticorruzione creata dal nuovo erede al trono Mohammed Bin Salman (MbS). Le inchieste formalmente riguardano la gestione dell’alluvione che nel 2009 causò la morte di un centinaio di persone a Gedda e della crisi sanitaria connessa alla diffusione della Mers (il coronavirus responsabile di una sindrome respiratoria che tra il 2012 e il 2015 ha colpito diverse centinaia di persone).
IL CONSOLIDAMENTO DEL POTERE
Vari analisti delle dinamiche del Golfo ritengono però che in realtà dietro agli arresti ci sia un pezzo della strategia con cui MbS sta consolidando il proprio potere. Cinzia Bianco, analista della Gulf State Analytics e Phd Candidate all’Università di Exeter, spiega a Formiche.net che effettivamente tutto parte dalla costruzione del comitato anticorruzione, tema su cui soprattutto i giovani sauditi, che sono “lo scudo” di consenso di MbS, sono molto sensibili: “Ma, nel contesto specifico degli arresti, abbiamo casi notevoli. Per esempio, il più eclatante è Mitaab bin Abdullah, capo della Guardia Nazionale, che era l’unico centro di potere del settore sicurezza che non era ancora sotto il controllo di MbS; e dunque se fosse nata una sfida contro di lui, da lì sarebbe potuta venire, anche perché bin Abdullah in passato era stato uno dei papabili candidati eredi al trono”.
IL PIANO DI MBS
Bin Salman è il creatore di un ambizioso piano economico che passa sotto il nome di “Vision 2030” ed ha avviato un ancora più poderoso percorso per costruire la futura Arabia Saudita differente da ciò che è attualmente. Dalla differenziazione dal petrolio al diventare il fulcro dell’Islam moderato, l’idea di MbS trova opposizioni interne contro cui il principe sta lottando col pugno di ferro. “Tra le persone arrestate ci sono tre grossi azionisti dei media nazionali – aggiunge Bianco – e questa dimensione mediatica è un altro settore strategico: MbS lo sta usando moltissimo a suo favore per veicolare i suoi messaggi alla popolazione saudita, ma data la magnitudo dell’operazione che sta portando avanti sa bene che è necessario che tutti i media diffondano lo stesso messaggio”.
I NOMI ECCELLENTI TRA GLI ARRESTATI
Sono stati arrestati anche il ministro dell’economia Adel Fakieh e l’ex ministro delle Finanze Ibrahim al Assaf, che è consigliere di amministrazione della compagnia petrolifera statale Saudi Aramco, e questo, spiega Bianco, potrebbe significare che ci sono elementi direttamente coinvolti nel progetto economico-finanziario, tecnocrati e alcuni membri della famiglia reale, che non sono troppo d’accordo con i piani di MbS, visto come uno scombussolamento dal vecchio establishment. Un altro nome illustre del mondo della finanza globale: Alwaleed bin Talal, uno tra gli uomini più ricchi del mondo (patrimonio personale: 32 miliardi di dollari), investimenti ovunque, ha soci come Warren Buffet e Bill Gates (il presidente americano Donald Trump durante i primi mesi di campagna elettorale lo attaccò personalmente accusandolo di voler controllare la politica americana attraverso i suoi soldi). “Alwaaleed ha stake in asset molto strategici, per esempio in Twitter, che con il suo arresto potrebbe essere nazionalizzati, come ha minacciato il nuovo ministro delle Finanze se non restituiranno tutto quello di cui si sono appropriati: il trasferimento degli asset di queste persone fermate dal comitato anticorruzione potrebbe aprire lo scenario finanziario dietro a queste purghe, perché adesso sono finiti sotto il controllo di MbS”, spiega Bianco.